Il governo si insedia, la diretta – Lungo colloquio con Draghi e rito della campanella, poi il primo Cdm. Meloni incontra Macron a Roma
A Palazzo Chigi la cerimonia del passaggio di consegne, dopo un faccia a faccia dalla durata irrituale. A seguire il cdm, durato circa mezz'ora. In serata in un hotel romano la premier vede il presidente francese, che dice: "Incontro informale, ma importante per l'Ue"
Aggiornato: 10:17
I fatti più importanti
- Macron: "Italia e Francia, continuare lavoro iniziato"
- Macron: "Incontro informale, ma importante per l'Ue"
- Terminato incontro Meloni-Macron
- In corso incontro tra Meloni e Macron
- Farnesina: chiamata Tajani-Borrel
- Macron in serata vedrà Giorgia Meloni
- Lungo colloquio Meloni-Draghi e Consiglio dei ministri lampo
- Tajani chiama il papà di Alessia Piperno
- Lollobrigida: "Contrasto a Nutriscore e lotta a falsi"
- Meloni: "Abbiamo scritto la storia. Ora scriviamo il futuro dell'Italia"
- Landini: "Tanti problemi da affrontare, aspettiamo convocazione"
- Bonelli: "Pichetto Fratin già commissariato da Cingolani"
- Meloni: "Consapevoli delle difficili sfide che ci attendono. Siamo pronti"
- Meloni: "Ci guardano tutti, c'è grande aspettativa su di noi"
- Cingolani: "Sarò advisor per l’energia per Palazzo Chigi. Incarico non è retribuito"
- Cingolani lavorerà come consigliere di Meloni
- Cdm, Meloni chiede "unità e spirito di squadra"
- Concluso il primo Cdm presieduto da Meloni
- Iniziato il primo Consiglio dei ministri
- Mario Draghi lascia Palazzo Chigi
- Effettuato il rito della campanella
- Il colloquio tra Draghi e Meloni dura oltre un'ora
- IL PUNTO - Oggi il passaggio di consegne e il primo Cdm
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10:34
Iniziata la cerimonia del passaggio di consegne tra Meloni e Draghi
Giorgia Meloni è arrivata a Palazzo Chigi. Inizia la cerimonia del passaggio di consegne con il premier uscente Mario Draghi.
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Draghi è arrivato a Palazzo Chigi
Mario Draghi è arrivato ora a Palazzo Chigi per il passaggio di consegne. Il premier uscente è entrato dal portone centrale.
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08:58
IL PUNTO – Oggi il passaggio di consegne e il primo Cdm
Alle 10.30, a Palazzo Chigi, va in scena la tradizionale cerimonia del passaggio di consegne – col rito della campanella – tra Giorgia Meloni e il premier uscente, Mario Draghi, rientrato da Bruxelles. E alle 12 si terrà la prima riunione del Consiglio dei Ministri nel corso della quale sarà nominato sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, saranno attribuite le funzioni ai vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani, e saranno conferiti – attraverso un Dpcm – gli incarichi specifici ai ministri senza portafoglio. Un apposito decreto legge servirà invece per stabilire la ridenominazione di quattro dicasteri con portafoglio (Imprese e Made in Italy, Agricoltura e sovranità alimentare, Istruzione e merito, Ambiente e della sicurezza energetica).
Nell’agenda della Meloni potrebbe poi entrare nelle prossime ore anche un impegno legato all’arrivo nella Capitale di Emmanuel Macron. Il presidente francese è infatti atteso domenica pomeriggio alla Nuvola, all’Eur, per la conferenza internazionale ‘Il grido della pace’, organizzata dalla Comunità di Sant’Egidio. Lunedì mattina l’inquilino dell’Eliseo sarà quindi in Vaticano per l’udienza con Papa Francesco e successivamente salirà al Quirinale per il pranzo privato col presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Venerdì al termine del Consiglio europeo, in merito ad un suo possibile incontro con Meloni, Macron si era limitato a un “vedremo lunedì in funzione delle evoluzioni istituzionali nel rispetto della prassi”.
Intanto la premier dovrà pensare anche a sbrogliare in modo rapido i nuovi possibili nodi interni alla coalizione. Silvio Berlusconi ha tutta l’intenzione di prendere la parola quando al Senato, probabilmente mercoledì, sarà il momento di votare la fiducia al governo. L’idea del leader di Forza Italia, raccontano le agenzie di stampa, sarebbe quella di ribadire il ruolo di “perno” nel destino dell’esecutivo. E all’orizzonte c’è la partita del sottogoverno, in cui Berlusconi conta di prendersi qualche rivincita, con gli azzurri che potrebbero rivendicare 10-12 posti. Caselle in cui potrebbero finire fedelissimi del leader come Valentino Valentini o Francesco Paolo Sisto, rispettivamente come viceministro alla Difesa e alla Giustizia.
Un altro fronte con la Lega si è già aperto per le deleghe sui porti. Nel partito di Matteo Salvini sono certi che debbano restare fra quelle del ministero per le Infrastrutture, guidato proprio dal leader. La “difesa dei confini nazionali” dai flussi migratori, assieme all’autonomia, resta d’altronde una delle ultime due bandiere che la Lega può sventolare in consiglio dei ministri, come ragionano alcuni leghisti, dando sfogo al risentimento diffuso per aver perso l’Agricoltura. In compenso, è un altro retroscena raccontato dalle agenzie, Salvini e Meloni sono partiti con la comune intenzione di fare in modo che l’esecutivo dia quanto prima segnali concreti di realizzazione del programma.