Nuovo raid sul campo profughi di Jabalia: “Decine di morti”. Borrell: “Sconcertato”. Onu: “Possibile crimine di guerra d’Israele”

Aperto il valico di Rafah grazie alla mediazione del Qatar: centinaia di persone raggiungono l'Egitto, tra cui i primi quattro italiani. Il capo di Hamas: "Per liberare gli ostaggi serve un cessate il fuoco". L'inchiesta della Bbc: “Israele ha bombardato la “safe zone” nel sud della Striscia”

Aggiornato: 11:05

I fatti più importanti

  • 14:29

    Hezbollah: “Uccisi o feriti 120 soldati israeliani”

    La milizia sciita libanese Hezbollah ha annunciato di aver ucciso o ferito 120 soldati israeliani in tre settimane di scontri armati a ridosso del confine tra i due Stati. L’esercito israeliano ha per ora riferito di sette soldati israeliani uccisi al fronte nord con il Libano. 

  • 14:14

    Haaretz: “Numerosi morti nel nuovo raid a Jabalia”

    Anche il quotidiano israeliano Haaretz afferma che il campo profughi di Jabalia, a nord di Gaza, è stato di nuovo colpito da attacchi dell’aviazione israeliana. Segnalati numerosi morti. 

  • 14:00

    Si ferma l’unico ospedale oncologico della Striscia

    A causa della mancanza di carburante per alimentare i generatori, ha smesso di operare l’ospedale dell’amicizia turco-palestinese, l’unico in tutta la Striscia di Gaza dotato di un reparto oncologico. Lo conferma il ministero della Sanità di Hamas. 

  • 13:58

    Borrell: “Sconcertato da alto numero di vittime a Jabalia. La protezione dei civili è un obbligo”

    “Sulla base della chiara posizione del Consiglio dell’Ue, secondo cui Israele ha il diritto di difendersi in linea con il diritto umanitario internazionale e garantendo la protezione di tutti i civili, sono sconcertato dall’elevato numero di vittime a seguito del bombardamento del campo profughi di Jabalia”. Lo scrive su Twitter l’Alto rappresentante dell’Unione europea per la politica estera, Josep Borrell. “Le leggi di guerra e di umanità devono essere sempre applicate, anche quando si tratta di assistenza umanitaria. Con l’evolversi della tragedia a Gaza, l’Unione europea ha chiesto dalla scorsa settimana corridoi umanitari e pause per le esigenze umanitarie. Con il passare dei giorni e con l’aggravarsi della situazione, questo è più urgente che mai”, aggiunge. “La sicurezza e la protezione dei civili non sono solo un obbligo morale, ma anche legale”, ricorda in conclusione.

  • 13:26

    Idf: “13 soldati israeliani uccisi nella Striscia”

    È salito a 13 il numero dei soldati israeliani uccisi in combattimento all’interno della Striscia di Gaza. Lo ha fatto sapere l’esercito citato dai media.

  • 12:58

    Parti senza anestesia, interventi chirurgici alla luce dello smartphone: la crisi umanitaria a Gaza

    Gli aiuti che entrano a Gaza sono una goccia rispetto alla crisi umanitaria in corso: le donne devono partorire senza anestesia e subire cesarei da sveglie e senza antidolorifici. A riferirlo sono gli operatori umanitari di ActionAid, che riportano anche un aumento dei casi di pazienti con febbre alta, molti dei quali bambini. “Siamo molto preoccupati che la mancanza di acqua potabile provochi un brusco aumento delle malattie” fanno sapere da Gaza.
    Molte donne, come Khitam – madre di un neonato sfollata nel sud di Gaza – sono costrette a intraprendere viaggi pericolosi: “All’inizio, quando sono iniziati i bombardamenti e i missili, è stato dato l’ordine di evacuare le case… Quando abbiamo lasciato casa nostra avevo partorito da soli due giorni. Ero appena stata dimessa dall’ospedale e stavo ancora perdendo sangue. Portavo in braccio mia figlia e correvo. Camminavamo sotto i missili e i bombardamenti, ci sedevamo per riposare sui marciapiedi e nelle strade. Ci siamo riposati e poi abbiamo continuato il nostro cammino fino a raggiungere questa scuola”.
    “Le condizioni negli ospedali sono pericolose, i cesarei e gli interventi di chirurgia maggiore vengono eseguiti con la sola luce della torcia di un telefono, mentre i medici intraprendono complesse procedure mediche mentre le bombe cadono intorno a loro. Ogni giorno sentiamo di medici che fanno nascere i bambini di donne che stanno morendo di parto. È una situazione catastrofica”, denuncia Soraida Hussein-Sabbah, esperta di genere e diritti delle donne ActionAid con sede a Ramallah.
    Con il cibo che si sta esaurendo, le donne incinte e quelle che allattano al seno stanno lottando per produrre il latte di cui hanno bisogno per nutrire i loro bambini e mantenerli in vita; alcune madri hanno raccontato ad ActionAid che la pelle dei loro bambini sta diventando gialla a causa della mancanza di latte materno.

  • 12:42

    Ministero Sanità Hamas: “8.796 vittime palestinesi”

    Il ministero della Sanità della striscia di Gaza, governata da Hamas, ha reso noto che il numero delle vittime palestinesi è salito a quota 8.796. Tra i morti ci sono 3.648 minori, mentre 22.219 persone sono rimaste ferite, si legge in un comunicato del ministero. 

  • 12:39

    Idf: “Arrestati 46 palestinesi, trenta operativi di Hamas”

    L’esercito ha fatto sapere di aver arrestato in Cisgiordania 46 palestinesi ricercati, di cui trenta operativi di Hamas. Secondo il portavoce militare delle Idf (Israeli defence forces), quattro dei ricercati sono stati arrestati nel villaggio di Tubas e 11 in quello di Bidu. Dall’inizio del conflitto, sono stati arrestati circa 1.180 ricercati in Cisgiordania e di questi almeno 740 sono membri di Hamas.

  • 12:38

    Nuovo raid israeliano a Jabalia. Al Jazeera: “Centinaia di vittime”

    Nuovo raid aereo delle forze militari israeliane contro il campo profughi di Jabalia, a nord di Gaza city. L’emittente panaraba Al Jazeera parla di numerose vittime, descrivendo il bombardamento come “intenso e indiscriminato”. Sono centinaia, secondo la stessa fonte, le persone intrappolate sotto le macerie degli edifici rasi al suolo. In un filmato mandato in onda da Al Jazeera si vedono devastazione e diversi feriti, fra cui bambini, che vengono trasportati in un ospedale vicino. Prima del raid erano stati lanciati volantini in cui si sollecitavano i civili a lasciare il sito.

  • 12:36

    Islamisti iracheni: “Colpita base Usa in Siria”

    Una base militare statunitense nella Siria meridionale al confine con Iraq e Giordania è stata presa di mira da almeno due droni armati. Lo riferisce la “Resistenza islamica in Iraq”, una coalizione di gruppi armati iracheni filo-iraniani e vicini agli Hezbollah libanesi, secondo cui gli aerei senza pilota hanno colpito la base militare di Tanf, a sud-est di Damasco.