Esplosione in un caffè a San Pietroburgo: morto il blogger nazionalista russo Tatarsky. L’ordigno nascosto in una statuetta regalo – diretta

Una bomba al tritolo (video) ha ucciso il noto blogger militare pro-Cremlino (chi era). Feriti in 25. Il ministero degli Esteri di Mosca lo omaggia: "L'Occidente si preoccupa per i giornalisti ma tace su di lui". Telefonata tra il segretario di Stato Usa Blinken e l'omologo russo Lavrov

Aggiornato: 16:49

  • In Evidenza
    19:21

    A esplodere una statuetta donata al blogger

    L’esplosione che ha ucciso il blogger Vladlen Tatarsky è avvenuta allo “Street bar no. 1”, in argine Universitetskaïa 25, e secondo i media locali, è stata causata da un “ordigno esplosivo” portato da una cliente. Secondo quanto riferito, Tatarsky stava incontrando alcuni membri del pubblico e una ragazza gli ha regalato una statuetta che è esplosa. La facciata dell’edificio è stata danneggiata. Non c’è stata nessuna rivendicazione di responsabilità. Dall’invasione su larga scala dell’Ucraina, il 24 febbraio 2022, in Russia si sono verificati diversi incendi ed esplosioni, senza che vi fossero chiare indicazioni di un collegamento con il conflitto.

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  • 21:27
    Vladlen Tatarsky, chi era il blogger filo-Putin ucciso. L'omaggio del governo di Mosca. Kiev:

    Vladlen Tatarsky, chi era il blogger filo-Putin ucciso. L'omaggio del governo di Mosca. Kiev: "In Russia i ragni si mangiano a vicenda"

    Il noto blogger nazionalista russo Vladlen Tatarsky, all’anagrafe Maksim Fomin, è stato ucciso…

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  • 21:17

    I feriti salgono a 25: 19 in ospedale

    Sono saliti a 25 i feriti dell’esplosione avvenuta oggi pomeriggio ad un caffè a San Pietroburgo, dove è rimasto ucciso Vladlen Tatarsky, noto blogger militare nazionalista e corrispondente di guerra russo. “Diciannove persone sono state ricoverate in ospedale”, si legge nella nota delle autorità russe. 

  • 21:15

    Il ministero degli Esteri russo omaggia Tatarsky. Zakharova: “L’Occidente si preoccupa per i giornalisti e tace su di lui”

    Il ministero degli Esteri russo ha omaggiato Vladlen Tatarsky, il noto blogger rimasto ucciso oggi nell’esplosione di un ordigno a San Pietroburgo. Persone come lui “sono difensori della verità”, ha scritto su Telegram la portavoce del ministero Maria Zakharova, aggiungendo che la mancanza di reazione da parte dei governi occidentali “nonostante le loro preoccupazioni per il benessere dei giornalisti e della stampa libera parla da sola”.

  • 20:52

    Attentato a San Pietroburgo, Kiev: “I ragni si mangiano a vicenda”

    Il governo ucraino lancia l’ipotesi che ci sia l’opposizione interna russa contro l’invasione dietro all’esplosione avvenuta in un bar di San Pietroburgo in cui è rimasto ucciso il blogger militare pro guerra Vladlen Tatarsky. “Inizia in Russia… I ragni si mangiano a vicenda in un barattolo. La questione di quando il terrorismo sarebbe diventato uno strumento di lotta politica interna era una questione di tempo, come la rottura di un ascesso maturo. Processi irreversibili attendono la Russia. Mentre noi staremo a guardare”, ha scritto su Twitter il consigliere presidenziale Mykhailo Podolyak.

  • 19:38

    Nel caffè una riunione dei “cyberguerrieri” pro-Putin

    Il gruppo “Cyber Front Z”, che sui social si autodefinisce “i soldati dell’informazione russa”, ha dichiarato di aver affittato per la serata il caffè di San Pietroburgo dove si è verificata l’esplosione. “C’è stato un attacco terroristico. Abbiamo preso alcune misure di sicurezza ma purtroppo non sono bastate”, ha detto il gruppo su Telegram. Il procuratore di San Pietroburgo Viktor Melnik si è recato sul posto, ha riferito l’agenzia di stampa Tass, aggiungendo che “è stata avviata un’indagine”. Ogni giorno il fronte dei “cyberguerrieri” invita gli oltre 110 mila “patrioti” iscritti al canale Telegram a prendere di mira i “traditori” russi o i nemici ucraini e occidentali.

  • 19:27

    “L’esplosione nel bar di proprietà del capo della Wagner”

    Secondo il media ucraino Ukrainska Pravda, il bar-caffè nel centro di San Pietroburgo in cui si è verificata l’esplosione apparteneva a Yevgeny Prigozhin, il capo della milizia privata russa Wagner. 

  • 19:24

    Il ministero dell’Interno russo conferma la morte di Tatarsky

    Il ministero dell’Interno russo ha confermato la morte del blogger e “corrispondente di guerra” Vladlen Tatarsky nell’esplosione nel caffè nel centro di San Pietroburgo. Lo riferisce la Tass. “Alle 18.13 del 2 aprile 2023, la polizia ha ricevuto un’informazione in merito a un’esplosione sull’argine di Universitetsjaya. Come risultato, una persona è morta. Era il corrispondente di guerra Vladlen Tatarsky. Sedici persone sono rimaste ferite”, ha comunicato alla Tass il servizio stampa del ministero.

  • 19:21

    A esplodere una statuetta donata al blogger

    L’esplosione che ha ucciso il blogger Vladlen Tatarsky è avvenuta allo “Street bar no. 1”, in argine Universitetskaïa 25, e secondo i media locali, è stata causata da un “ordigno esplosivo” portato da una cliente. Secondo quanto riferito, Tatarsky stava incontrando alcuni membri del pubblico e una ragazza gli ha regalato una statuetta che è esplosa. La facciata dell’edificio è stata danneggiata. Non c’è stata nessuna rivendicazione di responsabilità. Dall’invasione su larga scala dell’Ucraina, il 24 febbraio 2022, in Russia si sono verificati diversi incendi ed esplosioni, senza che vi fossero chiare indicazioni di un collegamento con il conflitto.

  • 19:10

    Le posizioni filo-Putin del blogger ucciso

    Il blogger militare Vladlen Tatarsky, il cui vero nome era Maksim Fomin, era noto per le sue posizioni filo-Putin e per l’appoggio totale all’invasione dell’Ucraina: ra stato invitato al Cremlino in occasione della cerimonia con cui Vladimir Putin firmò l’annessione unilaterale delle quattro regioni ucraine del Donbass (Donetsk, Lugansk, Kherson e Zaporizhzhia) lo scorso settembre. In una circostanza, aveva pubblicato un video in cui affermava: “Uccideremo e deprederemo tutti quelli che dobbiamo”. Con una lunga esperienza di guerra nel Donbass dal 2014 al 2015, al fianco dei separatisti del Donetsk, era diventato uno dei blogger militari filo-Mosca più seguiti, con centinaia di migliaia di follower, ed era considerato molto vicino al capo dei mercenari Wagner Yevgeny Prigozhin. L’agenzia Tass di lui ha detto che dall’inizio della guerra in Ucraina “analizzava quotidianamente il corso dell’operazione e dava consigli ai mobilitati”. Ma in realtà non lesinava critiche ai comandi per gli insuccessi sul terreno.