Guerra in Ucraina, la diretta – Putin: “Minacce? Reagiremo con mezzi finora inutilizzati”. A Orikhiv “feriti due americani volontari con Kiev”
A Polonia e Bulgaria gas da altri paesi Ue. Il capo del Cremlino: fallito il piano per strangolarci economicamente. Rogo in un deposito di armi in Russia. Londra ipotizza di mandare jet a Paesi alleati per girare caccia agli ucraini. Blinken: "Esplosivi nascosti dai russi in giocattoli e lavatrici"
Aggiornato: 22:36
I fatti più importanti
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- Eni si prepara al pagamento in rubli
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- Di Maio: "Pagare il gas in rubli viola il contratto"
- Il missile Sarmat e le altri armi russe | SCHEDA
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- Luhansk: "Russi hanno colpito ospedale a Severodonetsk, morta una donna"
- "Feriti due soldati volontari americani"
- Guterres arrivato a Kiev: "Al lavoro per evacuare civili"
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- Zelensky a Draghi: "Grazie per accoglienza a 100mila ucraini"
- Colloquio Draghi-Zelensky
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- Russia vieta ingresso a 287 parlamentari britannici
- Russia annuncia ritiro dall'Organizzazione mondiale del turismo
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- Azovstal, diffuse immagini dall'ospedale nell'acciaieria
- Von der Leyen: "Stop gas russo? Lavoriamo a una risposta"
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- VIDEO - Esplosioni e un incendio nel deposito di munizioni russo
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- Pesanti bombardamenti notturni a Dnipropetrovsk
- Russi prendono il controllo di due insediamenti vicino a Kharkiv
- Incendio in un deposito di munizioni a Belgorod (Russia)
- IL PUNTO - Cosa è successo martedì
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22:53
IL PUNTO – Cosa è successo martedì
La Russia ha deciso di chiudere i rubinetti del gas per la prima volta: da mercoledì Polonia e Bulgaria restano senza forniture, a meno che non decideranno di pagare i rubli. La mossa è arrivata nel giorno in cui si sono incontrati a Mosca il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, e il presidente russo Vladimir Putin. Che ha chiarito che senza un accordo “sulla Crimea e sul Donbass” l’offensiva di Mosca va avanti. Guterres invece ha provato a ottenere risultati almeno dal punto di vista dei corridoi umanitari, spiegando che le Nazioni Unite sono pronte a fare da “garante” nell’evacuazione dei civili da Mariupol. Il segretario generale allo stesso tempo ha dichiarato senza giri di parole che quella effettuata da Mosca in Ucraina è “un’invasione del territorio”.
I toni sono stati invece ben più tesi fra la Russia e il Regno Unito. A scatenare le minacce il vice ministro della Difesa di Londra, James Heappey, secondo cui “è assolutamente legittimo” che l’Ucraina compia attacchi in Russia anche con armi britanniche. Pronta la risposta del ministero degli Esteri russo secondo cui “seguendo questa logica” sarebbe legittimo “attaccare obiettivi militari sul territorio di quei paesi Nato che forniscono armi al regime di Kiev”. Parole che fanno temere un allargamento del conflitto a livello mondiale, come ha sottolineato Pechino.
Intanto nella base di Ramstein in Germania gli Stati Uniti hanno riunito gli Alleati per fare il punto sul rifornimento delle armi a Kiev. “Le prossime settimane saranno decisive, dobbiamo muoverci alla velocità della guerra”, ha argomentato il segretario della Difesa Usa, Lloyd Austin. “L’Ucraina ha bisogno oggi del nostro aiuto per vincere”, dice ancora. La prima riposta è arrivata dalla Germania, che dopo settimane di resistenza ha dato il via libera all’invio di carri armati a Kiev. Anche l’Italia si prepara a un secondo decreto per l’invio di equipaggiamenti militari. E la Casa Bianca ha subito festeggiato per la risposta degli alleati: “Da inizio invasione 5 miliardi di dollari di armi a Kiev”
Sul terreno infine a finire sotto pesanti attacchi è stata Zaporizhzhia con i missili russi che sono volati “a bassa quota” sopra la centrale nucleare. Resta alta l’attenzione pure attorno a Chernobyl, tornata in mano alle forze ucraine. Sul posto si è recato capo dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica, Rafael Grossi. Al momento i livelli di radiazione sul posto sono normali ma la situazione è stata “molto, molto pericolosa”. L’allarme di un’ulteriore escalation del conflitto sale anche nella regione di Odessa, dopo i raid missilistici di sabato e gli attacchi in Transnistria, la regione filorussa distante solo poche decine di chilometri, da cui potrebbe aprirsi un fronte da ovest.