Il compleanno

Noi del Fatto, 15 anni di notizie e mai nessun padrone

23 Settembre 2024

Costituzione, coerenza e comunità dei lettori. Sono i pilastri sui quali, al compimento dei primi 15 anni, noi del Fatto abbiamo edificato la nostra e la vostra casa. Lo ricordiamo tutti quando il giornale doveva ancora uscire e i cari colleghi scommettevano su quanto saremmo durati (un paio di mesi secondo i più caritatevoli). Convinti che con i primi (e gli ultimi) vagiti questo esserino, nato già morto, avrebbe invocato la protezione di qualche toga giustizialista. Si sussurrava che Antonio Di Pietro sarebbe stato il nostro editore ombra, in combutta con Beppe Grillo. Pensa tu. Sulla nostra prematura dipartita i tapini ancora aspettano, mentre sono le loro testate a sanguinare per l’inarrestabile emorragia di copie.

Quanto ai nostri presunti protettori, il primo editoriale sul primo numero, datato 23 settembre 2009, comincia con queste parole: “La linea politica del Fatto è la Costituzione italiana”. Con la mia firma che le rappresenta tutte: quelle della “sporca dozzina”, come Carlo Freccero chiamò il nucleo fondativo del giornale (a cominciare da Marco Travaglio, Peter Gomez, Marco Lillo, Cinzia Monteverdi). Sommate a quelle dei trentacinquemila eroici volontari che avevano sottoscritto l’abbonamento al giornale senza averne letto neppure una riga. Semplicemente sulla fiducia, circostanza unica e forse irripetibile nella storia del giornalismo italiano.

Che in questo quindicennio la Costituzione sia stata la nostra stella polare lo dimostrano l’archivio del giornale e le epiche battaglie, combattute e vinte da noi e da voi, per impedire gli stravolgimenti tentati dai governi Berlusconi, Letta e Renzi. Pronti come siamo a mobilitarci contro i nuovi strappi su autonomia differenziata, premierato e separazione delle carriere togate perpetrati dal governo Meloni-Salvini-Tajani. Quanto alla coerenza, è presto detto. Quindici anni fa ci siamo impegnati a fare un giornale libero, senza padroni e a cui nessuno avrebbe potuto dire mai cosa andava scritto o non scritto. È il testimone che ci siamo passati con Marco Travaglio quando nel 2015 ha assunto la direzione del giornale. Che Marco guida da par suo garantendo la convivenza delle opinioni e delle storie professionali più diverse. Lo abbiamo fatto ogni giorno pagando un prezzo salato, ma di cui andiamo orgogliosi. La nostra bandiera sventola sotto la testata ed è quella piccola e gigantesca frase che dice: “Non riceve alcun finanziamento pubblico”. C’è nessun altro giornale che possa dichiarare lo stesso, in una sistema dove le mammelle statali sono disposte a sfamare perfino dei fogli clandestini?

Quanto alle pagine pubblicitarie delle grandi aziende pubbliche e private che foraggiano questo e quello, perché mai dovrebbero rivolgersi a noi, sapendo che in presenza di una notizia ad essi sgradita il Fatto la pubblicherà comunque? Ma ilFatto è anche un’impresa e come ogni impresa che si rispetti garantisce la propria libertà mantenendo i conti in ordine. È stata la grande lezione che ci ha lasciato il nostro amato Giorgio Poidomani e che Cinzia Monteverdi ha ripreso e sviluppato diversificando le attività e dando vita a quello che rappresenta oggi un network modellato su una moderna e articolata domanda d’informazione. Perché il Fatto Quotidiano ha generato il Fatto quotidiano.it, ai vertici delle classifiche dei siti, e un’ampia gamma di proposte digitali. E poi un mensile (Millennium). E poi una casa editrice di successi (PaperFirst) E poi Loft che produce contenuti televisivi e macina ascolti (La Confessione di Peter Gomez, Accordi&Disaccordi di Luca Sommi e Andrea Scanzi). E poi la Scuola di cittadinanza del Fatto, concepita dal compianto maestro Domenico De Masi: “Per formare cittadini consapevoli e coltivare la democrazia attraverso la conoscenza e il pensiero critico”.

L’elenco dei nostri gioielli non nasce da inutile vanteria, ma dalla consapevolezza che per creare un giornale occorre una risorsa che non si trova in banca, ma nella passione civile di voi lettori. La vostra spinta inesauribile ci ha permesso di creare una comunità straordinaria. Quella stessa comunità che pochi giorni fa era la folla che ha riempito con presenze da record la Casa del Jazz a Roma per celebrare la nostra quindicesima Festa. Tutto nasce da quel primo numero che oggi potete rileggere. Da quelle edicole prese d’assalto che espongono un cartello che resta per tutti noi indimenticabile, commovente: “Il Fatto è esaurito”.

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