De Bertoldi se ne va, anzi no: è stato cacciato. Sull’addio del deputato meloniano, che fa le valigie verso Forza Italia, le versioni sono contrapposte. L’onorevole dice di aver mollato FdI per scelta, ma in serata arrivano i probiviri: Andrea De Bertoldi è stato espulso.
Il dato incontrovertibile è il saldo che cambia: Fratelli d’Italia perde un parlamentare, gli azzurri ne guadagnano uno. Il resto sono schermaglie.
In mattinata De Bertoldi annuncia l’addio: “Ho rassegnato con effetto immediato le dimissioni dal gruppo parlamentare di FdI e alla ripresa dei lavori farò le valutazioni per individuare la mia prossima allocazione, che non potrà che essere improntata ai valori della moderazione, e del cattolicesimo liberale”. Forza Italia, appunto. “La mia decisione è frutto di un lungo processo di dissenso politico dal partito nata per difendere le ragioni della mia Provincia Autonoma (Trento, ndr). Ho inoltre più volte chiesto chiarezza su alcuni importanti temi, che da cattolico mi stanno a cuore, ma non sempre ho osservato la risposta che speravo”.
La verità è un po’ più complessa. De Bertoldi era già finito nei guai dopo un articolo di Nicola Borzi sul Fatto Quotidiano, pubblicato a marzo 2023. Il deputato, professione commercialista, era risultato co-fondatore di una società di consulenza fiscale che offre servizi legati ai crediti d’imposta, ma al tempo stesso era relatore in commissione Finanze alla Camera del disegno di legge per convertire il decreto sul Superbonus: un conflitto d’interessi ciclopico.
Poi ci sono le controversie locali con Fratelli d’Italia: una questione tutta interna ai vertici trentini del partito, culminata in uno scontro velenosissimo tra De Bertoldi e la collega Alessia Ambrosi, da una parte, e il commissario provinciale di FdI, Alessandro Urzì dall’altra. Una faida che si è sviluppata tra minacce di pubblicazioni di audio rubati e di appuntamenti in tribunale. Ma non è nemmeno questa la vicenda che ha determinato il suo deferimento ai probiviri di FdI (che ieri sera si è risolto con la sua espulsione).
La vicenda definitiva è spiegata nella sentenza della commissione di disciplina e garanzia di FdI: alcuni imprenditori toscani avevano avvicinato un consigliere locale di Fratelli d’Italia “per rappresentargli le problematiche del settore geotermico”. Gli imprenditori erano stati quindi indirizzati a De Bertoldi per “verificare i fatti ed eventualmente, nei limiti del possibile e del lecito, tentare di risolvere le problematiche esposte”. L’onorevole-commercialista, scrivono i probiviri, si era messo a disposizione sì, “ma previa sottoscrizione di un contratto di consulenza professionale con il suo studio associato di commercialisti”. Insomma, gli aveva chiesto un compenso. De Bertoldi, secondo la ricostruzione, perde il pelo ma non il vizio: per la seconda volta avrebbe mescolato il lavoro di parlamentare con la sua attività privata.