UCRAINA, LA MAGGIORANZA URSULA VUOLE MANO LIBERA PER KIEV ALL’USO DI ARMI OCCIDENTALI NEI CONFINI RUSSI: DOMANI IL VOTO AL PARLAMENTO UE. L’escalation militare in Ucraina sembra ad una nuova svolta, in Europa. L’eurocamera voterà domani una risoluzione per togliere ogni freno all’impiego dell’arsenale occidentali sul suolo di Mosca. Il testo è inequivocabile: “Il Parlamento europeo invita gli Stati membri a revocare immediatamente le restrizioni all’uso dei sistemi d’arma consegnati all’Ucraina contro obiettivi militari legittimi sul territorio russo”. La risoluzione congiunta è stata presentata dai partiti della “maggioranza Ursula”: socialisti, popolari e centristi di Renew. Nei giorni scorsi Usa e Gran Bretagna avevano già accennato alla svolta sull’uso dei missili a lungo raggio, come gli storm shadow prodotti con il contributo dell’italiana Leonardo. La posizione italiana è stata già ribadita da Giorgia Meloni al premier britannico, il laburista Keir Starmer: ogni Paese decide per sé, sulle limitazione per le armi consegnate all’Ucraina. Del resto, Forza Italia e soprattutto la Lega, non perdono occasione per esprimere la loro contrarietà alla mano libera di Kiev nei confini nella Federazione. Domani, dalle destre italiane dovrebbe arrivare il No, alla risoluzione. Eppure ai primi di luglio, nel voto all’Europarlamento su un testo analogo, azzurri e meloniani votarono Sì autorizzando i raid in Russia. Anche il Pd espresse il suo consenso, al tempo: domani si vedrà se il Nazareno di Elly Schlein confermerà l’orientamento pro-armi. Il Movimento 5 stelle ha già annunciato il suo No. Sul Fatto di domani vi racconteremo i nuovi passi verso l’escalation e le trattative sulla risoluzione al Parlamento europeo.
DOPO I CERCAPERSONE, NUOVO ATTACCO CONTRO HEZBOLLAH IN LIBANO: ESPLODONO MIGLIAIA DI WALKIE TALKIE. TRE MORTI E CENTAIA DI FERITI. Il giorno dopo l’attacco che ha fatto esplodere simultaneamente tutti i dispositivi di comunicazione (i cellulari erano vietati) degli esponenti di Hezbollah in Libano e in Siria, un nuovo colpo è sferrato contro la milizia sciita. Migliaia di walkie talkie sono esplosi, in quella che sembra essere la seconda fase di un piano d’attacco. Secondo il giornalista Barak Ravid di Axios, i dispositivi erano il sistema di comunicazioni di emergenza, che Hezbollah avrebbe dovuto utilizzare in caso di guerra con Israele. Secondo Al Aribiya erano stati acquistati 5 mesi fa insieme ai cercapersone. Come questi ultimi, sarebbero stati manomessi inserendo trappole esplosive. Il bilancio di oggi è di centinaia di feriti e almeno tre morti. La Cnn cita 15-20 esplosioni nei sobborghi meridionali di Beirut ed altre 15-20 esplosioni nel sud del Paese, dove nel pomeriggio Israele ha lanciato due raid aerei, nelle località di Blida e Kfar Kila. Non solo: a Beirut e nel sud de Libano sono state registrate esplosioni di sistemi collegati ai pannelli solari. Intanto, sulle esplosioni dei cercapersone, è caccia alle responsabilità. La casa madre che ha progettato i dispositivi è la Gold Apollo di Taiwan, che ha subito fatto sapere di aver autorizzato la Bac Consulting a utilizzare il marchio per la vendita di prodotti in regioni designate. A sua volta la Bac, che ha sede a Budapest, ha smentito. Beirut continua a dare la colpa a Israele per l’attentato, che ha provocato 12 morti e oltre 4mila feriti. Sul giornale di domani ci occuperemo dell’attacco in Libano e dei nuovi propositi di Netanyahu.
ARRESTO TELEFONATO E ABUSO D’UFFICIO, LA GIUSTIZIA SFASCIATA DI NORDIO. Lo abbiamo raccontato oggi: solo a Napoli sono almeno tre le inchieste per le quali il Gip ha avvertito gli indagati che per loro c’è una richiesta di arresto e sarà valutata dopo il loro interrogatorio. Sono i primi, nefasti effetti di uno dei punti più controversi della riforma targata Carlo Nordio ed entrata in vigore il 24 agosto: avvisare l’indagato prima di interrogarlo e andarlo ad arrestare. Ma non è l’unica. Abbiamo visto come stanno cominciando a essere prosciolti i rappresentanti delle forze dell’ordine che erano stati accusati di abuso d’ufficio, perché quest’ultimo non è più reato. Non basta: sul Fatto di domani troverete una fotografia impietosa di quanto sta accadendo nei Tribunali italiani.
LE ALTRE NOTIZIE
Meloni all’assemblea di Confindustria, tra applausi e standing ovation: “Vediamoci subito”. In vista della Manovra d’autunno, la premier ha invitato il n. 1 degli industriali Emanuele Orsini ad un incontro. Per il leader di via dell’Astronomia era il debutto sul palco. Nel suo intervento ha chiesto sussidi statali per i neoassunti.
Commissione Covid, la destra avanti da sola. Conte: “Presa in giro per gli italiani”. La maggioranza ha votato da sola il presidente dell’organismo che dovrà indagare sulla gestione della pandemia: si tratta del senatore di Fratelli d’Italia, Marco Lisei. Al momento del voto, infatti, Pd, Verdi-Sinistra e Azione non erano presenti (per scelta), mentre non hanno partecipato anche se in Aula i 5s (tra questi l’ex premier Conte) e Italia Viva, che però è stato tra i partiti che ha proposto l’istituzione della commissione.
Addio a Totò Schillaci, il campione delle Notti Magiche. Le sue condizioni si erano aggravate nelle ultime ore e stamattina il bomber di Italia 90 è morto per le conseguenze di un tumore al colon. Aveva 59 anni ed era ricoverato nel reparto di pneumologia dell’ospedale Civico di Palermo. La camera ardente verrà allestita nello stadio Renzo Barbera. Schillaci fu l’eroe del campionato del mondo del 1990.
Roma, dopo l’esonero De Rossi proteste dei tifosi a Trigoria. Mentre i calciatori rientravano per l’allenamento del pomeriggio i tifosi presenti (circa una ventina) hanno manifestato la loro insoddisfazione per il licenziamento dell’allenatore, bandiera giallorossa. “Quanti ne vogliamo fare fuori ancora di allenatori? Vergognatevi, siete voi i responsabili”, grida un tifoso a Lorenzo Pellegrini. Sul cancello del centro sportivo giallorosso è poi apparso un adesivo con la scritta ‘Yankee go home’.