Sul mercato dell’editoria di gossip c’è un terzo servizio fotografico finora mai pubblicato che ritrae il ministro Gennaro Sangiuliano con Maria Rosaria Boccia in situazioni non istituzionali. Il Fatto ha verificato la notizia. E il dato dimostra quanto – ben prima del 26 agosto, data in cui sia Dagospia, sia Boccia sul suo profilo Instagram, fanno esplodere lo scandalo – la loro relazione fosse nota e oggetto d’attenzione da parte dei fotoreporter italiani. Un’attenzione che si concentra tra maggio, luglio e i primi di agosto, quando, a detta dello stesso ministro la loro relazione s’interrompe con gli strascichi ormai noti.
A questo punto non sappiamo quanti servizi fotografici siano stati realizzati sulla coppia. Ma abbiamo alcuni dati certi.
Il primo è che soltanto un servizio sarà pubblicato, ma molto tempo dopo, ovvero da Gente in questi giorni, quando lo scandalo sui due è già deflagrato.
Il secondo elemento certo è che quello stesso servizio, firmato dai fotoreporter Max Scarfone e Alex Fiumara, viene proposto invano ad altri settimanali il 22 luglio. Tra questi si contano Chi del gruppo Mondadori e Diva & Donna del gruppo Cairo. In quel momento le fotografie, che non ritraggono i due in effusioni, vengono evidentemente ritenute non sufficientemente piccanti. Non dimostrano la liaison tra i due e vengono considerate prive di valore giornalistico. Ma andiamo avanti.
È altrettanto certo, infatti, che almeno a partire dal 22 luglio possiamo datare la conoscenza della notizia in ambito giornalistico. E con essa gli inevitabili rumors che ne derivano. Sarà un caso ma, nello stesso periodo, secondo la ricostruzione fornita da Sangiuliano al direttore del Tg1 Gianmarco Chiocci, s’interrompe la relazione sentimentale con la donna. A questa ricostruzione si aggiunge un ulteriore dettaglio rivelato ieri dal Fatto e che sposta la cronologia degli eventi al 12 agosto.
Quel giorno il fotoreporter scrive su Instagram un post molto astioso: “Un giorno racconterò di quella redazione giornalistica blasonata” che “respinge i servizi ma dà le informazioni tratte dagli stessi ad altri, così da seguire la notizia del politico con l’amante”. E ancora: “Ti piace ritirare i servizi per i tuoi amici? Leccaculo”. Il resto del post fornisce degli indizi che lasciano pensare a quale “redazione blasonata” si stia riferendo: il settimanale Chi. Al quale, in effetti, venti giorni prima, aveva proposto il servizio fotografico su Boccia e Sangiuliano. Interpellato dal Fatto, pur non confermando che si riferiva a Chi, Fiumara spiega: “Esistono altre fotografie del ministro Gennaro Sangiuliano in compagnia di Maria Rosaria Boccia. E sono molto più delicate di quelle che abbiamo venduto a Gente. So di queste altre fotografie perché me l’ha raccontato una mia fonte, interna a un settimanale, che le ha viste, me le ha descritte e mi ha detto che alla fine è stato deciso di non pubblicarle. Per quanto mi hanno raccontato, sarebbero state scattate in Campania e ce ne sarebbe una che ritrae i due mentre escono dal portone di uno studio medico. Una delle redazioni che ha rifiutato il servizio – racconta – decide di inviare dei propri fotografi per seguire Sangiuliano e Boccia. E i colleghi, per quanto mi risulta, portano a casa il risultato. Con foto più delicate delle nostre. A dirmelo – continua – è una mia fonte, all’interno di questa redazione, che mi racconta il contenuto delle fotografie, spiegandomi che però hanno deciso di non pubblicarle. E io mi arrabbio. Hanno rifiutato il nostro servizio e poi usato le nostre notizie per lavorarci loro. Un comportamento assolutamente scorretto. E così scrivo quel post”.
Il Fatto, considerati i riferimenti fatti nel post, ha contattato la redazione di Chi che, però, ha negato di aver mai visionato, né tantomeno commissionato altre fotografie se quelle di Fiumara e Scarfone che ha scelto di non pubblicare. Fiumara, dal canto suo, ieri ha confermato ancora una volta la sua versione. Esisterebbe quindi, secondo Fiumara, un secondo servizio fotografico che una redazione ha commissionato e mai pubblicato.
Che fine ha fatto? E perché non è mai uscito? Sono domande che, alla luce dello scandalo che ha indebolito Sangiuliano fino alla soglia delle dimissioni, e con lui l’intero governo, hanno bisogno di una risposta: chi ha avuto in mano quelle fotografie mai pubblicate (se la ricostruzione di Fiumara è vera) può aver avuto in mano anche il destino di un ministro. Peraltro, non sarebbe l’unico. Perché esiste un terzo servizio tuttora sul mercato, diverso da quello menzionato da Fiumara, che ritrae i due in contesti non istituzionali.
La coppia Sangiuliano-Boccia era quindi seguita dai fotografi non solo negli appuntamenti ministeriali, ma anche nella vita privata. Ma l’opinione pubblica l’ha scoperto soltanto quando lo scandalo era era esploso. Insomma, almeno questa volta, il gossip, da sempre destinato ai cosiddetti giornali scandalistici, non ha creato alcuno scandalo. Anzi.