INTERCETTAZIONI LAMPO, L’ATTACCO DI SCARPINATO AL DDL APPRODATO IN AULA. NORDIO: “CRITICITÀ SULL’INTERROGATORIO PREVENTIVO? METAFISICA”. In Commissione “non hanno ritenuto di ascoltare gli esperti, i magistrati, i poliziotti, non si sa che differenza c’è tra intercettazioni ambientali e telefoniche. Non abbiamo statistiche, non si sa come funzionano quelle telefoniche, la criminalità è altamente specializzata, usa un linguaggio cifrato e criptico, nei processi di mafia ci abbiamo a volte messo 4 mesi per capire di cosa si parlava…”: così l’ex magistrato, oggi senatore 5S, Roberto Scarpinato ha bollato la proposta di Forza Italia per limitare a 45 giorni (prorogabili solo in casi molto particolari) il periodo nel quale i pm possono effettuare intercettazioni. Il ddl, che porta il nome del deputato forzista Pierantonio Zanettin, è arrivato oggi in Senato. Come abbiamo scritto, altri due procuratori – Francesco Pinto di Genova e Roberto Rossi di Bari, contro i quali si è scagliato oggi lo stesso Zanettin – hanno attaccato il provvedimento, che restringerebbe i poteri d’indagine e favorirebbe i gruppi mafiosi. Stessa posizione di Nino Di Matteo. “I muscolari patrioti di Fdi metteranno la firma su un simile manifesto di impunità per chi delinque e insicurezza per i cittadini?” ha chiesto la senatrice Ada Lopreiato, capogruppo M5S in Commissione Giustizia. In realtà, sappiamo che il ministro della Giustizia gongola: “Credo che in Italia si faccia un uso eccessivo delle intercettazioni – aveva dichiarato –, che comportano spese fuori controllo che potrebbero essere devolute anche ad altri tipi di intercettazioni più sofisticate, ad esempio per la criminalità organizzata”. Se non fosse che, per un antico teorema di Nordio, “i veri mafiosi non parlano al telefono”. Il Guardasigilli nel pomeriggio ha risposto a un’intercettazione dei 5S a proposito del cosiddetto interrogatorio preventivo, quello che anticipa le misure cautelari, dando di fatto agli indagati la possibilità anche di fuggire: “Da magistrato ho assistito troppe volte a ordinanze di misure cautelari poi ribaltate dalla Cassazione o dal Tribunale del riesame perchè non erano state sentite le ragioni della persona indagata, il caso Tortora insegna”. Nordio ha sottolineato di non sapere quali siano le criticità di cui si parla nell’interrogazione rifacendosi ad “asserite notizie di stampa”: “Parliamo di metafisica”, ha aggiunto il ministro. Sul Fatto di domani torneremo su questo assalto alla giustizia operato dal governo.
NEPPURE IL PNRR CI SALVERÀ DALL’AUSTERITÀ: SOLO UN QUARTO DELLE RISORSE È STATO SPESO. MELONI TENTA DI RASSICURARE. Neppure la scialuppa del Pnrr sembra poter mitigare l’austerità in arrivo. Ieri il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha messo le cose in chiaro sul Piano strutturale di Bilancio: “I tagli saranno significativi, tranne che per la sanità”. Traduzione: la spesa pubblica sarà tagliata, i soldi per servizi pubblici saranno di meno, ma il budget per la salute non si tocca perché i fondi sono già al lumicino. Con le casse pubbliche blindate per i prossimi 4 o 7 anni (dipende dalla trattativa con la Commissione Ue) e la Manovra “lacrime e sangue” in arrivo (nonostante la dichiarazioni della premier), l’unica speranza per alimentare la crescita economica è il Pnrr. Ovvero, investimenti pubblici per 194,4 miliardi. Ma stando ai dati dell’Ufficio parlamentare di bilancio, anticipati stamani dal Sole24Ore, la spesa procede a rilento. La testata riporta i numeri certificati: al 2 ottobre i pagamenti erano arrivati a 53,5 miliardi, poco più di un quarto (il 27,5%) del totale delle risorse del Piano. Problema: dopo 4 anni, ne mancano solo due anni prima della scadenza. Gli appelli ad accelerare lanciati da Giorgetti si stanno rivelando vani. Nel 2024 l’Italia avrebbe dovuto spendere 43,96 miliardi, invece si è fermata a 8,93. La spesa, ad oggi, è trainata per il 62% dal Superbonus (13,9 miliardi) e dagli altri crediti d’imposta automatici (13,4 miliardi). In fondo alla classifica arranca la transizione verde, “con un tasso di realizzazione della spesa annuale al 10,6% (1,04 miliardi su 9,81 programmati)”. Poco meglio per la digitalizzazione e Pubblica amministrazione, al 14,8%. La Salute non va oltre un 22,3% della spesa. Sul giornale di domani i ritardi negli investimenti del Pnrr e la nuova austerità targata Meloni-Giorgetti.
BIDEN SENTE NETANYAHU, MA I MEDIA USA ACCUSANO: ISRAELE ADOTTA ANCHE IN LIBANO LA “STRATEGIA GAZA”. Israele sta preparando una significativa risposta militare all’attacco dell’Iran e gli Stati Uniti non sono stati informati su cosa Israele sta pianificando. Nel giorno in cui il presidente Usa sente al telefono, dopo un mese e mezzo, il premier israeliano, il Washington Post dedica un articolo alla visita cancellata all’ultimo minuto del ministro della difesa di Tel Aviv, Yoav Gallant, al Pentagono. Il quotidiano sostiene, sentiti alcuni funzionari Usa, che l’Idf in Libano stia usando la “strategia Gaza”, quella che ha portato come risultato il fatto che ormai neanche i morti si contano più. Secondo il New York Times è saltato tutto, anche l’accurata conta delle vittime: è caos totale. In questo clima di rapporti molto tesi, sul Fatto di domani vedremo cos’è successo davvero, e cosa sta succedendo, tra Benjamin Netanyahu e Joe Biden. Oggi Israele ha colpito ancora: almeno quattro persone sono rimaste uccise e 10 ferite in un attacco contro un hotel trasformato in rifugio per sfollati a Wardaniyeh, nella regione di Chouf, nel sud del Libano. “L’Iran, uno dei principali sponsor del terrorismo mondiale, deve essere fermato prima che sia troppo tardi”, ha scritto in un post su X l’account ufficiale dello Stato di Tel Aviv. Secondo il Times of Israel, Netanyahu avrebbe deciso di attaccare le strutture militari iraniane”.
LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE
Processo Visibilia, l’Inps parte civile contro Santanchè. L’istituto di previdenza è stato ammesso come parte lesa durante l’udienza preliminare del procedimento sul caso Visibilia, iniziata oggi davanti al gup di Milano, Tiziana Gueli. Il procedimento è quello in cui si ipotizza la truffa aggravata ai danni dell’Inps. Imputati sono la ministra del Turismo, il suo compagno Dimitri Kunz e l’ex collaboratore Paolo Giuseppe Concordia. La società Visibilia ha chiesto di patteggiare e che il procedimento venga trasferito a Roma per competenza territoriale.
Scontro al Parlamento europeo, botta e risposta tra Orban e von der Leyen. Migranti, allargamento a est e transizione verde: questi i temi affrontati da Viktor Orban sulle priorità della presidenza ungherese dell’Ue. Il premier ha usato parole che hanno incendiato l’Eurocamera: “Stiamo effettivamente perdendo in Ucraina e voi vi comportate come se non sia così”. Risposta durissima della presidente von der Leyen: “Il mondo è stato testimone delle atrocità russe in Ucraina. Ma c’è ancora chi dà la colpa della guerra non all’invasore ma all’invaso”.
Nomina Agnes, la destra non si presenta in commissione di Vigilanza Rai. Una nuova ritirata dopo quella per il giudice della Consulta: il centrodestra ha fatto mancare il numero legale nella seduta in cui si sarebbe dovuto procedere alla nomina a presidente Rai di Simona Agnes. Per il via libera finale servono i due terzi dei voti della commissione e il centrodestra non ce l’ha: gliene mancano due.
Inchiesta sulle curve, Inzaghi sentito dagli investigatori. L’allenatore nerazzurro ha risposto alle domande degli agenti della Squadra Mobile dopo che nelle intercettazioni erano emersi suoi contatti con il leader della Curva Nord Marco Ferdico, uno degli arrestati e ritenuto tra i promotori dell’associazione a delinquere che avrebbe controllato i traffici illeciti intorno allo stadio.