Dal decreto Cutro al decreto Albania passando per la Gpa reato universale (ma gli esempi non finiscono qui) il governo ci tiene a ribadire che, nonostante l’ossessione securitaria e panpenalista, non riesce a scrivere leggi che stiano in piedi. Parlamentari, ministri e commentatori di corte ci vogliono far intendere che la gestazione per altri oggi è più reato di ieri, che è un reato più reato, più efficace, più vigoroso, più resistente! Naturalmente non è così.
Alla legge 40 che regola la procreazione assistita e che già vietava la gestazione per altri, ora si aggiunge quello che i fratelli e le sorelle d’Italia chiamano “reato universale” (giuridicamente, una boiata pazzesca). Ma come è stato ampiamente notato, non può essere universale un reato che non è tale in 66 paesi del mondo su 193. In realtà con quell’“universale” intendono dire che d’ora in poi la legge starà alle calcagna dei cittadini italiani che violano il divieto di ricorrere alla gpa anche fuori dai confini.
Se la legge li intercetta, una volta rientrati in patria, possono essere incriminati e rischiano da tre mesi a due anni di carcere e una multa da 600 mila a 1 milione di euro. E se la legge non li intercetta la ministra Roccella ha trovato il rimedio, incitando i medici a dimenticare Ippocrate e a denunciare i genitori di bimbi in odore di provenire da uteri sospetti. Diciamo che hanno una visione del mondo al cui confronto la Ddr era uno paradiso. Naturalmente questo reato universale non toccherà i vari Elon Musk, padre di più figli nati con la gpa, che possono dormire sonni tranquilli: continueranno a essere ricevuti con tutti gli onori dalla presidente del Consiglio senza tema di incriminazioni o discriminazioni.
Ma non è della doppia morale di chi sta al governo che vogliamo parlare oggi. La gestazione per altri è una frontiera complessa che pone moltissimi interrogativi – il principale dei quali è se avere figli sia o no un diritto – ed è un peccato che il Parlamento abbia sprecato la possibilità di confrontarsi in un modo utile. Il governo ha scelto di criminalizzare i genitori, sperando nell’effetto deterrenza. Il che può anche essere legittimo, ma è miope.
Fino a quando non è intervenuta la Consulta, con una sentenza scritta dal professor Zagrebelsky nel 2002, i figli nati da incesto erano figli di nessuno. Averli equiparati agli altri ha sdoganato la pratica dell’incesto? Ovviamente no. I bambini nati da gpa in Grecia, Stati Uniti, Russia, Ucraina (Paesi in cui la pratica è permessa, dove in maniera gratuita, dove retribuita) esistono già e i diritti dei bambini – hanno scritto le Sezioni Unite della Cassazione – “non possono mai, neanche in caso di gestazione per altri, ritenersi affievoliti”. Invece le vite e i diritti dei bimbi sono in balia del buon cuore dei sindaci che trascrivono i loro atti di nascita o delle zelanti iniziative di alcuni magistrati che, come è capitato lo scorso anno a Padova, impugnano le suddette trascrizioni sui registri comunali revocando di fatto la potestà di uno dei genitori.
Sindaci e magistrati agiscono da supplenti perché la politica ha deciso di intervenire solo vietando e punendo le condotte illecite. Ma qui si parla della vita di bambini che non possono essere meno garantiti di altri. Aprire davvero il capitolo della gestazione per altri, con tutte le implicazioni sociali e morali che si porta dietro, sarebbe stato troppo faticoso per la politica che bada solo ai sondaggi e sa ormai esprimersi solo con slogan (come è accaduto nella non memorabile discussione sulla gpa).
Così facendo però il Parlamento non fa che ribadire il proprio essere ormai quasi completamente superfluo.