Messina Denaro, l’autista Luppino resta in carcere: “Sapeva chi era”. Perquisita la casa dell’ex avvocato Antonio Messina – la giornata

Nell'ordinanza di applicazione della custodia in carcere si legge che subito dopo l'arresto il boss ha detto all'autista: “È finita”. Scrive il gip: "I pizzini potrebbero schiudere lo sguardo a nuovi scenari". Nel frattempo il capomafia si sottopone alla prima seduta di chemio in carcere

Aggiornato: 11:04

  • 13:57

    “Autista in carcere perché desta allarme sociale, conosce la rete del boss”

    “Sussistono le esigenze cautelari” per Giovanni Luppino, l’autista del boss mafioso Matteo Messina Denaro “non tanto perché non sono emersi elementi idonei a superare la presunzione iuris tantum introdotta dalla norma, quanto perché si ravvisano in concreto diversi aspetti di particolare allarme sociale“. E’ quanto scrive nell’ordinanza di custodia cautelare il gip Fabio Pilato. Il giudice parla di un “concreto e attuale pericolo per l’acquisizione o la genuinità della prova nell’ambito di un’operazione ancora in corso con la ricerca dei “covi” e della rete dei fiancheggiatori che hanno reso possibile una latitanza così lunga”. “Trattandosi di un soggetto a stretto contatto con il noto latitante può senz’altro presumersi che egli sia custode di segreti e prove che farebbe certamente sparire se lasciato libero. A ciò aggiungasi che occorre svolgere degli accertamenti sui pizzini dal contenuto sospetto rinvenuti al momento della perquisizione“, spiega nell’ordinanza il giudice Fabio Pilato.

  • 13:55
  • 13:49

    “I pizzini potrebbero schiudere lo sguardo a nuovi scenari”

    Per il gip Pilato “l’aver assicurato uno spostamento in via riservata così evitando il ricorso ad altri mezzi di locomozione – pubblici o privati, possibilmente condotti dallo stesso latitante – costituisce una condotta teleologicamente orientata ad eludere le investigazioni in corso, secondo il tipico di schema del favoreggiamento“. E ricorda la necessità di un “approfondimento investigativo sul rinvenimento dei numerosi pizzini dal contenuto opaco che potrebbero schiudere lo sguardo a nuovi scenari“.

  • 13:48

    “Autista ha posto i cellulari in modalità aerea prima di spegnerli per evitare che si agganciassero alle celle”

    Il gip Fabio Pilato segnala “la particolare accortezza dimostrata da Luppino che ha posto i cellulari in modalità aerea prima di spegnerli, nell’evidente tentativo di innalzare al massimo il livello di cautela e riserbo onde evitare che gli apparecchi si agganciassero alle celle telefoniche di zona, così consentendo la mappatura dello spostamento“. E ricorda “la condotta elusiva e di favoreggiamento perpetrata dall’indagato”, dice il giudice per le indagini preliminari. “L’indagato ha agito in modo da non esporre Messina Denaro al pericolo di una cattura che avrebbe comportato l’esecuzione delle pene definitive gravanti sulla sua testa”, scrive ancora il gip.

  • 13:45

    “Luppino talmente consapevole dell’identità di Messina Denaro da camminare armato”

    “Ma al di là di ogni considerazione logica, sono le risultanze investigative a fornire il dato decisivo, nella misura in cui il possesso del coltello e dei due cellulari – entrambi tenuti spenti ed in modalità aereo- suggeriscono che Luppino fosse talmente consapevole dell’identità di Messina Denaro da camminare armato e ricorrere ad un contegno di massima sicurezza per evitare possibili tracciamenti telefonici”.

  • 13:42

    “Luppino persona di massima fiducia del boss”

    “È noto che il ruolo di autista costituisce compito estremamente delicato e strategico nell’organizzazione interna di cosa nostra, soprattutto per le esigenze di cautela e protezione dei capi mafia. Ne consegue che l’incarico viene assegnato a persone di massima fiducia, in grado di garantire segretezza, sicurezza ed affidabilità degli spostamenti – scrive il gip nell’ordinanza di custodia cautelare – Una simile funzione tocca il massimo livello di accortezza se poi il soggetto accompagnato sia addirittura il vertice assoluto dell’organizzazione criminale, costretto a destreggiarsi in un trentennale stato di latitanza”. “Nel caso di specie, non v’è dubbio che Luppino abbia consapevolmente e diligentemente adempiuto a tale mansione fiduciaria, poiché in tal senso depongono le acquisizioni investigative – scrive ancora il gip – Invero, basterebbero le semplici qualità soggettive di Messina Denaro ad escludere la versione che questi possa essersi affidato ad un ignaro quisque de populo, incontrato di sfuggita sei mesi addietro, ed avvalorare la tesi accusatoria che Luppino sia stato prescelto per uno spostamento ad alto rischio, proprio in virtù della massima fiducia che il capo mafia riponeva in lui”.

  • 13:41

    Autista arrestato, il gip: “Sua versione dei fatti profondamente inveritiera”

    “La versione dei fatti fornita dall’indagato è macroscopicamente inveritiera, non essendo credibile che qualcuno, senza preavviso, si presenti alle cinque del mattino a casa di uno sconosciuto per chiedergli la cortesia di accompagnarlo in ospedale per delle visite programmate, in assenza di una situazione di necessità e urgenza”. Ecco perché il gip di Palermo Fabio Pilato ha emesso l’ordinanza di custodia cautelare a carico di Giovanni Luppino, l’autista del boss mafioso Matteo Messina Denaro, arrestato con il capomafia lunedì mattina alla clinica Maddalena.

  • 13:24

    Il ruolo dell’ex guida della Loggia Ferrer di Castelvetrano

  • 13:18

    Autista aveva in tasca pizzini e numeri di telefono

    Al momento dell’arresto Giovanni Luppino, l’autista fidato di Matteo MessinaDenaro, aveva in tasca, oltre a due telefoni cellulari in modalità aerea, anche dei ‘pizzinì, “una lunghissima serie di biglietti e fogli maoscritti con numeri di telefoni, nominativi e appunti di vario genere, dal contenuto oscuro e di estremo interesse investigativo”. A scriverlo, come apprende l’Adnkronos, è il gip di Palermo Fabio Pilato nella ordinanza di custodia cautelare a carico dell’autista del boss appena emessa, 24 ore dopo la convalida dell’arresto del commerciante di olive. Nell’interrogatorio l’uomo ha detto di non sapere che si trattasse del boss Messina Denaro. Ma il gip non gli ha creduto.

  • 13:17

    Subito dopo l’arresto, il boss ha detto al suo autista: “È finita”

    Subito dopo il suo arresto, lunedì mattina, alla clinica Maddalena di Palermo, il boss Matteo Messina Denaro avrebbe detto al suo autista, Giovanni Luppino “è finita”. A raccontarlo, come si legge nell’ordinanza di custodia cautelare visionata dall’Adnkronos, è lo stesso commerciante di olive finito in carcere con il capomafia. Luppino “ha dichiarato di ignorare la vera identità di Messina Denaro – scrive il gip – specificando che, circa sei mesi addietro, il suo idraulico di fiducia, Andrea Bonafede, glielo aveva presentato indicandolo come un suo cognato, di nome Francesco. Dopo quel brevissimo incontro, durato appena una manciata di minuti, non lo aveva più visto né incrociato, fino alla mattina del 16.1.2023 quando il tale Francesco, sedicente cognato di Andrea Bonafede, si era presentato all’alba (ore 5,45 del mattino) per chiedergli la cortesia di accompagnarlo a Palermo, dovendo sottoporsi a delle cure mediche in quanto malato di cancro”. “Luppino ha concluso le sue dichiarazioni sostenendo di essersi reso conto della vera identità di Messina Denaro soltanto a seguito dell’intervento dei Carabinieri, quando aveva chiesto al tale Francesco se cercassero lui, ottenendo in risposta le testuali parole: “Si, è finita”.