In questi giorni sono in corso alla Camera dei deputati le audizioni sulla salva-Milano fortemente voluta da Matteo Salvini (che aveva già tentato, invano, di infilarla in un paio di decreti governativi). Questa volta la salva-Milano (o salvami-lano come è stata poco elegantemente ribattezzata) è una proposta di legge firmata da parlamentari dei quattro partiti del centrodestra (Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia, Noi moderati). Ma il testo è stato riservatamente discusso con Giuseppe Sala, il sindaco di Milano (centrosinistra). È dunque il punto d’approdo dell’inciucio Sala-Salvini per salvare le costruzioni ritenute abusive dalla Procura di Milano e chiudere con un bel colpo di spugna le inchieste dei magistrati milanesi.
La proposta di legge n.1987 consiste di un solo articolo diviso in nove commi. Nessun riferimento al fatto che le norme urbanistiche siano “contraddittorie” e vadano armonizzate: argomento di propaganda, ma non reale. Scatta invece l’effetto condono: i commi 2 e 3 stabiliscono che gli interventi edilizi consentiti finora dai Comuni (con un permesso di costruire, ma anche con una semplice Scia, l’autocertificazione di inizio attività) diventano legittimi. È una sanatoria, che rende regolari anche gli interventi già considerati fuorilegge dai pm, da tre giudici delle indagini preliminari e dal Tar Lombardia. È costituzionale? Sanati anche i grattacieli costruiti con una semplice Scia, malgrado la legge imponga un permesso di costruire che calcoli i servizi necessari per i nuovi abitanti che arrivano.
Paradosso: se approvata, sarà la smentita secca a Sala che ha sempre detto che i suoi funzionari e dirigenti hanno operato nel rigoroso rispetto della legge. No, c’è bisogno di una nuova legge (questa in discussione) per rendere legittimi i loro interventi: sarebbe inutile se davvero il Comune avesse sempre operato nel rispetto delle disposizioni di legge.
Sarà, oltretutto, una sanatoria gratis: i costruttori non dovranno neppure pagare per far diventare legittimo ciò che finora era fuorilegge. Così i cittadini di Milano, per esempio, perderanno milioni di euro che una sanatoria onerosa avrebbe almeno potuto recuperare per finanziare servizi per la città. Sanato il passato con un condono salva-grattacieli, resta aperto che cosa fare per il futuro. Lo dice il comma 1: entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della nuova legge, il governo, le Regioni e gli enti locali dovranno rivedere i casi in cui è possibile costruire con una semplice Scia e quelli in cui è invece necessario adottare un piano particolareggiato; dovranno anche stabilire che cosa è ristrutturazione edilizia e che cosa è nuova costruzione (il Rito Ambrosiano ha finora permesso di abbattere piccoli edifici e di costruire al loro posto alte torri del tutto diverse dagli edifici precedenti, eppure considerate “ristrutturazione”).
Il comma 4 riguarda proprio la definizione di ristrutturazione: sana le nuove costruzioni fin qui permesse dal Comune e considerate ristrutturazioni. Contro quanto sempre ribadito dal Consiglio di Stato e dalla Corte di cassazione (oltre che dal buon senso): è ristrutturazione solo quando c’è un legame di continuità con l’edificio preesistente. La nuova disposizione impone il trucco di far passare per ristrutturazione edilizia interventi che sono invece di sostituzione edilizia. Risultato: chi costruisce ottiene una riduzione di oltre il 40% degli oneri di urbanizzazione. A perdere saranno i cittadini che avranno il 40% di servizi in meno. Ma anche i costruttori che hanno finora seguito la legge: penseranno di essere stati proprio stupidi perché hanno pagato il giusto dovuto, mentre chi ha fatto il furbo ora viene retroattivamente regolarizzato.
Pensierino finale. I grattacieli e gli edifici oggi sotto indagine a Milano saranno sanati (gratis) da questa legge. Che però non dice nulla sui costruttori, i progettisti e i funzionari del Comune ritenuti responsabili di irregolarità: rimarranno penalmente perseguibili per le violazioni commesse?