UCRAINA, PROSEGUE L’OFFENSIVA DI KIEV SUL SUOLO RUSSO. CROSETTO: “COSÌ SI ALLONTANA LA PACE”. Per il quarto giorno consecutivo, l’Ucraina conduce l’offensiva sul suolo russo nella regione di Kursk. Difficile dire se durante l’attacco siano impiegate o meno armi italiane, da parte di Kiev, ma poco importa: gli strumenti bellici consegnati dalla Nato, inclusi quelli dal nostro Paese, fanno parte di un arsenale che contribuisce ad una guerra offensiva, non più solo difensiva e di resistenza all’invasore. Quanto basta, secondo giuristi come Gaetano Azzariti e Domenico Gallo, per violare l’articolo 11 della costituzione italiana: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”. Il governo italiano è fedele alla linea filoatlantica di sostegno a oltranza all’Ucraina, ma Guido Crosetto ha espresso la sua contrarietà sull’offensiva di Kiev in territorio russo: “Il nostro tentativo è di dire che deve cessare l’attacco russo e ripristinare le regole del diritto internazionale, non quello di vedere un conflitto che diventa ancora più duro, che si sposta sul territorio russo. Questo prevedrà un ulteriore peggioramento della Russia sul fronte ucraino e quindi allontanerà sempre di più la possibilità di un cessate il fuoco, la precondizione per un percorso di pace”, ha detto il ministro della Difesa. Nella notte, i droni dell’esercito ucraino si sono spinti fino a Lipetsk, circa 300 chilometri oltre il confine nella regione di Kursk. Nel raid è stata danneggiata una base aerea militare. In mattina, la Russia ha colpito un supermercato a Kostyantynivka, nella regione di Donetsk, uccidendo 11 persone e ferendone almeno 44. Kiev teme la rappresaglia russa, al punto da evacuare migliaia di persone nell’oblast di Sumy, territorio ucraino vicino al confine con la regione russa di Kursk. Sul Fatto di domani, ascolteremo il parere del giurista Michele Ainis sul coinvolgimento dell’Italia nel conflitto e faremo il punto sugli scontri sul campo.
IL QUIRINALE FIRMA IN EXTREMIS LA LEGGE NORDIO CON L’ABOLIZIONE DELL’ABUSO D’UFFICIO: NEL MIRINO DELLE DESTRE LA REVISIONE DELLA LEGGE SEVERINO. Sergio Mattarella ha firmato la legge Nordio con l’abolizione dell’abuso d’ufficio, l’ultimo giorno utile. Il provvedimento era stato licenziato dalle camere il 10 luglio e il Colle ha a disposizione 30 giorni per il via libera. Del resto, sull’abolizione del reato che punisce i colletti bianchi l’Unione europea aveva espresso tutte le sue riserve e minacciato una procedura d’infrazione. Il timore di Bruxelles è di indebolire la lotta alla corruzione. Le destre invece hanno tirato dritto: per evitare il vuoto normativo, tuttavia, è stato inserito un emendamento al decreto Carceri – convertito in legge mercoledì – per battezzare il nuovo reato di peculato per distrazione. Il Quirinale ha subito firmato il provvedimento sulle patrie galere, al contrario della riforma Nordio. Tanto da spazientire il deputato di Azione Enrico Costa, che sulla piattaforma X aveva rimarcato i tempi lunghi del Colle incassando il retweet di Guido Crosetto. Malgrado il pressing della maggioranza, il Quirinale deve tenere conto degli allarmi di Bruxelles sull’abolizione dell’abuso d’ufficio. Mentre le destre, un passo alla volta, avanzano verso l’impunità per i colletti bianchi. Dopo il caso Toti, Lega e Forza Italia propongono una stretta sulle misure cautelari, ad eccezione dei reati di mafia e di quelli che destano particolare allarme sociale, con la scusa dell’emergenza carceraria. Giorgia Meloni lascia trapelare la contrarietà del suo partito, per non perdere il consenso dell’elettorato di “legge e ordine”. Ma nel mirino della maggioranza c’è anche la revisione della legge Severino che prevede la sospensione dagli incarichi pubblici dopo la condanna in primo grado. Sul Fatto di domani approfondiremo le normative europee e i contrasti nella maggioranza.
SANGIULIANO E LO SCUDO DEL SOCIAL MEDIA MANAGER: TUTTI I GUAI DEL MINISTRO DELLE GAFFE. Il ministro Sangiuliano è tornato nell’occhio del ciclone, dopo la lunga serie di gaffe inanellate da quando ha lasciato la direzione del Tg2 per sedere sulla poltrona di ministro della Cultura. Ma a rimetterci l’incarico è stato il suo social media manager. Ieri sui profili social del ministro sono apparse alcune grafiche con la scritta: “Il Consiglio dei ministri celebra i due secoli e mezzo di Napoli”. Lo scopo era promuovere la creazione del comitato per i 2500 anni della città partenopea. Dunque un clamoroso e banale refuso, sufficiente per scatenare l’ironia social sul ministro Sangiuliano. Che dopo due ore dopo annunciava online: “L’errore sul profilo Instagram evidentemente è del mio social media manager. Per questo ho accettato le sue dimissioni”. Molti utenti hanno sottolineato due pesi e due misure: il social media manager silurato per un refuso, il ministro avvinghiato alla poltrona malgrado le numerose gaffe. Solo a giugno, da Taormina, Sangiuliano accreditava Cristoforo Colombo come un seguace delle teorie di Galileo Galilei, nato nel 1564, 58 anni dopo la morte di Colombo nel 1506. Ad aprile invece il ministro citava Times Square come una piazza londinese, invece che newyorkese. Ma le gaffe sono solo la superficie. Sul Fatto di domani vi racconteremo tutti i guai di Sangiuliano.
LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE
Il settebello volta le spalle alle Olimpiadi: la protesta contro gli arbitri durante l’inno e l’uomo in meno per 4 minuti. L’episodio è avvenuto prima della finale del 5°-6° posto del torneo di pallanuoto maschile. Gli azzurri, in dissenso con le decisioni arbitrali durante Italia-Ungheria, si sono girati nella direzione opposta ai fischietti mentre suonava l’inno nazionale. Poi hanno giocato volutamente per quattro minuti in inferiorità numerica, con un giocatore che si è disinteressato sistematicamente dell’azione, rinunciando anche ad attaccare. Durante quei minuti la Spagna si è portata avanti 3-0.
Israele-Iran, braccio di ferro Pezeshkian-Pasdaran per evitare l’escalation. A Teheran sarebbe in corso un braccio di ferro tra il presidente iraniano Masoud Pezeshkian e i Guardiani della rivoluzione, con il primo che vorrebbe evitare una guerra totale contro Israele. Lo rivela il Telegraph, confermando le divisioni ai vertici della Repubblica islamica su come rispondere all’uccisione, il 31 luglio scorso a Teheran, di Ismail Haniyeh, che gli iraniani attribuiscono a Israele. L’ultima parola spetterà all’ayatollah Ali Khamenei.
Roma, donna di 75 anni trovata morta strangolata in casa. Confessa il marito 82enne. Una donna di 75 anni, Lucia Felici, è stata trovata morta strangolata la mattina del 9 agosto alle 8.30 nel suo appartamento a Castelnuovo di Porto, a Roma. A chiamare il 112, i vicini di casa spaventati dalle urla. Il marito ha confessato l’omicidio. Carmine Alfano, 82 anni, era stato trovato in casa a pochi metri dal corpo della donna in evidente stato confusionale. Nel corso dell’interrogatorio davanti al pm della Procura di Tivoli, ha ammesso di avere ucciso la moglie durante una lite.
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Scambio di prigionieri Usa-Russia: quelli che Washington ha dimenticato nelle carceri di Mosca
di Michela A. G. Iaccarino
Sedici prigionieri, americani e non, non sono più in carcere nella Federazione: sono stati liberati grazie allo scambio prigionieri Usa-Russia, il più spettacolare e massiccio dalla Guerra Fredda, ma non sono terminate le conseguenze dell’operazione che ha richiesto oltre un anno di preparazione. Bloomberg ha licenziato la sua inviata alla Casa Bianca, Jennifer Jacobs: ha pubblicato troppo presto anticipazioni sullo scambio (violando l’embargo richiesto dal Wall Street Journal) e avrebbe “potuto mettere in pericolo l’incolumità degli americani rilasciati”.