Guido Crosetto non si fida molto dell’Aise e ritiene che il Servizio segreto per gli esteri non lo abbia informato su fatti importanti al punto da ipotizzare rischi per la sicurezza nazionale. Non solo. Il ministro si sente vittima di una sorta di complotto a base di fughe di notizie e quando i pm gli chiedono una pista su cui investigare, fa capire ai magistrati che lui – pur non volendo puntare il dito contro nessuno – pensa di non stare simpatico all’Aise. Un po’ perché si è lamentato per queste informazioni mancanti e un po’ perché teme di aver deluso le attese di conferma di un ex vertice di società pubblica in precedenza in forza all’Aise. Riportiamo queste affermazioni allusive perché non son state dette in un bar del ministero di via XX settembre. Crosetto lo dichiara a verbale al procuratore di Perugia Raffaele Cantone. Il ministro chiede di essere sentito, inviando una nota con allegati due articoli del Domani. L’atto istruttorio viene svolto nel suo ufficio a Roma il 22 gennaio 2024. Il primo pezzo, firmato da Giovanni Tizian, del 28 novembre 2023, dava la notizia del colloquio finalizzato all’assunzione sostenuto dalla moglie del ministro con l’Aise nel 2019-2020. Il secondo articolo del 20 dicembre 2023, firmato da Tizian e Stefano Vergine, riprendeva la notizia (data dal Fatto il giorno prima) della casa nella quale Crosetto viveva da mesi senza pagare (a sua detta per un inadempimento del locatore sui lavori di ristrutturazione) l’affitto al proprietario, il figlio dell’imprenditore Carmine Saladino, attivo con la MaticMind nel settore Difesa e CyberSecurity. Il Domani aggiungeva la notizia di un bonifico di 124mila euro, lecito, incassato nel 2021 dall’allora presidente dell’Aiad, l’associazione delle imprese del settore difesa. A pagare il futuro ministro per la sua attività di consulenza era stata la Sio, società attiva nel settore intercettazioni poi acquisita dalla stessa MaticMind di Saladino nel 2022.
Crosetto per quegli articoli è infuriato essendo, spiega a Cantone, “le vicende relative all’assunzione nei Servizi coperte da segreto”. Un anno prima la Procura di Roma, dopo un suo esposto, aveva individuato con solerzia il tenente in forze alla Dna che aveva fatto le interrogazioni su di lui nelle banche dati. Crosetto da agosto 2023 sa che, per i pm di Roma e Perugia, è stato Pasquale Striano a dare nel 2022 al Domani i dati sui redditi da lui percepiti da società come Leonardo (621 mila euro nel solo 2021) attive nel settore Difesa.
Quando legge i due articoli del 2023, sempre del Domani, punta su Perugia. Proprio perché ipotizza una connessione tra questi articoli e quello sui redditi uscito un anno prima.
Cosa c’entra l’Aise? Nulla. Nel gennaio 2024 non si sa nemmeno del labile collegamento di un agente dei Servizi che avrebbe avuto rapporti con Striano, per altre vicende vaticane. Eppure Crosetto, pur tra mille premesse e locuzioni garantiste, connette vagamente l’Aise agli articoli del Domani. Sull’assunzione dice a Cantone: “Non è vero che mia moglie non superò il colloquio. Fu anzi il contrario che non si presentò al successivo colloquio al quale era stata ammessa anche per mia contrarietà. Mia moglie aveva partecipato al colloquio in quanto aveva avanzato una richiesta formale via internet attraverso la cosiddetta ‘application’. Quando contestai a Tizian che questa notizia era riservata lui non diede alcuna risposta e ovviamente si guardò bene dal dirmi da chi l’aveva avuta. Il giorno successivo all’articolo, io mi sono particolarmente arrabbiato e ho parlato della vicenda con il sottosegretario Mantovano delegato ai servizi e con la premier Giorgia Meloni e ho anche esplicitato le mie rimostranze al direttore dell’Aise Gianni Caravelli. Ho chiesto di svolgere un accertamento perché evidentemente la notizia era uscita da quel contesto e non ho saputo gli esiti ma credo che questi accertamenti siano stati compiuti. Ho parlato della vicenda anche con l’ambasciatrice Belloni direttrice del Dis alla quale pure ho chiesto di operare verifiche su come questa notizia fosse uscita”. Insomma, la notizia del concorso della moglie era diventato un caso di sicurezza nazionale che coinvolgeva Dis, Pdcm e Aise. Non era scontato. Nel 2019 Il Giornale aveva scritto che Elisabetta Trenta, quando non era ministro della Difesa, aveva fatto domanda per l’Aise ed era stata scartata. Trenta aveva querelato per diffamazione e il Gip di Roma aveva archiviato sostenendo che l’interesse pubblico a dare la notizia c’era. Anche perché era poi divenuta ministro. Trenta non aveva fatto lo sconquasso di Crosetto con Palazzo Chigi e dintorni. Non risulta abbia preteso accertamenti.
Quando Cantone fa il suo mestiere di pm e chiede a Crosetto se “è in grado di individuare vicende pregresse specifiche che possano consentire di ipotizzare l’eventuale attività di acquisizione di queste informazioni riservate”, il ministro dichiara: “Non ho notizie specifiche ma i miei rapporti con l’Aise in precedenza non erano particolarmente buoni perché ho contestato in più di un’occasione mancate informazioni al Ministero della Difesa che avrebbero potuto anche creare problemi alla sicurezza nazionale”. Poi spiega: “I rapporti con il direttore dell’Aise (Gianni Caravelli, ndr) sono formalmente buoni anche se le rimostranze per i fatti che ho indicato le ho anche esplicitate a lui contestandogli la mancanza di doverosa cooperazione”. Sempre con le locuzioni prudenti che dicono e non dicono, che un po’ lanciano il sasso e tirano indietro la mano, continua: “Aggiungo senza voler lanciare accuse nei confronti di nessuno che ritengo che qualcuno mi abbia potuto anche considerare responsabile di mancate conferme in posizioni di vertice in società partecipate di Stato e mi riferisco a qualcuno che aveva avuto ruoli all’interno dell’Aise. Non so se gli esiti degli accertamenti che io ho chiesto di svolgere siano stati riferiti in sede politica”.
Ci sono due notazioni da fare su questo passo delicato del verbale del ministro. Primo: chi è il mister X che potrebbe ritenerlo responsabile di una mancata riconferma? Quante sono le persone provenienti da Aise ad aver poi rivestito ruoli al vertice di partecipate? A noi viene in mente per esempio Luciano Carta, direttore dell’Aise dal 2018 (Governo Conte giallo-verde) prima di Caravelli. Carta è planato sulla poltrona di presidente di Leonardo nel 2020 con il governo Conte stavolta in versione giallo-rossa. E non è stato confermato proprio dal governo Meloni, lasciando nel 2023 il posto a Stefano Pontecorvo, l’ex ambasciatore celebre per la foto alla convention con Crosetto sul palco e la maglietta con lo slogan di partito. La seconda notazione che viene spontanea leggendo il verbale è che Crosetto ammette candidamente di aver chiesto accertamenti. Dice di avere parlato con Meloni, Mantovano e Belloni, ma aggiunge che non sa nulla dell’esito degli accertamenti. La sensazione è che nel governo su questa partita ci sia stata una divisione forte. Tanto che alla fine è il procuratore Cantone, come è scritto nella sua richiesta di arresti domiciliari (rigettata dal Gip) contro Pasquale Striano e il pm Antonio Laudati, a dover chiedere, al posto di Crosetto, lumi alla premier Meloni. Scrive Cantone: “Questo ufficio ha svolto approfondimenti sul punto, inoltrando una richiesta direttamente alla presidente del consiglio che, per il tramite del sottosegretario ha informato questo ufficio di aver svolto i dovuti accertamenti, escludendo il coinvolgimento degli organismi di intelligence interni”. Per saperne di più su quelli esteri chissà che Crosetto, dopo le elezioni, non chieda a Harris o Trump.