Messina Denaro, nel secondo covo gioielli e pietre preziose, ma per ora nulla di scritto. L’intestatario è un ex consigliere comunale

Il secondo nascondiglio si trova in via Maggiore Toselli, ai civici 32 e 34, a circa un chilometro in linea d’aria dal primo. Si tratta di una stanza nascosta, una sorta di bunker, realizzato all'interno di un appartamento. Il procuratore nazionale antimafia: "Togliere le intercettazioni sarebbe danno serio. Anche il trojan è necessario"

Aggiornato: 09:39

I fatti più importanti

  • 10:17

    Tra oggi e domani udienza di convalida per Giovanni Luppino

    E’ stata fissata per domani mattina, alle 9.30, al carcere Pagliarelli di Palermo, l’udienza di convalida per Giovanni Luppino. Ad interrogarlo sarà il giudice per le indagini preliminari Fabio Pilato. Luppino è accusato di favoreggiamento aggravato a Cosa nostra e procurata inosservanza di pena.

  • 10:09

    I Ris dei Carabinieri ancora al lavoro nel covo di Messina Denaro

    I Ris dei Carabinieri ancora al lavoro in vicolo San Vito a Campobello di Mazara (Trapani) nel covo del boss Matteo Messina Denaro. Gli uomini del Reparto di investigazioni scientifiche dell’Arma stanno passando al setaccio l’abitazione, di proprietà di Andrea Bonafede, alla ricerca di tracce anche biologiche. Nella giornata di ieri è stata trovata, tra le altre cose, un’agendina su cui l’ex latitante scriveva le sue riflessioni, anche sulla figlia Lorenza che non porta il suo cognome e che non lo vuole vedere da anni. Non solo. Ci sarebbero anche delle date, di alcuni incontri. Tutto il materiale è al vaglio degli investigatori. Al momento non sono stati trovati documenti o ‘pizzini’, come era successo in passato nei covi di altri boss. In una scatola c’era invece tutta la sua documentazione sanitaria, con cartelle cliniche sulle visite effettuate.

  • 09:28

    Procuratore De Lucia: “Cerchiamo risposte sui favoreggiatori”

    “In una latitanza così lunga certamente le connivenze di determinati ambito sociali sono state utili. Ovviamente Messina Denaro ha goduto di un appoggio molto ampio, non solo di certa borghesia”. Così il procuratore di Palermo Maurizio De Lucia in un’intervista al Corriere della Sera. “Quello dei favoreggiatori è un capitolo ancora tutto da scrivere, ma mi faccio delle domande. Come è possibile che uno dei più pericolosi ricercati italiani si sia fatto operare e per mesi si sia sottoposto a visite in una delle cliniche più note della città senza che, fino al nostro intervento, nessuno si sia accorto di nulla? Qualcuno sapeva e lo ha coperto? Vogliamo una risposta a queste domande. La vogliono i cittadini”.

  • 09:25

    Giovedì la convalida dell’arresto di Luppino

     E’ fissata per domani mattina, giovedì, probabilmente nel carcere Pagliarelli di Palermo, l’udienza di convalida dell’arresto di Giovanni Luppino, agricoltore 59enne di Campobello di Mazara finito in manette lunedì scorso dopo aver accompagnato il boss Messina Denaro nella clinica palermitana i cui il capomafia doveva sottoporsi a delle cure. Luppino, che sarà interrogato dal gip, alla presenza del pm della Dda Piero Padova, è accusato di favoreggiamento e procurata inosservanza di pena. Al giudice dovrà spiegare i suoi rapporti con il padrino ricercato per trent’anni.

  • 09:24
  • 09:06

    Melillo: “Intercettazioni fondamentali”

    “A Palermo, c’è stata un’indagine lunga e difficile, con un’accelerazione importante: dovuta in particolare al ricorso sapiente allo strumento delle intercettazioni“. Da procuratore nazionale “ho la responsabilità di sottolineare che oggi le mafie parlano innanzitutto il linguaggio della corruzione e delle frodi fiscali, che è linguaggio praticato largamente dal mercato e nel mercato, fungendo da saldatura di interessi eterogenei”. Quindi, sottrarre alla corruzione lo strumento delle intercettazioni significa indebolire quella lotta? “Non c’è dubbio che sarebbe un danno serio“. Lo ha detto il procuratore nazionale antimafia, Giovanni Melillo, in un’intervista a La Repubblica, in merito all’arresto di Matteo Messina Denaro. Parlando delle intercettazioni ha quindi aggiunto: “Si tratta di un campo delicato e complesso che interroga tutti i sistemi nazionali. Innanzitutto perché nell’era digitale nelle indagini e nei processi confluiscono masse informative incomparabilmente più grandi e delicate rispetto al passato”. In merito all’utilizzo del trojan “sul versante della corruzione credo sia necessario anche quello strumento. Che va ancorato a parametri rigorosi. Ma ripeto: appartiene alla responsabilità politica definire queste scelte, così come valutare il tempo di queste scelte”.

  • 09:04

    Pm indagano su agenda e carte mediche

    Riflessioni sulla vita e sull’amore, le date degli incontri con la figlia, brani di lettere ricopiati tutti da interpretare: c’è molto materiale nell’agenda trovata la notte tra lunedì e martedì nella casa in cui il boss Matteo Messina Denaro, arrestato due giorni fa, ha trascorso l’ultimo anno della sua latitanza. Nell’appartamento di vicolo San Vito, a Campobello di Mazara, non sarebbero stati scoperti documenti esplosivi o carte compromettenti – cosa che spinge i pm a pensare che ci sia un altro covo in cui il boss teneva le cose riservate- ma l’agenda potrebbe dare spunti investigativi importanti. Come i tantissimi documenti sanitari – referti di visite specialistiche, molte oculistiche, sostenute da Messina Denaro negli anni – recuperati in uno scatolone. Le cartelle mediche dimostrano che il capomafia, incastrato proprio grazie all’inchiesta sulla gravi patologie di cui soffre, durante la latitanza ha incontrato diversi dottori. Uno, Alfonso Tumbarello, medico di base di Campobello di Mazara è indagato per favoreggiamento e procurata inosservanza della pena, altri saranno presto sentiti. Come un oncologo di Trapani che lo aveva curato. Ma la caccia ai fiancheggiatori è solo all’inizio.