Duranti (comitato scientifico)

Futurismo in mostra, l’esperto: “Cacciato e senza contratto, è un altro caso Boccia”

L’intervista - Flop alla Gnam: “Hanno tirato dentro gente più di destra: noi soppiantati dal comitato organizzativo”

2 Ottobre 2024

“C’è un caso Boccia al ministero, ma senza la bionda”. La mette sul ridere Massimo Duranti, classe 1947, tra i massimi esperti di aeropittura, dalla prima ora membro del comitato scientifico della grande mostra sul Futurismo alla GNAM di Roma, quella che doveva suggellare il trionfo culturale della destra di governo. Ma che a furia di tagli e pasticci si avvia a diventare un “mostriciattolo” la cui apertura al pubblico slitta dal 28 ottobre al 2 dicembre, alla presenza del neo ministro Giuli che eredita un clamoroso pasticcio di cui è stato parte in causa. È uno dei quattro esperti che dopo un anno si sono visti letteralmente esautorati e quando han chiesto lumi al ministero si son sentiti rispondere che la nomina non esisteva neppure, come per la Boccia appunto. Mentre ben saldo era l’incarico a “Osho”, il vignettista amato dalla Meloni che continua a curarne gli aspetti comunicativi.

Come è finito in questo pasticcio?

Appena insediato, Sangiuliano aveva annunciato questa mostra da fare a tutti i costi. Il direttore dei Musei Massimo Osanna aveva già dato l’incarico di curatore a Gabriele Simongini, e anche noi abbiamo ricevuto la sua lettera per far parte del Comitato.

E poi che succede?

Abbiamo lavorato per un anno, io sulla sezione aeropittura e arte sacra. A febbraio 2024 veniamo convocati dalla direttrice Renata Mazzantini, ma poi scopriamo dai prestatori delle opere, indignatissimi, che per problemi di budget quelle destinate alla mostra non saranno più 600, ma la metà.

Tagli fatti in accordo col comitato scientifico?

Macché, la vera curatrice è diventata la Mazzantini, che di Futurismo non è un’esperta e hanno tirato dentro gente più di destra, cosa che non era all’inizio: di scritto non c’è nulla, ma a me è stato fatto il nome del presidente della Biennale Pierangelo Buttafuoco, Giordano Bruno Guerri e poi c’era Giuli che da presidente del Maxxi ha preso in gestione Casa Balla e quindi doveva scriverne.

Per lei come è finita?

Il Comitato organizzativo ha soppiantato quello scientifico e quando abbiamo scritto via pec per avere spiegazioni, Osanna ha risposto “vi ho dato l’incarico e avete accettato, ma non risulta sia stato mai formalizzato”.

E avete chiesto spiegazioni?

Sì, certo, ma è uno scaricabarile via l’altro. Alcuni colleghi stanno avviando azioni legali, abbiamo lavorato un anno per nulla, come abusivi.

Chi ha deciso i tagli?

Di certo non li ha decisi il curatore e sono stati fatti senza una logica storico-artistica e con sfondoni imbarazzanti.

Ad esempio?

Mancano opere essenziali del Futurismo, a partire da alcuni importanti pezzi di Boccioni. Abbondano invece quelle di altri protagonisti, tipo 55 opere di Balla o 25 o più di De Pero, spesso ripetitive e non tutte essenziali. Il budget è soltanto una scusa: se vai a prendere due quadri a un collezionista che te ne voleva dare 10 gli oneri di trasporto sono gli stessi. È tutta una follia.

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