L’aveva detto, Elly Schlein: “Non è più tempo di divisioni e veti”. La prima prova di questa apertura senza riserve a chiunque si collochi a sinistra di Giorgia Meloni è arrivata ieri, quando sono stati ufficializzati gli ospiti della Festa nazionale dell’Unità che si apre domani a Reggio Emilia (e si chiude l’8 settembre).
Il titolo della kermesse è già una dichiarazione d’intenti: “Costruire l’alternativa”. E l’alternativa, Schlein sembra davvero voglia costruirla con tutti quelli che ci stanno. Niente veti quindi, ma ospiti suggestivi: l’unico assente è Matteo Renzi, che però è ospite di Matteo Ricci alla festa di Pesaro il 28 agosto. Ma non c’è malizia, Italia Viva sarà comunque rappresentata da Maria Elena Boschi (interpellata in un panel sui diritti di cittadinanza dal titolo “Fratelli e sorelle d’Italia”). Una scelta che accoglie la recente, ennesima svolta renziana: il tentativo dell’ex premier di riaccreditarsi nel centrosinistra. Ma non mancano nemmeno i leader degli altri partiti centristi, sempre più coinvolti nella coalizione immaginata da Schlein: Carlo Calenda interviene il 27 agosto per parlare di politiche industriali, Riccardo Magi sarà sul palco domani sera nel panel “Eguaglianza, libertà, diritti: costruiamo l’Italia e l’Europa del futuro”.
Il campo larghissimo – che si allunga e restringe come una fisarmonica a seconda delle stagioni – è completato da Giuseppe Conte (venerdì 6 settembre, dibattito “Emilia-Romagna, Italia”), Nicola Fratoianni (lunedì 2 settembre) e Angelo Bonelli (giovedì 5 settembre).
Se a sinistra la kermesse del Pd è ben coperta, coinvolgendo tutti i possibili alleati, c’è almeno un nome davvero difficile da interpretare nel programma della Festa dell’Unità: quello di Alessandro Sallusti. Il direttore del Giornale sarà il moderatore di un dibattito dal titolo “Quale riforma della giustizia?” con Debora Serracchiani e il magistrato Giuseppe Santalucia. È già curiosa la veste con cui Sallusti è stato invitato a partecipare: “moderatore”, voce neutrale; non verrà, in teoria, da rappresentante del governo. Sallusti è peraltro direttore di uno dei quotidiani di Antonio Angelucci, l’editore e deputato leghista contro cui il Pd ha alimentato una dura campagna negli ultimi mesi per l’ipotesi del suo acquisto dell’Agi. Ma Sallusti è soprattutto l’uomo che ha sceneggiato la fantasmagorica teoria del complotto pubblicata in questi giorni proprio sul Giornale: la presunta cospirazione politico-giudiziaria per indagare Arianna Meloni e per colpire sua sorella Giorgia. Che sia invitato alla festa del Pd (e proprio per parlare – anzi “moderare” – di Giustizia) è una sorpresa di cui si fa fatica a cogliere il significato. Se non per il fatto che si chiude il cerchio mediatico di questi giorni, in cui le teorie di Sallusti e il ritrovato protagonismo di Renzi hanno riempito le pagine dei giornali di area dem.
Per il resto, i temi saranno quelli più ortodossi dell’agenda del partito democratico: la battaglia sull’autonomia differenziata (di cui si parlerà nel dibattito di domenica con Pierluigi Bersani e Alessandra Todde), il lavoro, la sanità, l’ambiente e la scuola. Ci sarà anche un panel con i sindaci di alcune delle città conquistate di recente o amministrate dal centrosinistra: Roberto Gualtieri (Roma), Stefania Proietti (Perugia), Vito Leccese (Bari), Marco Massari (Reggio Emilia) ed Elena Piastra (Settimo Torinese).
Alla segretaria spetterà l’ultimo intervento, domenica 8 settembre alle 18. Il titolo è lo stesso della kermesse: “Costruiamo l’alternativa per l’Italia”. Sul palco, prima di lei, ci saranno ancora il sindaco di Reggio Massari, il responsabile del Pd in Emilia-Romagna Luigi Tosiani e il presidente dell’Unione delle provincie italiane, Michele De Pascale. Poi Schlein, per tirare le somme e chiudere i battenti.