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“Il treno è esploso”, la strage in Grecia imbarazza l’Italia

Due anni fa il più grosso incidente ferroviario fece 57 morti. I parenti delle vittime: bugie dal governo di Atene e dalla società (di Fs)
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Il 28 febbraio 2023, due treni gestiti da operatori italiani, uno passeggeri e uno merci, si sono scontrati a Tempe, nel nord della Grecia. Cinquantasette persone sono morte, non solo per l’impatto ma anche per un misterioso e violento incendio, ripreso dalle telecamere dell’autostrada a diversi chilometri di distanza. Due anni dopo, quelle fiamme imbarazzano ancora il governo greco e hanno raggiunto Hellenic Train, la consociata di Ferrovie dello Stato che gestisce le ferrovie greche, acquisite durante la Troika.

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Per venerdì, l’anniversario della tragedia, è stato proclamato uno sciopero generale, sono attese manifestazioni di massa in oltre 300 località in Grecia e nel mondo. A infiammare le proteste, più dello scontro in sé (un frontale sulla principale linea Atene-Salonicco, impensabile in qualsiasi altro paese Ue), sono le accuse di voler insabbiare la verità. I parenti delle vittime temono che governo e Hellenic Train stiano collaborando per nascondere la vera causa dell’incendio. Secondo i sondaggi, la pensa così il 70% dei greci, inclusi molti sostenitori del governo. “Sono troppe le bugie, le prove distrutte, le domande senza risposta e le richieste di documentazione ignorate”, spiega al Fatto Maria Karystianou, pediatra di Salonicco la cui figlia ventenne Marthi è morta carbonizzata mentre tornava a casa dal carnevale: “Da due anni, i responsabili cercano di zittire la nostra battaglia”.

Subito dopo l’incidente, invece di sigillare il luogo, le autorità greche hanno ordinato di sgomberare l’area. I rottami sono stati rimossi, persino il terreno trasportato via senza cercare prima i resti umani o gli oggetti dei passeggeri, una prassi contraria a tutte le norme per la gestione delle scene degli incidenti, anche quelli meno gravi, ma coerente con quanto accadrebbe se l’obiettivo fosse distruggere prove della presenza di materiale infiammabile. A coordinare le operazioni sul posto c’era Christos Triantopoulos, all’epoca braccio destro del premier. Il 5 marzo, il Parlamento deciderà se sottoporlo a un’inchiesta parlamentare. Diversi funzionari, come il capo del governo regionale, affrontano l’accusa di aver manomesso la scena dell’incidente.

All’inizio del 2024, l’allora Ad di Hellenic Train, Maurizio Capotorto, ha testimoniato in Parlamento che sul treno merci non c’era carico non dichiarato, ma solo lamiere, generi alimentari e altre merci come descritto nei documenti. Capotorto, che nel frattempo ha lasciato l’incarico, è ora indagato dal tribunale di primo grado di Atene con l’accusa di aver mentito sotto giuramento (non è però chiaro su quale parte della testimonianza).

Inizialmente la spiegazione ufficiale per la palla di fuoco di 80 metri di diametro, durata 12 secondi, oltre agli incendi continuati per ore a terra, è stata che l’olio refrigerante nei trasformatori delle locomotive si è vaporizzato e ha preso fuoco. Ma analisi specializzate di Dinamica dei Fluidi Computazionale (Cfd), un metodo che studia dimensioni e durata di un incendio confrontandole con le proprietà di materiali infiammabili, hanno concluso che l’olio refrigerante non può causare un simile evento. Analisi Cfd dell’Università di Ghent e altri ricercatori, commissionati nell’ambito dell’inchiesta ufficiale, indicano la presenza di diverse tonnellate di idrocarburi, sollevando dubbi su dove fossero collocati e chi avesse interesse a trasportarli clandestinamente. “Hellenic Train non ha ancora avuto modo di esaminare le specifiche analisi CFD e non può quindi confermarne l’attendibilità”, spiega al Fatto la società, citando invece un rapporto del consulente belga Yves Carton, che attribuisce l’incendio a una serie di cortocircuiti: “L’esplosione successiva alla collisione è stata molto probabilmente causata da archi elettrici e cortocircuiti della linea aerea, avvenuti vicino o sul trasformatore, con ulteriori cortocircuiti dei condensatori, che hanno innescato l’accensione e l’esplosione del fluido refrigerante, poi bruciato completamente (2,4 tonnellate)”.

Eppure le analisi chimiche commissionate dalle famiglie delle vittime all’interno di una carrozza incenerita hanno rilevato alte concentrazioni di xilene e idrocarburi. I ricercatori vicini affermano che negli incendi da combustibile come questo, non tutto il materiale viene consumato: una parte si disperde nell’area, compreso l’interno del treno passeggeri. “Hellenic Train non ha ancora accesso a queste analisi e non può verificarne l’accuratezza. Per raccogliere ulteriori prove, la società ha commissionato nuove perizie sulle cause dell’incendio, per confermare o confutare i risultati”, ha aggiunto la compagnia.

Lo xilene e sostanze simili sono molto più economiche della benzina e vengono usate per adulterare i carburanti, un business redditizio per le organizzazioni mafiose. Le autorità stimano che il danno fiscale dovuto al contrabbando e all’adulterazione di carburanti sia di 1 miliardo l’anno, raddoppiato in un decennio. La maggior parte di questi solventi entra in Grecia dalla Bulgaria e poi raggiunge Atene. Diversi omicidi mafiosi negli ultimi anni sono stati collegati a questo traffico. Il governo greco chiede alla popolazione di fidarsi del fatto che i tribunali faranno luce su quanto accaduto a Tempe, ma la gente sembra scettica.

Il 26 gennaio, folle immense si sono radunate nelle piazze di tutta la Grecia chiedendo giustizia per le vittime. La dimensione delle proteste ha colto il governo alla sprovvista e gli ha impedito di sminuirle come di solito si fa con le proteste dell’opposizione. Dopo due giorni di silenzio, il primo ministro Kyriakos Mitsotakis è andato in tv: “L’impensabile è ora possibile – ha detto, accusando Hellenic Train – Se si dimostrerà oltre ogni dubbio che il treno trasportava carico pericoloso, affronterà conseguenze giudiziarie e politiche”.

In realtà, governo e società sono legati a doppio filo. I sistemi di videosorveglianza della linea, per dire, sono responsabilità della società statale Ose, l’operatore di rete, eppure sono scomparsi tutti i filmati delle 40 telecamere che hanno ripreso il treno merci in transito in ben 15 località. Fino a poche settimane fa, l’inchiesta aveva trovato la completa registrazione del treno passeggeri in ogni fermata, ma zero filmati del treno merci. A due anni di distanza, e solo dopo le proteste, sono emersi alcuni video del treno merci che non mostrano irregolarità, ma la loro autenticità è contestata.

La questione si ripercuote sulle relazioni tra Italia e Grecia. L’incontro tra Mitsotakis e Giorgia Meloni, previsto per il 19 febbraio, in cui era in agenda anche Hellenic Train, è stato annullato su richiesta italiana. Nel maxi processo, ancora in fase istruttoria, l’ex Ad e il responsabile della sicurezza di Hellenic Train sono accusati di omicidio colposo per negligenza, lesioni personali gravi per negligenza e lesioni personali semplici per negligenza per omissioni relative al funzionamento del sistema di comunicazione sui treni. La richiesta dei parenti delle vittime di elevare le accuse a reati più gravi, come nel caso della maggior parte dei circa 40 imputati, è stata appena respinta. Ma il conto per i contribuenti italiani resta ignoto. Una recente sentenza del Tribunale di Atene ha ritenuto Hellenic Train corresponsabile dell’incidente e ha accolto le richieste di risarcimento della prima vittima. La compagnia ha fatto appello.
*Reporters United

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