Da 17 anni lucida pavimenti e scrivanie della sede centrale del Poligrafico dello Stato a Roma. È affetta da un tumore al quarto stadio ma nella girandola di appalti della società pubblica controllata da Mef è l’unica che viene licenziata, mentre tutti i suoi 35 colleghi confluiscono in una nuova, lasciando che proprio la più fragile di tutti anneghi nel pozzo nero delle cooperative.
Raffaella Orfei ha 52 anni e due figli da mantenere. Quattro anni fa come tanti pazienti oncologici e non solo era finita nel limbo dei lavoratori che a causa delle loro gravi patologie e delle mansioni svolte non potevano stare a casa in smartworking né in malattia, perché dopo 180 giorni potevano finire licenziati per esaurimento del cosiddetto “comporto”. Il Covid è passato ma la signora Orfei è finita stritolata lo stesso, stavolta da quella girandola infernale che è il settore delle cooperative e dei subappalti, ma sotto l’occhio distratto dell’ente pubblico che se ne avvale.
È una storia di profonda ingiustizia che per lei ricomincia per lei il 27 Marzo scorso, quando viene licenziata su due piedi. L’appalto per le pulizie in tutte le sedi della Zecca era stato vinto da un consorzio che si avvale di altre cooperative tra cui la Friul Clean presso cui era assunta. A febbraio 2024 però quest’ultima veniva messa in liquidazione coattiva amministrata. La comunicazione di recesso del contratto inviata alla signora Orfei non fa alcun riferimento alle sue condizioni di salute e alla necessità di tutela benché sia ancora soggetta a terapia salvavita.
Ma la vicenda si fa più crudele quando scopre che nel frattempo tutti i suoi colleghi, tranne lei, sono invece passati come dipendenti di una nuova cooperativa che è subentrata nell’appalto, la Silva Srl. L’11 aprile 2023 presso la sede della capofila Consorzio Leonardo Servizi i sindacati avevano siglato un accordo per traferire i contratti individuali dei lavoratori dipendenti e veniva indicato anche il nome della signora Orfei che svolgeva 20 ore settimanali. Alla fine il 15 luglio 2023 la Silva srl passa come unica ditta aggiudicataria e assorbe tutti e tutti passano al nuovo datore tranne lei, unica licenziata. Proprio questo dettaglio rafforza una causa di lavoro incardinata a Pistoia che parte dal licenziamento ingiusto e arriva alla discriminazione e molto probabilmente finirà per chiamare in causa anche l’ente pubblico presso il quale la lavoratrice e i suoi legali hanno anche tentato un confronto, trovando in sostanza un muro di gomma. “È una vicenda toccante e delicata questa – spiega l’avvocato Andrea Circi – che affonda certo nel malcostume collettivo che riguarda la gestione degli appalti per le pulizie ma con connotati di discriminazione e crudeltà in più. La signora è stata di fatto ‘dimenticata’ e non assunta, al contrario di tutti i colleghi, nella società che componeva il consorzio che, dopo vari passaggi, si è aggiudicato la commessa del Poligrafico”. La prossima udienza si terrà a metà ottobre.
“L’obiettivo è riuscire a farle riottenere contratto e stipendio prima possibile ma le cause alla fine potrebbero diventare tre”, spiega ancora il legale “perché oltre a quella pendente dovremo mettere in piedi contenziosi anche sui passaggi intermedi che sono avvenuti tra le società che compongono il consorzio e hanno gestito i rapporti degli altri dipendenti ma non hanno mai assunto lei”. La metafora è chiara: “L’hanno lasciata su una barca che affonda e nessuno ha pensato di passarla, come è successo per gli altri, sulle zattere che continuavano a gestire l’appalto. Il fatto statistico che sia l’unico lavoratore malato oncologico e insieme l’unico che non è stato assunto tra 35 colleghi ma licenziato configura anche un elemento odioso di discriminazione, perché fa presumere che tale scelta sia legata proprio alla patologia. Per questo l’azione legale non potrà che rivolgersi anche contro il committente pubblico, che è stato sollecitato a intervenire, al quale anche il vecchio codice degli appalti impone la responsabilità e il dovere di controllo in ordine alle condizioni e al trattamento di chi lavora per lui”.