Governo, diretta – Berlusconi-Meloni, un’ora di incontro per la tregua. “Uniti alle consultazioni, lavoriamo per un esecutivo di alto profilo”

Aggiornato: 12:21

  • 12:18

    Montecitorio, colloquio tra Lollobrigida (Fdi) e Barelli (Fi)

    Un lungo colloquio fra Francesco Lollobrigida e Paolo Barelli all’ingresso di Montecitorio. “Il dialogo con gli amici di Forza Italia non si è mai interrotto” ha detto ai giornalisti il primo. “Ho incontrato Lollobrigida al parcheggio non c’è nulla di nascosto” ha aggiunto Barelli.

  • 10:01

    Crosetto smorza le polemiche: “Ci serve la visione di Berlusconi”

    Il cofondatore di Fratelli d’Italia Guido Crosetto comprende gli attriti tra Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi ma, a poche ore dall’incontro fra i due leader, è fiducioso. “Né Silvio Berlusconi né Giorgia Meloni pensano davvero di interrompere il loro lavoro per il bene del Paese per questioni di carattere personale – dichiara in un’intervista al Corriere – L’Italia viene prima anche delle legittime irritazioni di Giorgia”. Il presidente di Forza Italia “conosce come nessuno i bisogni e i problemi del mondo produttivo”, riflette Crosetto, per il quale Berlusconi “deve essere portatore della visione di questa parte della società italiana. C’è bisogno della sua visione e della sua esperienza”. Sullo sgarbo del non voto degli azzurri a Ignazio La Russa e sul foglietto pieno di critiche a Meloni, Crosetto smorza le polemiche. “Credo sia difficile per chiunque accettare di non essere più nella posizione di chi dà le carte – dice – Lo è per una persona normale, figuriamoci per chi come Berlusconi ha fatto cose straordinarie, da leader in ogni settore della propria attività”. Con Meloni, “questo governo nasce come governo di centrodestra, composto dalle forze che hanno vinto le elezioni”. E dunque, dice Crosetto, “non vedo alternative a un governo di centrodestra”. Quanto alla formazione dell’esecutivo, la premier in pectore “deve pretendere di avere una squadra fatta dei profili migliori possibili, che le permettano di impostare e attuare il programma e affrontare le emergenze”. E sulla non scelta di Licia Ronzulli (FI), “un premier ha diritto di scegliere chi ritiene più adatto per ogni ruolo”.

  • 09:39

    Calenda: “Se la destra non forma un governo parola a Mattarella”

    “Evocare il voto a meno di un mese dalle elezioni è un record planetario. La destra non regge alla prova del Governo e l’Italia non può permettersi instabilità e confusione. Se non sono in grado di formare un governo forte la parola deve tornare a Mattarella (e a Draghi)”. Così Carlo Calenda su Twitter.

  • 09:01

    Micciché: “A questo punto diamo l’appoggio esterno al governo”

    “Diamo l’appoggio esterno al Governo. A questo punto” Giorgia Meloni “si scelga questi scienziati di ministri”. L’ala intransigente di Forza Italia chiede fermezza a Berlusconi che oggi incontrerà la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, nel tentativo di trovare un accordo sulla composizione del nuovo governo. E a portare avanti le posizioni dei ‘falchi’ è il senatore Gianfranco Micchichè in un’intervista a La Stampa, aggiungendo che Nello Musumeci “penso farà il ministro”. Ma la fiducia “la voterò comunque, c’è un impegno con gli elettori”, aggiunge l’esponente azzurro che a Fratelli d’Italia imputa “la totale irriconoscenza verso Berlusconi”. Quanto alle polemiche su Licia Ronzulli, “è assolutamente normale che i leader vogliano delle sentinelle dentro al Consiglio dei ministri. Se ha un ruolo così importante nel partito vuol dire che è all’altezza di averlo anche nel Governo”.

  • 08:53

    Lollobrigida (FdI): “No a governi anomali, altrimenti si vota”

    Tra Forza Italia e Fratelli d’Italia “il clima è trasceso”, ammette il capogruppo uscente di FdI Francesco Lollobrigida che, in vista dell’incontro di oggi tra Meloni e Berlusconi, dice: “Serve un percorso di chiarezza, che nelle prossime ore contiamo si possa riattivare”. No a “inciuci né governi anomali”, dice in un’intervista a La Repubblica, “altrimenti neppure ci proviamo. E torniamo dagli elettori, riproponendo a quel punto una coalizione diversa dall’attuale”.
    Al Senato ci sono stati la diserzione dei forzisti su La Russa e il caso degli appunti di Berlusconi. Ma “Giorgia non conosce il rancore e qualsiasi arrabbiatura, se emersa – assicura Lollobrigida -, sarà sopita dall’interesse generale”. “Giorgia ha sempre avuto rispetto per la storia politica di Berlusconi – prosegue -, pretende analogo rispetto non tanto per lei ma per i milioni di elettori che l’hanno votata”. Lollobrigida sottolinea il voto di Berlusconi per la presidenza del Senato e crede “che la generosità del Cavaliere prevarrà rispetto a chi sta provando a far diventare FI un partito diverso rispetto a quello che è sempre stato, mettendo davanti i personalismi”. È “inaccettabile”, per l’esponente di FdI, “di far mancare i numeri per fare quello che vuoi tu. Non è un metodo che porta a una conciliazione”. “Nella fase della fiducia – afferma Lollobrigida -, altre forze potrebbero essere interessate a dare un contributo positivo”. “I moderati – dice – possono essere un punto di riferimento per altre risorse, dentro e fuori la coalizione, che si sono già manifestate nel voto su La Russa”.

  • 08:43

    Gasparri: “Basta rancori, il buonsenso prevarrà”

    Riconosce le tensioni all’interno del centrodestra Maurizio Gasparri, esponente di punta di Forza Italia che, intervistato dal Qn, si augura “soprattutto che scoppi una scintilla di rapporto umano tra tutti quanti”. “L’importante è trovare un clima non rancoroso”, esorta, in vista del vertice di oggi tra Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi. Nel centrodestra “ci sono stati problemi e incomprensioni – ammette Gasparri -, ma vanno superati in nome di un supremo interesse del Paese”. “Berlusconi – spiega – ha il merito di aver creato il centrodestra, di averlo difeso quando ha vinto, quando ha perso e dopo aver subito attacchi personali di ogni tipo”. Mentre “Meloni è la guida del centrodestra per i voti ricevuti, ora bisogna andare avanti, governare”, prosegue. L’episodio del foglietto del del leader forzista al Senato “andrà chiarito tra Berlusconi e Meloni”, afferma Gasparri. C’è poi il caso Ronzulli, la mancata scelta dell’esponente azzurra nella squadra di governo, che “ha creato tensioni e strascichi”, ammette. Da lì il non voto di Forza Italia a La Russa. “Noi alla seconda” votazione “avremmo votato per La Russa”, ma “loro hanno poi ottenuto voti per assicurarsi l’elezione al primo turno”, ricostruisce Gasparri. Il mancato voto, sintetizza, “è stata una reazione a un clima nervoso”. L’ex ministro è però sicuro: “Dubito che quella maggioranza diversa possa ripresentarsi quando voteremo la legge di Stabilità. Non esistono maggioranze alternative a quella uscita dalle urne”. E nella formazione del governo “il buon senso prevarrà”, assicura, e “si terrà conto degli equilibri quantitativi e qualitativi”.

  • 08:22

    Il punto – Alle 16 il faccia a faccia Meloni-Berlusconi. Ronzulli: “Serve governo, mio caso non esiste”

    Il momento del chiarimento è fissato per oggi pomeriggio alle 16. A quell’ora Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi si incontreranno per cercare di siglare una tregua dopo il caos scaturito dagli appunti dell’ex premier immortalati al Senato. Dopo una serie di contatti telefonici con Berlusconi, il faccia a faccia è fissato negli uffici di FdI, in via della Scrofa. Con l’auspicio di entrambe le parti di un epilogo ben diverso rispetto all’incontro di giovedì scorso alla Camera. In tarda serata, del resto, è una nota della senatrice Ronzulli ad abbassare i toni con un implicito passo indietro rispetto a un ruolo di governo che più volte Berlusconi ha tentato invano di ottenere per lei: “Un mio caso non esiste e comunque non esiste più”, si legge.

    Intanto tra gli alleati il clima pare essere stato stemperato dal lavoro dei pontieri, lungo l’asse fra Gianni Letta (che oggi è andato ad Arcore) e il nuovo presidente del Senato Ignazio La Russa. Un punto di caduta potrebbe alla fine trovarsi sulla Giustizia. Meloni per quel posto pensa da tempo all’ex magistrato Carlo Nordio. Ma, secondo varie ricostruzioni, ci sarebbero margini di trattativa. In alternativa Berlusconi è pronto a rivendicare il Viminale (con una figura di alto profilo, di garanzia), o il Mise, che è però uno dei dicasteri chiave per la premier in pectore. Altrimenti, in ultima istanza, Fi chiederebbe un ministero in più di quelli della Lega.

    Finora sono quattro quelli attribuibili a Forza Italia, fra cui gli Esteri per Antonio Tajani. Ad ogni modo, l’esito della trattativa dovrà incastrarsi con i desiderata della Lega che non sembra incline a rinunciare al Viminale, e si è già assicurata il Mef con Giancarlo Giorgetti (a meno che si riapra l’opzione di Fabio Panetta). 

    “Si mettano l’anima in pace: siamo qui per risollevare la nostra Nazione. Sarà un percorso pieno di ostacoli, ma daremo il massimo. Senza mai arrenderci”, ha scritto oggi Melonicriticando gli “attacchi scomposti della sinistra, un vero e proprio insulto ai cittadini che hanno scelto da chi essere rappresentati”. L’ultimo affondo del Pd è arrivato pochi minuti dopo. “Nella trattativa per la formazione del governo entrano in campo i figli di Berlusconi, cioè i proprietari di Mediaset – ha notato Enrico Borghi -. Di cosa parlano con Meloni? Del futuro dell’azienda? Cose inconcepibili in qualunque altro paese occidentale”.
    Di certo, le tensioni dopo lo strappo di Fi in Senato e lo scontro sul caso degli appunti, hanno prodotto incertezza dentro Forza Italia. Non solo per gli scenari legati al governo, ma anche per il subbuglio che attraversa il partito. Dopo l’esclusione dal governo per il veto di Meloni, Licia Ronzulli mira alla guida del gruppo al Senato, e un azzurro a lei vicino, Giorgio Mulè è l’alternativa a Barelli per Montecitorio.