Stati Uniti

Miliardari e lealisti, ma nemici dell’establishment: nella squadra di Trump vincono fedeltà e telegenia

Quasi tutti “MAGA”, più del 2016 - Scommesse. Miliardari, lealisti e nemici dell’establishment: Da Wright (pro nucleare) all’Energia a Sebastian Gorka (“La violenza è intrinseca all’Islam”) all’Antiterrorismo

24 Novembre 2024

La squadra con cui Donald Trump pensa di governare l’America è ormai quasi al completo. Anche le nomine delle ultime ore confermano alcune cose. Nelle sue scelte, Trump ha privilegiato la fedeltà. Ha privilegiato Wall Street e la ricchezza – questa sarà un’amministrazione di milionari. Ha privilegiato la telegenia – non c’è mai stata amministrazione nella storia americana che abbia contato al suo interno così tanta gente della Tv.

Tra i milionari della futura amministrazione c’è Scott Bessent, scelto da Trump come segretario al Tesoro. Fondatore della società di investimenti Key Square Capital Management, Bessent è uomo di Wall Street, che punta a ridurre i sussidi governativi e deregolamentare l’economia. A differenza di molti a Wall Street, ha però abbracciato il piano di aumento delle tariffe sui beni provenienti dall’estero. Altro uomo di Wall Street, altro entusiasta dei dazi, è Howard Lutnick, prossimo segretario al commercio. Ceo di due società finanziarie, Cantor Fitzgerald e Bgc Group, Lutnick è stato in questi mesi alla guida del transition team di Trump e ha mostrato una straordinaria capacità di raccolta fondi. L’evento ospitato lo scorso agosto nella sua mansion di Long Island ha fruttato diversi milioni di dollari alla campagna di Trump. Ancora un conto in banca a diversi zero è quello di Chris Wright, Ceo di una società di fracking di Denver, Liberty Energy, designato come prossimo segretario all’Energia. Wright è convinto fautore dei combustibili fossili, ma appartiene all’ultima leva dei petrolieri Usa: quelli che credono alla realtà dei cambiamenti climatici, ma che non pensano che una crisi climatica esista. Fa anche parte del board di Oklo, un’azienda che sviluppa mini-reattori nucleari modulari. Aspettiamoci, da parte sua, un occhio di riguardo al nucleare, che già l’amministrazione Biden aveva mostrato. Nonostante il nome del suo dipartimento, non sarà Wright ad aprire terre e oceani alle trivellazioni.

Il compito sarà invece in carico a Doug Burgum, governatore del South Dakota, designato da Trump a guidare gli Interni. Con un patrimonio che supera il miliardo di dollari, Burgum ha portato in South Dakota il vento del capitalismo liberista più sfrenato, riducendo norme ambientali e per l’agricoltura. Miliardaria è anche Linda McMahon, che Trump nomina all’Educazione. Ha co-fondato il World Wrestling Entertainment. Da luglio a novembre, ha trasferito nelle casse della campagna di Trump 6 milioni. Occupandosi di wrestling, non sembra saperne molto di educazione: unica sua esperienza, nel settore, è stata far parte per un anno, nel 2009, del Board of Education del Connecticut. La lista dei fedelissimi trumpiani, nella prossima amministrazione Usa, è ovviamente lunga. Tra questi, c’è Marco Rubio, con cui nel 2016 Trump si scambiava insulti sul fisico e che nel 2024 si è trasformato in uno dei suoi supporter più veementi. Come nuovo segretario di Stato, porterà un sapore di vecchia politica neocon. Altra sostenitrice senza se e senza ma di Trump è Elise Stefanik, deputata dello Stato di New York. Si è scagliata contro le richieste di impeachment, ha difeso a spada tratta la tesi delle elezioni rubate del 2020. Trump la ricompensa mandandola come ambasciatrice alle Nazioni Unite – dove sarà, insieme a Rubio, garanzia di difesa degli interessi del governo di Benjamin Netanyahu. Fedelissimi di Trump sono poi i due uomini che avranno in carico la politica migratoria: Thomas D. Homan, ex agente di polizia, nominato “czar del confine”, e Stephen Miller, sin dal primo mandato uno dei più stretti collaboratori di Trump, che diventa vice chief of staff. Homan e Miller stanno preparando i piani per le deportazioni di massa.

Acceso sostenitore di Trump è Sebastian Gorka, che diventa responsabile dell’antiterrorismo e che nel passato è stato al centro di molte polemiche per aver detto che “la violenza è intrinseca all’Islam”. Lealista trumpiano dell’ultima ora è invece l’avvocato ambientalista e no-vax Robert F. Kennedy, nominato alla Salute. Sulla sua nomina permangono però i dubbi di molti senatori democratici e repubblicani.

Di provata fede trumpiana è la squadra che si occuperà di intelligence e sicurezza. Michael Waltz, futuro “national security advisor”, è un ex militare neocon che negli ultimi anni si è sempre più avvicinato a Trump, per esempio nelle critiche alla Nato. È trumpiana antica Kristi Noemi, che va alla homeland security (si occuperà anche lei principalmente di immigrazione).

Ed è trumpiana di recente acquisizione l’ex democratica Tulsi Gabbard, diventata un’entusiasta del presidente dopo aver lodato dittatori come Bashar al Assad e giustificato le politiche del Cremlino. Trump la manda a dirigere la National intelligence. È trumpiano di antica data John Ratcliffe, mandato a dirigere la Cia. È lealista fidata Pam Bondi, che Trump nomina al Dipartimento di Giustizia dopo il ritiro, per gli scandali sessuali, di Matt Gaetz. Bondi ha un profilo meno eversivo di Gaetz, ma ha appoggiato tutto ciò che Trump ha detto e fatto in questi anni. Il suo mandato ha soprattutto un obiettivo. Disfarsi del team legale che al Dipartimento ha lavorato con Jack Smith per incriminare Trump su 6 gennaio e attentato alla Costituzione. Resta, infine, il gruppo di coloro che hanno lavorato in Tv, soprattutto a Fox News, e che ora Trump, avido spettatore di Fox, fa entrare nel suo governo. Tra questi, c’è Mike Huckabee, che per sei anni ha avuto uno show su Fox, e che Trump designa come ambasciatore in Israele; ci sono Sean Duffy e Mehmet Oz, altre star di Fox, nominati rispettivamente segretario ai trasporti e responsabile di Medicare e Medicaid; c’è infine, Pete Hegseth, ex membro della Guardia Nazionale, star dei programmi del mattino di Fox, sospetto di simpatie suprematiste (ha una croce di Gerusalemme tatuata sul petto), cui Trump vorrebbe affidare il Pentagono, ma sulla cui conferma sussistono al momento molti dubbi. Hegseth è noto soprattutto per essersi scagliato, dagli schermi di Fox, contro l’impiego di donne soldato e aver chiesto l’intervento dei militari nella “guerra civile” contro non meglio identificati “nemici interni”.

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