“È una schifezza”. Nata dal senso di colpa, come il più classico degli errori. Franklin Foer conosce bene il “clan” Biden ed è certo che se Joe si è spinto fino a rinnegare uno dei valori a cui ha votato la sua presidenza il motivo è familiare: l’ultima carezza a un figlio dei cui fallimenti si sente responsabile. Se non fosse che si tratta della Casa Bianca, e il dramma umano nulla toglie alla gravità di un gesto “ipocrita”, per Foer: “Biden ha dato agli americani l’impressione che la legge non è uguale per tutti, che c’è un diritto di serie A per i ricchi, i politici e le personalità influenti, e un diritto di serie B per i cittadini comuni”.
Politicamente, come legge questa decisione?
Da un punto di vista umano capisco cosa ha motivato la decisione. Biden si è reso conto che i giudici erano intenzionati ad andare fino in fondo e ottenere una condanna di Hunter, e sapeva che con Donald Trump alla Casa Bianca il contraccolpo politico della sentenza sarebbe stato amplificato. Ma d’altra parte, Biden si è sempre rappresentato come un uomo delle istituzioni. Si è fatto eleggere con lo slogan di ‘ripristinare la neutralità del sistema giuridico’. E ora si è prodotto in uno spettacolare atto di ipocrisia, che renderà più complicato ai democratici criticare i prossimi atti di amnistia di Trump, per esempio sull’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio 2021.
Crede che Biden ne abbia sempre avuto l’intenzione, o è stato convinto dal suo entourage?
Non penso che meditasse di concedere la grazia al figlio fin dall’inizio: gli è stato chiesto innumerevoli volte, nelle interviste e al Congresso, e ha sempre negato. Credo che c’entri la festa del Ringraziamento. Padre e figlio hanno passato qualche giorno insieme, Hunter deve averlo pregato in tutti i modi. Soprattutto dopo le scelte di Trump per il dipartimento di Giustizia. Biden si sarà convinto che se non avesse agito avrebbe messo in pericolo il figlio…
Insomma, il sentimento di protezione della famiglia ha avuto il sopravvento sul senso dello Stato?
Non si può capire appieno la scelta senza considerare che Biden vive un senso di colpa atavico rispetto al figlio. Perché non ha mai nascosto di preferire il primogenito Beau (morto per un tumore al cervello nel 2015, ndr) e sa che Hunter ne è consapevole. Joe è convinto che questo abbia danneggiato l’autostima del suo secondogenito e lo abbia spinto al comportamento autodistruttivo che ha avuto negli anni, con la dipendenza e il resto. Sono sicuro che, alla fine, è stato il senso di colpa ha spingerlo a firmare quel decreto.
La grazia si estende fino al 2014. Per la destra, il vero obiettivo del provvedimento è coprire le malefatte dei Biden durante il periodo in cui Hunter era nel Cda di Burisma, in Ucraina…
Nessuno ha mai prodotto una prova concreta del conflitto di interessi di cui è stato accusato Joe Biden. Né il Dipartimento di Giustizia né le commissioni d’inchiesta del Congresso hanno mai prodotto nulla. I repubblicani hanno agitato il fumo, ma non hanno mai trovato la pistola. Ora, di certo Joe Biden ha guadagnato dei soldi sfruttando il suo curriculum, ma lo ha fatto in un periodo in cui non rivestiva incarichi pubblici, dal 2017. Non c’è niente di illegale, e la grazia non ha nulla a che vedere con questa vicenda.
La decisione di Biden è un assist per Trump, in qualche modo?
Sicuramente. Questa decisione restituisce l’immagine di un’istituzione che non assolve più al suo compito. Dà agli americani l’impressione che si possa giocare sporco, che la Giustizia vada riformata. E questo è esattamente quello di cui Trump ha bisogno per far accettare il suo progetto politico.