Della figura di Federico Mollicone (adeguatamente scolpita in Rete) colpiscono le bretelle, coordinate con lo sguardo determinato e indicative di una personalità che nulla lascia al caso e meno che mai al sostegno dei pantaloni agganciati tramite fibbie. Leggiamo che di questi accessori, originali e trendy, si ebbe rapida diffusione agli albori dell’800 grazie all’intuizione di un sarto inglese che nella sua boutique londinese serviva re, principi e primi ministri. Tra i più noti bretellati contemporanei spiccano alcuni inviati speciali dagli Stati Uniti che affidano alle due fasce di tessuto (talvolta elasticizzate) ma sempre rigorosamente di colore rosso il proprio passaporto professionale, affinché nei talk televisivi non si possa confonderli con i giornalisti comuni. I quali, invece, provvedono alla bisogna con ordinarie cinture (sovente neppure in tinta con i mocassini).
A quanto è dato di sapere Mollicone non frequenta le boutique londinesi e neppure la Cbs o la Fox ma romano di Roma (novembre 1970) può essere considerato a suo modo un underdog capace di scalare le vette della politica (esponente di FdI e presidente della Commissione Cultura della Camera). E, infine, delle meritate bretelle. Molto si potrebbe ancora dire del Mollicone a tutto tondo, ma lo spazio tiranno ci costringe a rinviare ogni legittima curiosità alle esaurienti pagine in Internet, suddivise in capitoli (competenze, esperienze professionali, eccetera). Il tutto introdotto da un’apposita “Panoramica generale”, dizione che fa venire in mente quei binocoli a gettone siti alla sommità dei più ridenti cucuzzoli. La molliconeide cita numerosi riconoscimenti e gemellaggi di carattere carnevalesco (con le sfilate di Fano e Viareggio) ma non i due momenti più alti della sua “vocazione sociale”: la vigorosa polemica anti-gender contro Peppa Pig, cartone animato in cui era presente una famiglia omogenitoriale di orsi polari; la virile reazione a pugni e calci (in combutta con un leghista) contro un deputato grillino reo di avere sbandierato il tricolore nell’emiciclo di Montecitorio.
Ci occupiamo di Mollicone perché a lui si deve il più insidioso e rovinoso assalto alla narrazione sulle trame fasciste faticosamente elaborata da Giorgia Meloni e dal presidente del Senato Ignazio La Russa. Infatti, nel sostenere che le sentenze sulle bombe nere “sono un teorema contro la destra”, Federico Ego e Moschetto ha sostenuto le ragioni dell’antifascismo con una efficacia che la sinistra si sogna.