È una delle più grandi organizzazioni di giornalismo investigativo al mondo. Si chiama Organized Crime and Corruption Reporting Project (Occrp) e ha contribuito a scoop entrati nella storia del giornalismo. Come i Panama Papers. L’inchiesta basata su oltre undici milioni di documenti riservati sull’evasione fiscale di oltre centoquaranta tra capi di stati e leader politici di tutto il mondo, che si è abbattuta pesantemente sulla cerchia ristretta degli amici di Vladimir Putin e sulle loro immense ricchezze nascoste. E poi Laundromat, su miliardi di dollari riciclati dai funzionari russi in Europa, in America e in altre nazioni; Suisse Secrets su una delle banche più ricche del mondo: Credit Suisse; Cyprus Confidential sul paradiso fiscale di Cipro, importante per le élite russe. Decine e decine di scoop, in collaborazione con i media più importanti del mondo: dal New York Times al Guardian, da Der Spiegel al quotidiano tedesco Sueddeutsche Zeitung.
Fondato da due giornalisti, l’americano Drew Sullivan e il romeno Paul Radu nel 2008, l’Occrp ha giornalisti in sei continenti, duecento dipendenti, sedi a Washington DC, Amsterdam e Sarajevo, ventidue milioni di dollari di budget all’anno e una rete di oltre settanta centri regionali di giornalismo investigativo, dal Botswana all’Italia, da Papua Nuova Guinea al Kirghizistan. Grandi numeri e grande prestigio: Occrp ha vinto oltre cento premi giornalistici.
Ma quello che finora era poco conosciuto era la sua stretta relazione con il governo americano: massicci finanziamenti fin dalla sua creazione; alcune forme di sovvenzione che consentono alle autorità statunitensi di approvare il personale chiave; fondi specifici che finanziano inchieste giornalistiche contro i nemici degli Stati Uniti, dalla Russia al Venezuela; un caso di “porte girevoli”, ovvero un consigliere anticorruzione che smette di lavorare per il Dipartimento di Stato americano, inizia pochi mesi dopo a lavorare per Occrp ed esalta il lavoro giornalistico come un’arma per colpire corrotti e criminali con le sanzioni, poi esce da Occrp e rientra subito nel Dipartimento di Stato come consigliere per l’ufficio sulle sanzioni.
Il Fatto Quotidiano è in grado di rivelare questi fatti grazie a un’inchiesta in collaborazione con il giornale online francese Mediapart, con quello americano Drop Site News, quello greco Reporters United e con la televisione di stato tedesca Ndr, che per prima ha condotto questa indagine giornalistica per oltre un anno, ha ottenuto le rivelazioni più importanti e le ha condivise con noi, ma a oggi Ndr non le ha pubblicate. Censurate. Eppure dopo che i suoi giornalisti hanno scoperto alcuni di questi fatti, Ndr ha momentaneamente sospeso la sua collaborazione giornalistica con Occrp.
Un finanziamento fantasma
Tutto nasce nei Balcani, nei primi anni del 2000, dopo la terribile guerra che aveva devastato la Bosnia. Drew Sullivan era un ingegnere strutturale americano che, verso la fine degli anni ’80, aveva lavorato per l’azienda Rockwell Space Systems al programma dello Space Shuttle e aveva una “security clearance”, ovvero un’autorizzazione ad accedere a documenti segreti del governo americano.
Abbandonata la carriera da ingegnere e dopo una parentesi da comico, Sullivan passa al giornalismo e nei primi anni del 2000 è in Bosnia a formare i giornalisti locali. È nei Balcani che, con il reporter Paul Radu, elabora un progetto per fare giornalismo d’inchiesta transnazionale: l’Occrp, specializzato in criminalità organizzata e corruzione. L’idea è che il crimine non si ferma alle frontiere e può contare su reti di contatti e complicità transnazionali che consentono ai criminali di trafficare droga, esseri umani e riciclare denaro. Se un giornalista vuole indagare su queste reti, ha bisogno di una sua rete di contatti e fonti giornalistiche transnazionali. Dagli Stati Uniti ai Balcani, dall’Africa all’Oceano Pacifico, you need a network to fight a network, è il motto di Occrp. Ma il giornalismo investigativo costa molto. E quello transnazionale costa moltissimo. I primi denari arrivano dal fondo delle Nazioni Unite per la Democrazia (Undef), ma sono poche migliaia di dollari: 346mila.
Come la nostra inchiesta può rivelare, è un finanziamento del Bureau of International Narcotics and Law Enforcement Affairs (Inl) del Dipartimento di Stato americano – il cuore della politica estera degli Stati Uniti – a rendere possibile la creazione dell’Occrp: 1,7 milioni di dollari nel periodo 2008-2010. L’Inl, ovvero l’ufficio internazionale narcotici e affari di polizia, non è una forza dell’ordine che può arrestare o interrogare criminali e sospetti, ma lavora a stretto contatto con le forze di polizia e combatte la criminalità che minaccia la sicurezza nazionale degli Stati Uniti.
A giocare un ruolo chiave nel finanziamento dell’Inl, fu David Hodgkinson, che allora era un ufficiale di riserva dell’esercito americano che ricopriva un incarico civile presso il Dipartimento di Stato, come direttore dei programmi sicurezza e polizia dell’ufficio affari europei ed euroasiatici. Oggi, invece, Hodgkinson lavora per l’organismo di coordinamento delle agenzie di intelligence degli Stati Uniti: l’Office of the Director of National Intelligence.
Nella documentazione del governo americano sul finanziamento da 1,7 milioni di dollari, però, il nome dell’Inl non figura: risulta solo quello della USAid, l’agenzia del governo americano per lo sviluppo internazionale. Né risulta che l’organizzazione di Drew Sullivan abbia mai reso pubblico il ruolo dell’Inl e di David Hodgkinson.
Quando gli chiediamo di questo fondo, Sullivan ci risponde: “Non sappiamo perché esattamente le cose furono fatte in questo modo con l’Inl e la USAid. Crediamo che, semplicemente, Mr. Hodgkinson apprezzava il nostro progetto. C’erano pochi, se non nessun programma [di giornalismo investigativo, ndr] sulla criminalità organizzata in quegli anni. Lui aveva i soldi e supportò quello che riteneva fosse un lavoro di valore. Non aveva le risorse per gestirlo e lo passò alla USAid”.
L’organizzazione di Sullivan ha successivamente ricevuto altri due finanziamenti da Inl: uno nel 2011 di 200mila dollari e uno nel 2022 di 2,3 milioni di dollari, ma in questi due casi il nome di Inl figura nella documentazione ufficiale.
C’è una ragione per cui la stampa si chiama Quarto Potere: ha la funzione di controllare gli altri tre poteri dello Stato: legislativo, esecutivo e giudiziario, incluso quello delle forze di polizia. Alla nostra richiesta di sapere da Drew Sullivan se non ritiene un problema che un’organizzazione giornalistica, che si occupa di corruzione e criminalità organizzata, riceva denaro da un organismo come l’Inl, lui ci ha risposto di “non considerarlo problematico fintanto che i suoi finanziamenti rispettino i nostri standard di non interferire con il processo editoriale”.
Follow the money
Il fondo fantasma non è che il primo di ingenti finanziamenti del governo americano a Occrp. La dipendenza dell’organizzazione dal denaro del governo degli Stati Uniti è strutturale.
Due sono le fonti di finanziamento: il Dipartimento di Stato e la USAid. Creata dal presidente John Fitzgerald Kennedy nel 1961, in piena Guerra fredda, con l’obiettivo dichiarato di aiutare i paesi in via di sviluppo a combattere minacce come la fame e la mortalità infantile, la USAid è un’agenzia che ha luci e ombre e le amministrazioni americane l’hanno ripetutamente usata per i loro obiettivi di politica estera, come ricostruisce l’esperto americano John Norris, in un’acclamata storia dell’agenzia.
Un cablo della diplomazia americana del 2006 rivelato da WikiLeaks, ad esempio, descrive le attività della USAid nel Venezuela allora guidato dal presidente Hugo Chavez, a supporto di cinque obiettivi: rafforzare le istituzioni democratiche, penetrare la base politica di Chavez, dividere i sostenitori di Chavez, proteggere gli interessi economici vitali degli Stati Uniti e isolare Chavez a livello internazionale.
Usando la documentazione finanziaria ufficiale inviata dall’Occrp alle autorità americane per rendere conto dei fondi ricevuti, il nostro partner francese Mediapart ha calcolato che, dal 2008 al 2023, Occrp ha ricevuto almeno 47 milioni di dollari dal governo statunitense, a questi vanno aggiunti: 1,1 milioni di dollari provenienti dall’Unione Europea, 7 milioni dal governo inglese, 4 da quello svedese, 1,2 dalla Danimarca, e poi i fondi dalla Svizzera, Slovacchia e Francia.
Quando si mettono insieme queste cifre, stando ai calcoli di Mediapart, si ottiene che dal 2014 al 2023, il 70% del budget annuale dell’Occrp proviene da fondi governativi. Il governo americano ha fornito il 52% del budget annuale.
Drew Sullivan, però, contesta questa cifra, sostenendo che i fondi ricevuti da Occrp, ma destinati ad altre organizzazioni con cui collabora a progetti specifici, come Transparency International, non vadano inclusi nel conteggio, perché sono denari che vengono spesi da altri. Adottando questo metodo di calcolo, Sullivan conclude che, dal 2014 al 2023, il governo degli Stati Uniti ha fornito il 46,4% del budget annuale, una cifra comunque molto alta.
In un commento rilasciato al nostro team, un portavoce del New York Times che ha lavorato alle collaborazioni con Occrp, ha dichiarato che l’organizzazione non aveva rivelato la natura dei suoi finanziamenti al Times.
Alcune forme di sovvenzioni, poi, prevedono condizioni specifiche, come i “cooperative agreement“, per esempio, che consentono alle autorità americane di approvare il personale chiave dell’organizzazione, come il direttore o l’amministratore delegato.
Sullivan, però, sostiene che non è vero che il governo americano abbia la possibilità di decidere chi sarà il direttore e chi ricoprirà funzioni giornalistiche chiave. “Durante la procedura per la richiesta dei fondi dobbiamo identificare qualcuno che sia responsabile per la gestione del finanziamento”, ci risponde, aggiungendo che la persona che supervisiona il finanziamento non ha nulla a che fare con chi guida il lavoro giornalistico, “e dunque il governo non ha alcun controllo sul nostro processo editoriale e sulla selezione del direttore. Se non gli piace [la persona scelta da Occrp, ndr], non ci concedono il finanziamento”. Certo, ma quanti fondi può permettersi di perdere un’organizzazione il cui budget dipende così pesantemente dal governo americano?
Occrp ha anche accettato finanziamenti orientati a Paesi che sono noti nemici degli Stati Uniti. Tra il 2015 e il 2019, ad esempio, l’organizzazione giornalistica ha ricevuto 2,2 milioni di dollari di un finanziamento dal nome “riequilibrare la sfera mediatica russa” (Balancing the Russian media sphere). E poi 173.324 dollari per scoprire e combattere la corruzione in Venezuela, 1,7 milioni di dollari tra il 2019 e il 2023 per rafforzare il giornalismo investigativo in Eurasia, un’area del mondo che include la Russia, e un milione di dollari nel 2022 dall’Inl per “rafforzare la capacità dei giornalisti di esporre la criminalità a Malta e a Cipro“. Negli anni in cui riceveva questi ultimi due finanziamenti, Occrp lavorava e pubblicava inchieste come Russian Asset Tracker, un enorme database sulle ricchezze degli oligarchi e politici russi, e Cyprus Confidential, su come i russi hanno utilizzato il paradiso fiscale di Cipro per limitare l’impatto delle sanzioni occidentali.
Uno dei centri di giornalismo investigativo membri dell’Occrp da noi contattati, l’italiano Irpi, ci ha detto di essere a conoscenza del fatto che alcune forme di finanziamento potrebbero richiedere di fare inchieste su specifiche aree del mondo e ci ha dichiarato di essere informato che dal 2014 al 2023 il governo americano ha fornito una consistente fetta del budget, ma secondo il centro italiano la percentuale di quei finanziamenti è inferiore al 50%, un’affermazione questa che sembra concordare con i calcoli di Drew Sullivan. Irpi, però, ci ha comunicato di non sapere dell’esistenza di alcun veto sul personale dell’Occrp da parte del governo americano. “Irpi ha partecipato a molti progetti di Occrp relativi a molte aree del mondo senza alcun tentativo da parte dell’Occrp di manipolare i risultati editoriali”, ci ha detto.
Di norma, i soldi comprano influenza. Ma sia Drew Sullivan sia il consiglio di amministrazione di Occrp rigettano completamente l’idea che i denari del governo americano possano in qualsiasi modo influenzare il loro lavoro. “Fin dall’inizio, ci siamo assicurati che i fondi governativi avessero degli impenetrabili guardrails a protezione del giornalismo prodotto da Occrp”, ci ha risposto il consiglio di amministrazione, aggiungendo: “Siamo sicuri che nessun governo o donatore abbia esercitato un controllo editoriale”. Quanto a Sullivan, afferma che la sua non è l’unica organizzazione giornalistica che riceve denaro dagli Stati Uniti, molti altri lo fanno, incluso “Forbidden Stories, l’International Consortium of Investigative Journalism e altri” e ribadisce: “Il governo americano non ha mai interferito con il nostro giornalismo“.
Altre organizzazioni giornalistiche, purtroppo, non possono dire di essere state fortunate come Occrp. WikiLeaks, per esempio. Già nel 2008, neanche un anno e mezzo dopo che Assange l’aveva fondata e quando non aveva ancora pubblicato i suoi scoop più esplosivi, come il video Collateral Murder o i cablo, era già nel mirino delle autorità americane: il centro di controspionaggio dell’esercito americano (Acic) proponeva di smascherare le fonti giornalistiche che fornivano documenti a WikiLeaks, denunciandoli, licenziandoli dal posto di lavoro, incriminandoli. E dal 2010 in poi, l’organizzazione di Assange ha subito un blocco delle donazioni da parte delle istituzioni finanziarie dalla Bank of America alle carte di credito Visa e Mastercard, è rimasta sotto indagine delle autorità americane per oltre un decennio, il suo fondatore, Julian Assange, è stato arrestato, incriminato con l’Espionage Act per la prima volta nella storia degli Stati Uniti, e, secondo le dichiarazioni di testimoni protetti al centro di un’indagine dell’autorità giudiziaria spagnola, la Cia aveva pianificato di ammazzarlo o di rapirlo.
Drew Sullivan rigetta anche l’obiezione che Occrp non faccia inchieste sul governo americano e in conflitto con i suoi interessi. “La nostra serie sugli Stati Uniti che hanno acquistato armi nei Balcani per l’Arabia Saudita e per gli Emirati Arabi Uniti, che poi sono finite all’Isis, è un esempio”, ci dichiara, citando anche altri lavori giornalistici, come quelli sulla “visita di Rudy Giuliani in Ucraina e i suoi incontri con la criminalità organizzata e i compagni di affari eticamente dubbi di Hunter Biden“, il figlio del presidente Joe Biden. Ma le rivelazioni sul governo degli Stati Uniti sono comunque limitate rispetto alle grandi inchieste come quelle sulla Russia, che hanno fatto il giro del mondo.
Un esercito di mani pulite
Chi, però, pensa che l’organizzazione giornalistica di Drew Sullivan prenda ordini dal governo degli Stati Uniti – ha raccontato, ai nostri colleghi di Drop Site News, il capo di una redazione dell’America Latina, che ha lavorato in collaborazione con Occrp – non capisce come funziona il soft power di Washington, ovvero quel potere morbido che permette al governo americano di influenzare la percezione dell’opinione pubblica internazionale puntando non sulla forza militare, ma piuttosto sulla sua immagine e sulla reputazione all’estero.
“Occrp non ha bisogno di fornire agli Stati Uniti alcuna informazione utile”, ha spiegato il capo di quella redazione dell’America Latina, “È un esercito di ‘mani pulite’ che fa inchieste su altri Paesi, al di fuori degli Stati Uniti. È utile fare inchieste su presunti alleati e nemici. Fa apparire gli Stati Uniti come un Paese virtuoso e consente loro di dettare le regole su cosa sia la corruzione. Ma è sempre la corruzione degli altri“.
Di fatto il governo americano promuove apertamente il giornalismo come uno strumento alla lotta contro i corrotti. “Il modo in cui la corruzione viene in gran parte rivelata è attraverso il lavoro dei giornalisti d’inchiesta”, secondo il National Security Council, il principale organo che consiglia il presidente degli Stati Uniti in materia di sicurezza nazionale e politica estera.
La presidente dell’agenzia USAid, Samantha Power, che ha un posto nel National Security Council, ha apertamente definito Occrp come un loro partner. E fin dal 2016 il Dipartimento di Stato finanzia il consorzio globale anticorruzione Gacc (Global Anti Corruption Consortium), che vede lavorare insieme Occrp e l’Ong Transparency International per far sì che le inchieste giornalistiche sulla corruzione si trasformino in azioni della società civile e portino a indagini giudiziarie, sanzioni contro i corrotti e cambiamenti legislativi per sconfiggere la corruzione.
Secondo i calcoli di Mediapart, dal 2016 al 2023, il governo americano ha finanziato il Gacc per 10,8 milioni di dollari. Camille Eiss, che, stando al suo curriculum, fino al gennaio del 2017 lavorava per il Dipartimento di Stato come consigliere contro la corruzione, nel dicembre del 2017 è passata a lavorare per l’Occrp e in questa funzione promuoveva il giornalismo come un’arma che fornisce alla società civile le informazioni necessarie per chiedere la punizione di corrotti e criminali attraverso strumenti come le sanzioni. Poi nell’agosto 2022, Eiss lascia Occrp e un mese dopo torna a lavorare per il Dipartimento di Stato come consigliere al coordinatore sulle sanzioni.
Quando abbiamo chiesto al fondatore di Occrp se questo esempio di porte girevoli non rappresenti un conflitto di interesse, Sullivan ci ha risposto: “Abbiamo assunto Ms Eiss perché è una leader di talento nel settore della lotta alla corruzione. Siamo soddisfatti che all’Occrp abbia seguito tutte le regole e le procedure che le sono state richieste nei rapporti con il suo ex datore di lavoro”. Camille Eiss, invece, non ha risposto alle nostre domande.
La censura della Tv di Stato tedesca
È stata la televisione Norddeutscher Rundfunk, nota come Ndr, a scoprire le informazioni più importanti sull’Occrp. Il pluripremiato reporter investigativo John Goetz, vincitore di un Emmy Award e dello European Press Prize, ha lavorato con il collega Armin Ghassim su Occrp fin dai primi mesi del 2023, quando l’organizzazione di Drew Sullivan era stata da poco candidata al premio Nobel per la Pace. La soddisfazione per la candidatura e l’orgoglio di aver giocato un ruolo nella creazione di Occrp aveva portato diversi funzionari del governo americano, in particolare dell’agenzia USAid, a fare rivelazioni importanti come quella sul primo finanziamento Inl nel 2008.
Ma diciotto mesi dopo, queste rivelazioni non sono mai state pubblicate da Ndr. Nell’agosto scorso, Ndr ha condiviso i materiali di ricerca con Il Fatto Quotidiano, Mediapart, Drop Site News e Reporters United. Abbiamo lavorato in team, insieme con il reporter romeno Stefan Candea, co-autore di questo articolo, e che aveva lavorato con i colleghi della Ndr per oltre un anno. Candea, che ha vinto la prestigiosa Nieman Fellowship per il giornalismo alla Harvard University, è anche il coordinatore dello European Centre for Investigative Collaborations (Eic), che però non è stato coinvolto in questa inchiesta.
Il nostro lavoro in team ha portato a confermare il lavoro dei colleghi tedeschi e a trovare nuove conferme importanti. Al momento di inviare le domande al consiglio di amministrazione di Occrp e al suo co-fondatore Drew Sullivan per dare loro il diritto di replica, però, Ndr si è tirata indietro, pur definendo le nostre domande “notevoli”. Alla nostra richiesta di spiegazioni, tre manager di alto livello di Ndr hanno negato la censura, e hanno caratterizzato la loro scelta come una scelta editoriale, pur comunicandoci che “la nostra collaborazione istituzionale con Occrp è stata congelata fin dal settembre 2023, quando le prime accuse sono emerse”.
Con i nostri partner di Mediapart, Drop Site News e Reporters United, abbiamo appreso di alcune email inviate da Drew Sullivan ai giornalisti di Occrp in cui Sullivan attaccava il giornalista John Goetz, riportando gli attacchi dei servizi segreti tedeschi contro di lui come “un asset dei russi”. E abbiamo ricevuto ripetute email con minacce di azioni legali e attacchi al collega Stefan Candea.
Nonostante le pressioni e gli annunci di azioni legali, il Fatto Quotidiano ha deciso di andare avanti e pubblicare insieme con Mediapart, Drop Site News, Reporters United tutto quello che è vero e che siamo in grado di dimostrare.
NOTA PER I NOSTRI LETTORI
Nel corso di questa inchiesta, Drew Sullivan ha ripetutamente attaccato il co-autore di questo articolo definendolo la forza trainante di questa inchiesta per “risentimento personale e interessi in competizione”.
Nel 2001, Candea ha creato con alcuni colleghi in Romania il Romanian Centre for Investigative Journalism (CRJI). Lui e diversi altri colleghi hanno partecipato a progetti, incontri e discussioni correlate alla rete di Occrp.
Nel 2010, Candea ha ricevuto una Nieman Fellowship all’università di Harvard. Prima e dopo questa fellowship, Candea e i suoi colleghi hanno cercato di chiarire la proprietà dell’Occrps. Poiché il Romanian Centre for Investigative Journalism (CRIJ) non era coinvolto nelle decisioni sulla gestione e sul finanziamento di Occrp e poiché i centri di giornalismo investigativo dell’Europa dell’est, membri della rete Occrp, non avevano un posto nel consiglio di amministrazione dell’Occrp, CRJI decise di chiamarsi fuori dall’Occrp alla fine del 2011. Il suo collega del CRJI, Paul Radu, invece decise di lasciare CRJI e di rimanere nell’Occrp, dando vita a una nuova organizzazione no profit in Romania.
Candea ha continuato il suo lavoro giornalistico e, tra le altre cose, ha cofondato con il Der Spiegel una nuova forma di collaborazione nel giornalismo investigativo: una rete di media che lavorano sulla base di un accordo, che si chiama European Investigative Collaborations (EIC).
EIC non è stato coinvolto in questa inchiesta.
In 2023 NDR ha chiesto a Stefan Candea – con cui aveva collaborato un decennio prima per rivelare le prigioni segrete della Cia in Romania – di lavorare a un’inchiesta su Occrp, che NDR ha condiviso con il Fatto Quotidiano, Mediapart, Drop Site News, Reporters United, ma a oggi NDR deve ancora pubblicare le sue rivelazioni.
Stefania Maurizi
ENGLISH VERSION – The close relationship between OCCRP and the U.S. government