Ucraina, la diretta – Wsj: “Per l’inviato cinese alla Russia vanno lasciati i territori conquistati”. Kiev: “Accordo impossibile senza la loro restituzione”

Filorussi accusano le forze ucraine di avere attaccato Mariupol con missili a lungo raggio Storm Shadow di fabbricazione britannica. Lula a Putin: pronto a mediare con India e Cina

Aggiornato: 21:20

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    20:39

    Il piano di pace della Cina, Lula che si propone come mediatore. La giornata

    Al Vaticano, alla Cina e infine al presidente brasiliano Lula, Mosca ribadisce di essere aperta a negoziati per arrivare alla pace in Ucraina. Ma nel concreto non si vedono veri spiragli, almeno al momento. A confermarlo sono indiscrezioni raccolte dal Wall Street Journal, secondo le quali il tanto atteso piano di pace della Cina consisterebbe in nient’altro che nel proporre a Kiev un cessate il fuoco con la cessione alla Russia delle parti del territorio ucraino che ha occupato. Una resa, in sostanza.

    La posizione di Pechino, secondo la ricostruzione del Wsj sarebbe stata trasmessa agli europei dall’inviato cinese per l’Ucraina Li Hui, che oggi era a Mosca dopo la tappa di ieri a Bruxelles a conclusione di un tour che lo ha portato anche a Kiev. Dalla Cina non è arrivata alcuna conferma delle indiscrezioni, ma neanche una smentita. Non stupisce il rifiuto di Kiev: “Qualsiasi scenario di compromesso che preveda la non liberazione di tutti i territori dell’Ucraina” equivarrebbe ad “ammettere la sconfitta della democrazia”, ha tuonato il consigliere presidenziale Mykhailo Podolyak. La controproposta ucraina, avanzata dal capo dell’ufficio presidenziale Andriy Yermak, è un “vertice per la pace”, da tenere magari a luglio, che dovrebbe partire dal piano a suo tempo avanzato da Kiev, con il ritiro totale delle truppe russe.

    Tra queste posizioni inconciliabili si muove anche l’iniziativa di pace del Vaticano, affidata al presidente della Conferenza episcopale italiana, il cardinale Matteo Zuppi, che intende incontrare di persona i due presidenti, Volodymyr Zelensky e Vladimir Putin. Mosca, ha fatto sapere il ministero degli Esteri, “valuta positivamente” l’iniziativa del Papa, di cui riconosce “il sincero desiderio di promuovere il processo di pace”. Anche se il segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin, riconosce le difficoltà dell’impresa sottolineando che, come annunciato da Papa Francesco nel viaggio di ritorno dalla visita in Ungheria, quella in cantiere è una “missione di pace” che “non ha come scopo immediato la mediazione ma di creare un clima favorevole e aiutare ad andare verso una soluzione pacifica”.

    Lo stesso Pontefice, del resto, è tornato oggi sul rifiuto di una mediazione vaticana espresso da Zelensky nel loro incontro del 13 maggio. “Loro non sognano tanto le mediazioni – ha osservato Francesco in un’intervista a Telemundo – perché il blocco ucraino è davvero molto forte. Tutta l’Europa, gli Stati Uniti. In altre parole, hanno una forza propria molto grande”. Fin dall’ottobre scorso, inoltre Zelensky ha firmato un decreto che vieta per legge negoziati con Putin. E una posizione speculare è stata assunta dall’ex presidente russo Dmitry Medvedev, secondo il quale “finché ci sarà l’attuale regime e il clown Zelensky al potere a Kiev, i colloqui saranno impossibili”.

    Ricevendo a Mosca l’inviato di Xi Jinping, il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov ha addossato ancora una volta la colpa delle mancate trattative alla parte ucraina, che ha accusato di creare “seri ostacoli” insieme ai suoi “gestori occidentali”. Da parte sua la Russia continua a dire di essere aperta a negoziati. Lo ha ribadito Lavrov, e lo ha ripetuto Putin in una conversazione telefonica con il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva, partner di Mosca nell’organizzazione dei Paesi Brics insieme con Cina, India e Sudafrica, e che come loro non ha alcuna intenzione di schierarsi con il fronte occidentale. Da questa posizione Lula ha detto di aver manifestato “la disponibilità del Brasile, insieme a India, Indonesia e Cina, a dialogare con entrambe le parti in conflitto alla ricerca della pace”.

    Buoni propositi che per ora non sembrano potersi concretizzare. Mentre invece si alza il livello dello scontro tra Russia e Usa. Mosca ha detto oggi di non credere, giudicandole “ipocrite e false”, le assicurazioni degli Stati Uniti di non volere incoraggiare gli attacchi ucraini sul territorio russo, specie con le armi fornite dalla stessa America. Le relazioni tra Russia e Usa sono in una “crisi profonda e pericolosa” che rischia di portare a “conseguenze imprevedibili”, ha avvertito il ministero degli Esteri di Mosca

    Al fronte, invece, proseguono gli scontri, durissimi. Due persone sono morte nell’attacco che ha colpito un ospedale psichiatrico e una clinica veterinaria a Dnipro, città nel mirino dell’ultima pioggia di attacchi russi. Trentuno i feriti nel raid, di cui due bambini di 3 e 6 anni, mentre mancano all’appello ancora tre medici dispersi. I filorussi dell’autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk hanno invece riferito che “due missili a lungo raggio delle forze ucraine hanno colpito Mariupol“. 

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  • 20:39

    Il piano di pace della Cina, Lula che si propone come mediatore. La giornata

    Al Vaticano, alla Cina e infine al presidente brasiliano Lula, Mosca ribadisce di essere aperta a negoziati per arrivare alla pace in Ucraina. Ma nel concreto non si vedono veri spiragli, almeno al momento. A confermarlo sono indiscrezioni raccolte dal Wall Street Journal, secondo le quali il tanto atteso piano di pace della Cina consisterebbe in nient’altro che nel proporre a Kiev un cessate il fuoco con la cessione alla Russia delle parti del territorio ucraino che ha occupato. Una resa, in sostanza.

    La posizione di Pechino, secondo la ricostruzione del Wsj sarebbe stata trasmessa agli europei dall’inviato cinese per l’Ucraina Li Hui, che oggi era a Mosca dopo la tappa di ieri a Bruxelles a conclusione di un tour che lo ha portato anche a Kiev. Dalla Cina non è arrivata alcuna conferma delle indiscrezioni, ma neanche una smentita. Non stupisce il rifiuto di Kiev: “Qualsiasi scenario di compromesso che preveda la non liberazione di tutti i territori dell’Ucraina” equivarrebbe ad “ammettere la sconfitta della democrazia”, ha tuonato il consigliere presidenziale Mykhailo Podolyak. La controproposta ucraina, avanzata dal capo dell’ufficio presidenziale Andriy Yermak, è un “vertice per la pace”, da tenere magari a luglio, che dovrebbe partire dal piano a suo tempo avanzato da Kiev, con il ritiro totale delle truppe russe.

    Tra queste posizioni inconciliabili si muove anche l’iniziativa di pace del Vaticano, affidata al presidente della Conferenza episcopale italiana, il cardinale Matteo Zuppi, che intende incontrare di persona i due presidenti, Volodymyr Zelensky e Vladimir Putin. Mosca, ha fatto sapere il ministero degli Esteri, “valuta positivamente” l’iniziativa del Papa, di cui riconosce “il sincero desiderio di promuovere il processo di pace”. Anche se il segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin, riconosce le difficoltà dell’impresa sottolineando che, come annunciato da Papa Francesco nel viaggio di ritorno dalla visita in Ungheria, quella in cantiere è una “missione di pace” che “non ha come scopo immediato la mediazione ma di creare un clima favorevole e aiutare ad andare verso una soluzione pacifica”.

    Lo stesso Pontefice, del resto, è tornato oggi sul rifiuto di una mediazione vaticana espresso da Zelensky nel loro incontro del 13 maggio. “Loro non sognano tanto le mediazioni – ha osservato Francesco in un’intervista a Telemundo – perché il blocco ucraino è davvero molto forte. Tutta l’Europa, gli Stati Uniti. In altre parole, hanno una forza propria molto grande”. Fin dall’ottobre scorso, inoltre Zelensky ha firmato un decreto che vieta per legge negoziati con Putin. E una posizione speculare è stata assunta dall’ex presidente russo Dmitry Medvedev, secondo il quale “finché ci sarà l’attuale regime e il clown Zelensky al potere a Kiev, i colloqui saranno impossibili”.

    Ricevendo a Mosca l’inviato di Xi Jinping, il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov ha addossato ancora una volta la colpa delle mancate trattative alla parte ucraina, che ha accusato di creare “seri ostacoli” insieme ai suoi “gestori occidentali”. Da parte sua la Russia continua a dire di essere aperta a negoziati. Lo ha ribadito Lavrov, e lo ha ripetuto Putin in una conversazione telefonica con il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva, partner di Mosca nell’organizzazione dei Paesi Brics insieme con Cina, India e Sudafrica, e che come loro non ha alcuna intenzione di schierarsi con il fronte occidentale. Da questa posizione Lula ha detto di aver manifestato “la disponibilità del Brasile, insieme a India, Indonesia e Cina, a dialogare con entrambe le parti in conflitto alla ricerca della pace”.

    Buoni propositi che per ora non sembrano potersi concretizzare. Mentre invece si alza il livello dello scontro tra Russia e Usa. Mosca ha detto oggi di non credere, giudicandole “ipocrite e false”, le assicurazioni degli Stati Uniti di non volere incoraggiare gli attacchi ucraini sul territorio russo, specie con le armi fornite dalla stessa America. Le relazioni tra Russia e Usa sono in una “crisi profonda e pericolosa” che rischia di portare a “conseguenze imprevedibili”, ha avvertito il ministero degli Esteri di Mosca

    Al fronte, invece, proseguono gli scontri, durissimi. Due persone sono morte nell’attacco che ha colpito un ospedale psichiatrico e una clinica veterinaria a Dnipro, città nel mirino dell’ultima pioggia di attacchi russi. Trentuno i feriti nel raid, di cui due bambini di 3 e 6 anni, mentre mancano all’appello ancora tre medici dispersi. I filorussi dell’autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk hanno invece riferito che “due missili a lungo raggio delle forze ucraine hanno colpito Mariupol“. 

  • 20:24

    Lula a Putin: pronto a mediare con India e Cina

    Il presidente del Brasile, Luiz Inacio Lula da Silva parla con Putin e ribadisce la disponibilità del Brasile, insieme a India, Indonesia e Cina, a dialogare per la pace in Ucraina. Lo riferisce lo stesso Lula su Twitter. “Ho appena parlato al telefono con il presidente della Russia, Vladimir Putin. L’ho ringraziato per l’invito a partecipare al Forum Economico Internazionale di San Pietroburgo, e gli ho risposto che al momento non posso andare in Russia, ma ho ribadito la disponibilità del Brasile, insieme a India, Indonesia e Cina, a dialogare con entrambe le parti in conflitto alla ricerca della pace”, ha twittato il capo di Stato brasiliano.  

  • 20:10

    Lula: “Con Xi abbiamo parlato della pace in Ucraina”

    Oggi con Vladimir Putin, ieri con Xi Jinping. In due diversi tweet, il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva ha dato notizia delle conversazioni telefoniche avute nelle ultime ore. “Con il presidente cinese – ha scritto – abbiamo parlato della situazione globale, del bisogno di pace in Ucraina, della partecipazione dei nostri paesi al vertice Brics di agosto. E della nostra partnership strategica a livello bilaterale”.

  • 20:09

    Putin a Lula: “Russia aperta al dialogo, bloccato da Kiev e Occidente”

    La Russia è aperta “al dialogo ed al canale politico e diplomatico” per risolvere la crisi in Ucraina, dialogo e canali che “sono ancora bloccati da Kiev e dai suoi sponsor occidentali“. E’ quello che il presidente russo Vladimir Putin ha detto al presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva, avvenuta su iniziativa di Brasilia, secondo quanto riferito dal Cremlino. Il Cremlino riferisce di un “colloquio dal carattere costruttivo e sostanziale”. Putin e Lula “hanno parlato di questioni relative al lavoro congiunto nell’ambito dei Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) e di altri formati multilaterali”, fa sapere ancora il Cremlino, aggiungendo che Lula ha condiviso con il presidente russo le sue valutazioni dopo il G7. I due presidenti hanno parlato anche delle “questioni attuali inerenti la partnership strategica Russia-Brasile” e “manifestato reciproco interesse per il suo ulteriore sviluppo” così come per “l’espansione della cooperazione concreta in vari settori”. 

  • 20:06

    Filorussi: “Forze ucraine hanno attaccato Mariupol con missili britannici”

    Le forze armate ucraine hanno attaccato Mariupol , attualmente occupata dai russi, con missili a lungo raggio Storm Shadow di fabbricazione britannica. Lo scrive l’agenzia statale russa Tass citando un rappresentante dell’autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk. “Due missili a lungo raggio hanno colpito Mariupol“, ha affermato il funzionario filorusso. Ad essere colpito sarebbe stato l’impianto ‘Azovstal’, teatro nei primi mesi di guerra di cruenti combattimenti fra russi e ucraini.

  • 19:19

    Zelensky: “Dopo il raid a Dnipro accelerare sulla Difesa aerea”

    Dopo il raid a Dnipro “faremo tutto il possibile, tutto l’impossibile, per accelerare la fornitura all’Ucraina di un maggior numero e qualità dei sistemi di difesa aerea: questo è letteralmente un problema quotidiano su cui lavorare con i partner”. Lo dice il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel suo discorso serale. “Questa settimana, abbiamo compiuto progressi significativi per quanto riguarda l’aviazione moderna per l’Ucraina, che diventerà una componente chiave della nostra difesa aerea. Ci stiamo muovendo più velocemente nella modernizzazione della difesa di quanto si sarebbe potuto prevedere sei mesi fa”, ha sottolineato.  

  • 18:18

    Tajani: “Serve trattativa, ma prima i russi si ritirino”

    “Serve una trattativa in Ucraina. Aspettiamo per vedere se può essere fatta, ma prima bisogna che i russi si ritirino dai territori occupati”. Lo ha detto il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, parlando con i cronisti a margine di un incontro elettorale per le comunali a Siracusa.

  • 17:42

    Lula: “Ho parlato con Putin, disposti a dialogare per cercare la pace”

    “Ho appena parlato al telefono con il presidente della Russia, Vladimir Putin. L’ho ringraziato per l’invito a partecipare al Forum Economico Internazionale di San Pietroburgo, e gli ho risposto che al momento non potevo andare in Russia, ma ho ribadito la disponibilità del Brasile, insieme a India, Indonesia e Cina, a dialogare con entrambe le parti in conflitto alla ricerca della pace”. A dichiararlo in un messaggio postato su Twitter è stato il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva.

  • 16:53

    Lavrov all’inviato cinese: “Impegnati per una soluzione diplomatica”

    In un incontro oggi con l’inviato cinese per l’Ucraina, Li Hui, il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov ha “confermato l’impegno di Mosca per una soluzione politico-diplomatica del conflitto”, lamentando “i seri ostacoli creati dalla parte ucraina e dai suoi gestori occidentali per una ripresa dei negoziati di pace”. Lo riferisce in un comunicato il ministero degli Esteri russo.