Tensioni nella maggioranza, Draghi va da Mattarella: “Il governo va avanti”. Poi dopo il Consiglio dei ministri: “Non si fa senza il M5s”
Il premier torna in anticipo dal summit Nato di Madrid per presiedere il Cdm e prima sale al Quirinale. Poi in conferenza stampa cerca di chiudere le polemiche e assicura che il governo va avanti. Pressing dei parlamentari M5s su Conte per uscire dall'esecutivo, mentre il Carroccio minaccia di uscire se lo Ius Scholae dovesse essere approvato
Aggiornato: 16:56
I fatti più importanti
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- Draghi in conferenza stampa: "Il governo non si fa senza i 5 stelle"
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- Draghi a Mattarella: "Governo va avanti"
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- Iniziato il Cdm
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- Conte a Elio Vito: "Tue dimissioni gesto di coerenza, merce rara"
- M5s: "Surreale stop a Ius scholae"
- Turco (M5s): "Se confermate parole di Draghi su Conte allarme per la democrazia"
- Turco (M5s): "Pressing su Conte ma appoggio esterno non è sul tavolo"
- Il ministro Patuanelli: "Governo non può reggersi su scissioni e fibrillazioni"
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- Pressing M5s su Conte per appoggio esterno a governo
- Senato, nasce il gruppo Insieme per il futuro-Centro democratico
- Draghi al Quirinale da Mattarella: colloquio di un'ora
- Patuanelli: "C'è una spinta perché il Movimento esca dal governo"
- Esame ius scholae e cannabis slitta alla prossima settimana
- Salvini: "Non possiamo accettare forzature di Pd e M5s"
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09:30
Il retroscena – La telefonata tra Draghi e Conte
Secondo un retroscena riportato dal Corriere della Sera, Giuseppe Conte si sarebbe sfogato nella telefonata di mercoledì con Mario Draghi, dopo le rivelazioni di De Masi. “Per il rispetto che ho delle istituzioni e del tuo ruolo non ti avrei attaccato pubblicamente mentre eri impegnato al vertice Nato. Ma se è vero che hai chiesto a Grillo la mia testa è una cosa gravissima, non per l’attacco personale a me da parte di un premier tecnico, ma perché in ballo c’è il corretto funzionamento delle istituzioni democratiche”, avrebbe detto l’ex premier, spiazzando l’ex presidente della Bce. L’attacco è anche verso Luigi Di Maio, pur senza nominarlo: “A che gioco state giocando? Se ci volete fuori dal governo me lo dovete dire, chiaro e tondo”, avrebbe incalzato ancora Conte. “Ci sono voluti due giorni per aggiungere un aggettivo alla risoluzione sull’Ucraina. Chigi e Farnesina bloccavano ogni nostra proposta e intanto Di Maio, tra Camera e Senato, raccoglieva le firme per spaccare il M5S”, avrebbe puntato il dito il leader del Movimento 5 stelle, accusando anche di aver “piazzato la norma sull’inceneritore nel decreto aiuti”. Rabbia anche per lo stop al superbonus. La promessa di Draghi è la stessa poi dichiarata in conferenza stampa: “Domani ci risentiamo e ci vediamo”.
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08:59
Delrio: “Ius scholae non c’entra niente con l’agenda di governo”
“Lo Ius scholae è una legge del Parlamento che ha una sua attività. L’agenda del governo è un’altra cosa, e chi dovesse mischiare le due cose se ne assumerebbe la responsabilità. Da parte nostra non c’è nessuna intenzione di mettere a rischio il governo”. Sono le parole di Graziano Delrio intervistato dalla Stampa su uno dei temi che sta creando fibrillazioni interne alla maggioranza. L’ex ministro del Pd si chiede di cosa abbiano paura Salvini e Meloni, e sottolinea che si tratta di un diritto “abbastanza comune in tutta Europa, e non è che gli altri Paesi sono stati invasi dagli immigrati”. “Dietro questo progetto di legge c’è un lavoro lunghissimo, che sarebbe stato molto più semplice se la destra non si fosse mostrata populista. Si sono opposti in maniera radicale a un provvedimento che in un altro Paese sarebbe passato in cinque minuti. Sono atti del Parlamento, non coinvolgono il governo, a meno che non si vogliano utilizzare per fare propaganda. Ma questa sarebbe una responsabilità che si assumerebbe chi decidesse di mischiare le due cose”.
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08:53
Salvini: “Non possiamo accettare forzature di Pd e M5s”
Ritirare il sostegno al governo Draghi è l’ultima cosa che la Lega vorrebbe, ma Matteo Salvini osserva con preoccupazione “le continue provocazioni di Pd e 5Stelle”. Dalle pagine del Corriere della Sera, il leader leghista avverte: “Bloccare il Parlamento per votare ius scholae e droga libera è contro gli interessi del Paese. Siamo stati fin qui molto responsabili: dalla guerra alla pandemia alla riforma fiscale, pur facendo valere le nostre posizioni. La dialettica è il sale della democrazia. Non possiamo però accettare una forzatura che rischia di danneggiare l’Italia e gli italiani”.
Secondo l’ex ministro dell’Interno, “legalizzare le droghe sarebbe una follia che non riduce la criminalità” e “la cittadinanza va meritata non regalata, se no si rischia di aumentare la disgregazione sociale”.
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