Gaza, la diretta – Attacco a Gerusalemme: uccisi tre israeliani. Hamas rivendica. La morte del piccolo Kfir annunciata al padre

Nella città santa due uomini hanno aperto il fuoco contro i civili. Hamas ha rivendicato l’azione, invocando "un’escalation della resistenza" contro Israele e giustificandola come "una risposta naturale ai crimini senza precedenti dell’occupante nella Striscia di Gaza e contro i bambini a Jenin"

Aggiornato: 09:09

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    22:29

    Tregua in bilico dopo l’attentato di Hamas a Gerusalemme

    Hamas è tornata a colpire Israele con un attacco a Gerusalemme mentre è proseguito per il settimo giorno di tregua il rilascio con il contagocce degli ostaggi rapiti dai miliziani. Uno stillicidio di liberazioni, sempre più a piccoli gruppi e diluite nell’arco della giornata, che amplia ogni ora che passa l’ansia delle famiglie in attesa dell’unica buona notizia.

    La proroga di altre 24 ore del cessate il fuoco è arrivata quasi allo scadere e solo dopo che Israele ha visionato e accettato la lista di altri 10 nomi di ostaggi da liberare in cambio del rilascio di 30 detenuti palestinesi dalle carceri israeliane. Hamas dal canto suo ha offerto anche la consegna di tre corpi senza vita, quelli della famiglia Bibas: la mamma Shiri e i suoi bimbi Kfir di 10 mesi e Ariel di 4 anni, che i terroristi danno per morti sotto un raid israeliano. In serata la fazione islamica ha diffuso un video in cui il papà Yarden disperato accusa Netanyahu di aver bombardato la sua famiglia, “tutto quello che avevo nella vita”, e lo implora a riportarne almeno i resti a casa affinché siano sepolti in Israele.

    Ma sul tentativo di raggiungere un nuovo un accordo in extremis per prolungare la tregua di almeno altri due giorni – come auspicano Qatar ed Egitto impegnati nelle trattative, e su cui preme anche il segretario di Stato americano Antony Blinken in visita in Israele – è piombato il nuovo attentato di Hamas a Gerusalemme, il più grave dal massacro del 7 ottobre. Due assalitori armati sono scesi da un’auto a una fermata del bus alle porte della città e hanno aperto il fuoco sulle persone in attesa, uccidendo tre civili: le vittime sono il rabbino Elimelech Wasserman, 73 anni, decano del tribunale rabbinico di Ashdod, Hanna Ifergan, di 67, preside di una scuola femminile, e una giovane insegnante, Livia Dickman, 24 anni, incinta. Altre 13 persone sono rimaste ferite, due in gravi condizioni. I due uomini sono poi risaliti in macchina nel tentativo di fuggire, ma sono stati uccisi sul posto dai militari e da un civile armato. Hamas ha rivendicato l’azione, invocando “un’escalation della resistenza” contro Israele e giustificandola come “una risposta naturale ai crimini senza precedenti dell’occupante nella Striscia di Gaza e contro i bambini a Jenin”, in riferimento all’uccisione ieri in Cisgiordania di due piccoli palestinesi di 8 e 15 anni da parte dell’esercito israeliano. Un altro attacco è stato compiuto a Beqaot, nella valle del Giordano, dove un’auto si è lanciato contro due militari israeliani, rimasti feriti. Il conducente palestinese è stato “neutralizzato”, ha fatto sapere il portavoce dell’Idf. Secondo i media palestinesi, l’uomo, identificato come Karem Bani Odeh, residente nella vicina località di Tubas, in Cisgiordania, è morto.

    I due attacchi hanno dato l’occasione al premier israeliano Benyamin Netanyahu per ribadire che la guerra continuerà fino alla distruzione del nemico: “Questo è lo stesso Hamas che ha compiuto il terribile massacro del 7 ottobre e lo stesso Hamas che cerca di ucciderci ovunque. Noi continueremo questa guerra fino a quando raggiungeremo i nostri scopi“. “Basta fare accordi con il diavolo, dobbiamo tornare alla forza”, ha tuonato anche il ministro della Sicurezza nazionale, Itamar Ben Gvir, che ha definito gli attentati una violazione della tregua. “Con una mano Hamas firma il cessate il fuoco, con l’altra manda i terroristi a uccidere gli ebrei a Gerusalemme”, ha aggiunto l’esponente dell’ultradestra israeliana, che ha tentato di ostacolare l’accordo per la tregua e lo scambio di prigionieri sin dall’inizio.

    Intanto, Mia Shem e Amit Sosna, liberate nel pomeriggio, hanno già potuto riabbracciare le loro famiglie in Israele. Mia, la franco-israeliana di 21 anni, era apparsa ferita nel primo video di un ostaggio di Hamas nei primi momenti di guerra. Il presidente Emmanuel Macron ha accolto “con gioia” la sua liberazione ribadendo l’impegno di Parigi per la liberazione di tutti gli ostaggi. Le autorità israeliane hanno reso noto che il 27enne Ofir Sarfati, rapito al rave di Reim e portato dai terroristi a Gaza già gravemente ferito, è morto in prigionia. Anche la famiglia di Aviv Atzili, il marito della donna israelo-americana Liat Beinin Atzili, rilasciata mercoledì dopo 54 giorni di prigionia, è stata informata che l’uomo, che si riteneva fosse tra gli ostaggi, è invece stato ucciso nell’attacco nell’attacco del 7 ottobre nel kibbutz di Nir Oz.

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    Tregua in bilico dopo l’attentato di Hamas a Gerusalemme

    Hamas è tornata a colpire Israele con un attacco a Gerusalemme mentre è proseguito per il settimo giorno di tregua il rilascio con il contagocce degli ostaggi rapiti dai miliziani. Uno stillicidio di liberazioni, sempre più a piccoli gruppi e diluite nell’arco della giornata, che amplia ogni ora che passa l’ansia delle famiglie in attesa dell’unica buona notizia.

    La proroga di altre 24 ore del cessate il fuoco è arrivata quasi allo scadere e solo dopo che Israele ha visionato e accettato la lista di altri 10 nomi di ostaggi da liberare in cambio del rilascio di 30 detenuti palestinesi dalle carceri israeliane. Hamas dal canto suo ha offerto anche la consegna di tre corpi senza vita, quelli della famiglia Bibas: la mamma Shiri e i suoi bimbi Kfir di 10 mesi e Ariel di 4 anni, che i terroristi danno per morti sotto un raid israeliano. In serata la fazione islamica ha diffuso un video in cui il papà Yarden disperato accusa Netanyahu di aver bombardato la sua famiglia, “tutto quello che avevo nella vita”, e lo implora a riportarne almeno i resti a casa affinché siano sepolti in Israele.

    Ma sul tentativo di raggiungere un nuovo un accordo in extremis per prolungare la tregua di almeno altri due giorni – come auspicano Qatar ed Egitto impegnati nelle trattative, e su cui preme anche il segretario di Stato americano Antony Blinken in visita in Israele – è piombato il nuovo attentato di Hamas a Gerusalemme, il più grave dal massacro del 7 ottobre. Due assalitori armati sono scesi da un’auto a una fermata del bus alle porte della città e hanno aperto il fuoco sulle persone in attesa, uccidendo tre civili: le vittime sono il rabbino Elimelech Wasserman, 73 anni, decano del tribunale rabbinico di Ashdod, Hanna Ifergan, di 67, preside di una scuola femminile, e una giovane insegnante, Livia Dickman, 24 anni, incinta. Altre 13 persone sono rimaste ferite, due in gravi condizioni. I due uomini sono poi risaliti in macchina nel tentativo di fuggire, ma sono stati uccisi sul posto dai militari e da un civile armato. Hamas ha rivendicato l’azione, invocando “un’escalation della resistenza” contro Israele e giustificandola come “una risposta naturale ai crimini senza precedenti dell’occupante nella Striscia di Gaza e contro i bambini a Jenin”, in riferimento all’uccisione ieri in Cisgiordania di due piccoli palestinesi di 8 e 15 anni da parte dell’esercito israeliano. Un altro attacco è stato compiuto a Beqaot, nella valle del Giordano, dove un’auto si è lanciato contro due militari israeliani, rimasti feriti. Il conducente palestinese è stato “neutralizzato”, ha fatto sapere il portavoce dell’Idf. Secondo i media palestinesi, l’uomo, identificato come Karem Bani Odeh, residente nella vicina località di Tubas, in Cisgiordania, è morto.

    I due attacchi hanno dato l’occasione al premier israeliano Benyamin Netanyahu per ribadire che la guerra continuerà fino alla distruzione del nemico: “Questo è lo stesso Hamas che ha compiuto il terribile massacro del 7 ottobre e lo stesso Hamas che cerca di ucciderci ovunque. Noi continueremo questa guerra fino a quando raggiungeremo i nostri scopi“. “Basta fare accordi con il diavolo, dobbiamo tornare alla forza”, ha tuonato anche il ministro della Sicurezza nazionale, Itamar Ben Gvir, che ha definito gli attentati una violazione della tregua. “Con una mano Hamas firma il cessate il fuoco, con l’altra manda i terroristi a uccidere gli ebrei a Gerusalemme”, ha aggiunto l’esponente dell’ultradestra israeliana, che ha tentato di ostacolare l’accordo per la tregua e lo scambio di prigionieri sin dall’inizio.

    Intanto, Mia Shem e Amit Sosna, liberate nel pomeriggio, hanno già potuto riabbracciare le loro famiglie in Israele. Mia, la franco-israeliana di 21 anni, era apparsa ferita nel primo video di un ostaggio di Hamas nei primi momenti di guerra. Il presidente Emmanuel Macron ha accolto “con gioia” la sua liberazione ribadendo l’impegno di Parigi per la liberazione di tutti gli ostaggi. Le autorità israeliane hanno reso noto che il 27enne Ofir Sarfati, rapito al rave di Reim e portato dai terroristi a Gaza già gravemente ferito, è morto in prigionia. Anche la famiglia di Aviv Atzili, il marito della donna israelo-americana Liat Beinin Atzili, rilasciata mercoledì dopo 54 giorni di prigionia, è stata informata che l’uomo, che si riteneva fosse tra gli ostaggi, è invece stato ucciso nell’attacco nell’attacco del 7 ottobre nel kibbutz di Nir Oz.

  • 22:23

    Sei ostaggi in viaggio per Israele

    Sei ostaggi israeliani sono stati rilasciati da Hamas e sono sulla via per Israele. Lo ha annunciato l’esercito, come riporta Haaretz.

  • 22:11

    Hamas disponibile a prolungare la tregua

    Hamas è “disponibile a prolungare la tregua” in vigore dal 24 novembre e che dovrebbe concludersi domani alle 7 (le 6 in Italia). Lo ha riferito una fonte vicina al movimento palestinese che governa la Striscia di Gaza. “I mediatori stanno conducendo sforzi intensi, che continuano attualmente, per (ottenere) un ulteriore giorno di tregua e poi lavorare per una proroga di diversi altri giorni”, ha detto la fonte.

  • 21:44

    Blinken: “Lavoriamo per prolungare la pausa umanitaria”

    “L’obiettivo immediato dell’amministrazione Biden è lavorare con i nostri partner per prolungare la pausa” nei combattimenti tra Israele e Hamas, in modo che più ostaggi possano uscire da lì. Lo ha detto il segretario di Stato Antony Blinken in conferenza stampa all’ambasciata americana a Gerusalemme. Gli Usa hanno ribadito a Israele la necessità di mettere in atto piani per ridurre ulteriormente le vittime civili prima di operare nel sud di Gaza, come la creazione di aree sicure per i palestinesi. “Il modo in cui Israele si difende è importante. Come ho detto al primo ministro, le intenzioni contano, ma lo sono anche i risultati”.

  • 20:49

    Israele: “Affermazioni su famiglia Bibas non ancora accertate”

    “Le affermazioni di Hamas circa la famiglia Bibas non sono state ancora accertate”: lo ha affermato il portavoce militare israeliano Daniel Hagari. ”L’organizzazione terroristica Hamas – ha detto Hagari, riferendosi al video circolato – ha divulgato un filmato duro e crudele di Yarden Bibas. Il nostro cuore è con la intera famiglia”. “Si tratta – secondo Hagari – di un atto di terrore psicologico condotto da Hamas contro le famiglie degli ostaggi”. Israele insiste affinché i mediatori tornino ad esigere da Hamas la liberazione di tutte le donne ed i bambini e che gli ostaggi siano visitati dalla Croce Rossa”.

  • 20:41

    Il padre Kfir a Netanyahu: “Hai bombardato la mia famiglia”

    “Bibi, hai bombardato la mia famiglia. Era tutto quello che avevo nella mia vita”, portali “verso casa perché siano sepolti in Israele, ti scongiuro”. Sono le parole di Yarden Bibas padre di Kfir (10 mesi) e Ariel (4 anni) e marito di di Shiri, ostaggi a Gaza e che i miliziani danno per morti in un raid di Israele. Nel video, che è stato diffuso da Hamas, si rivolge direttamente al premier Benyamin Netanyahu. Il filmato è preceduto da una dichiarazione di Hamas secondo cui “il detenuto Yarden Bibas ha appreso che gli aerei del nemico hanno ucciso la moglie e i due figli. Hamas ha offerto di trasferire i loro corpi a Israele ma che per ora si rifiuta di riceverli”. L’uomo, anche lui ostaggio a Gaza, guarda fisso nella camera. Maglietta nera e barba folta, è seduto in un ambiente oscurato e irriconoscibile. Su un lato si vede in sovraimpressione la foto della moglie e dei bimbi.

  • 20:31

    Idf: “Pronti ad attaccare in qualsiasi momento”

    L’Idf, le Forze di difesa israeliane, “sono pronte per attaccare in qualsiasi momento”. Ad affermarlo secondo quanto riferisce ‘Channel 12’ è il portavoce di Tsahal, Daniel Hagari.

  • 20:29

    Distrutte 46 mila case a Gaza

    Dal 7 ottobre, giorno dell’attacco di Hamas ad Israele e dalla successiva reazione israeliane, circa 46.000 unità abitative a Gaza sono state completamente distrutte e più di 234.000 sono state parzialmente danneggiate. È quanto emerge da un rapporto dell’Ocha delle Nazioni Unite del 29 novembre citato dalla Cnn. L’analisi satellitare dei ricercatori del Cuny Graduate Center e dell’Oregon State University stima che tra il 26% e il 34% di tutte le strutture della striscia siano state danneggiate al 29 novembre. Nei distretti di Gaza e di Gaza Nord, dove si è verificata la più alta concentrazione di attacchi aerei, si stima che dal 52% al 65% delle strutture siano state danneggiate.

  • 20:19

    Usa: “Non è il momento del cessate il fuoco permanente”

    Per gli Stati Uniti non è ancora il “momento per un cessate il fuoco permanente” a Gaza. “Vogliamo che la tregua si allunghi all’ottavo, nono giorno ma non è il momento per un cessate il fuoco permanente”. Lo ha detto il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale americana, John Kirby, in un briefing con la stampa.