Strage di Erba – Il pg di Brescia: “Una cascata di prove impossibili da ribaltare”, l’avvocato di parte civile: “Il movente è l’odio gretto”

Folla di cittadini all'ingresso del Tribunale di Brescia dove è in corso l'udienza per la revisione del processo. Azouz Marzouk: "Questa è la mia rivincita, spero nella giustizia". Sia per il procuratore generale che per l'Avvocato dello Stato le istanze di revisione sono inammissibili

Aggiornato: 15:34

  • 12:25

    L’Avvocato dello Stato: “L’istanza del procuratore Cuno Tarfusser è inammissibile”

    “L’istanza del procuratore Cuno Tarfusser è inammissibile, non aveva delega specifica. La procura generale non ha chiesto la revisione, ma ha ha tramesso quella di Tarfusser chiedendo dichiararla inammissibile. Questo è un unicum nella storia giudiziaria”. Lo ha detto l’Avvocato dello Stato, Domenico Chiaro, chiedendo alla Corte di respingere tutte le istanze e di respingere le richieste di prove. Tarfusser è stato recentemente censurato dal Csm. L’accusa nei suoi confronti era di aver mancato ai “doveri di imparzialità e correttezza” per aver depositato di propria iniziativa la richiesta, “in palese violazione del documento organizzativo dell’ufficio” che assegna questa facoltà soltanto al pg presso la Corte d’Appello o al suo vice, l’avvocato generale.

  • 12:00

    Il procuratore generale di Brescia: “Una cascata di prove che è impossibile ribaltare”

    Il procuratore, Guido Rispoli, ha chiesto alla Corte d’appello di respingere o dichiarare inammissibili le istanze di revisione. Dopo aver illustrato tutte le prove che, nel corso del tempo e di tre giudici hanno portato all’ergastolo per Olindo Romano e Rosa Bazzi, il magistrato ha detto c’è una “cascate di prove che è impossibile ribaltare“.

  • 11:35

    Strage di Erba, persone ancora in coda per entrare sotto la pioggia

    Nonostante l’udienza sia iniziata da più di un’ora, decine di persone aspettano ancora sotto la pioggia di poter entrare in tribunale a Brescia per assistere alla discussione dell’istanza di revisione del processo per la strage di Erba. “Vogliamo vedere Rosa e Olindo” dice una coppia che arriva dalla provincia e che ritiene i coniugi “innocenti”. Tra il pubblico vincono proprio gli innocentisti. E poco importa se l’avvocato generale Domenico Chiaro, che con il procuratore generale Guido Rispoli, rappresenta l’accusa, ha già dichiarato “inammissibili le prove presentate dalla difesa”. Al momento nell’aula dove è in corso l’udienza ci sono classi di studenti e semplici curiosi che si sono accaparrati i 45 posti a disposizione del pubblico. Rosa e Olindo sono tenuti nella gabbia dell’aula dopo che hanno chiesto di non essere ripresi dalle telecamere ammesse dal presidente della Corte.

  • 11:35

    Il procuratore di Brescia sulla macchia di sangue legge la sentenza di primo grado

    Il procuratore generale di Brescia, Guido Rispoli, ha parlato a lungo della macchia di sangue, collegata al Dna di Valeria Cherubini, sulla macchina Seat Arosa. Il magistrato ha letto la parte della sentenza su quella che è considerata una delle prove fondamentali. Il rilievo della macchia, secondo Rispoli, è stata regolare e non si capisce perché “i carabinieri avrebbero dovuto mettere una macchia lì”. Viene totalmente esclusa una presunta frode processuale. Tutti i giudici, tra cui la Cassazione, sono espressi sulla traccia di sangue e l’hanno considerata un “dato storico inconfutato”. La traccia è stata considerata “pura”, di ottima qualità e non degradata. Il magistrato ha ricordato che c’era stato un incendio e poi un pesante intervento dei vigili del fuoco con acqua per domare il rogo. 

    Il sangue, non visibile a occhio nudo, venne repertato sull’auto sul battitacco del conducente insieme ad altre tre tracce che non erano sangue. Una “traccia di alta qualità, perché il Dna di quella traccia è strato tratto da sangue vicino al sangue puro, senza particolari fattori degradanti” scrivevano i giudici nelle motivazioni della sentenza di primo grado citando le parole del perito. Era sangue di Valeria Cherubini, la moglie di Frigerio che fu trovata morta al secondo piano, dopo essersi trascinata. Come era finita quella traccia di sangue puro nell’auto dei coniugi? Il processo ha risposto anche a questa domanda: non per contaminazione come ipotizzato, ma semplicemente perché era sul corpo di Olindo Romano che sul punto aveva risposto al pm che gli chiedeva del sangue: “Ma non dai piedi, per me ce l’avevo in testa. Sì, perché il resto mi ero cambiato tutto. Io quella sera … ho cambiato anche le calze, e quelle macchie … erano sotto le calze e sotto i pantaloni, e quindi le cose che ho perso in macchina, le ho perse sicuramente dai capelli… “.

  • 11:27

    Il pg contesta le consulenze della difesa. “Cherubini non fu colpita nel suo appartamento”

    Il pg di Brescia Guido Rispoli ha sostenuto che, contrariamente a quanto sostenuto dalla difesa, cosa che cambierebbe la dinamica dell’eccidio di Erba, Valeria Cherubini, vicina di casa delle vittime e moglie del supertestimone, Mario Frigerio, non fu colpita mortalmente nel suo appartamento al piano di sopra rispetto a quello del massacro ma mentre fuggiva, come ricostruiscono le sentenze. “Non c’era nessun aggressore in casa, e Valeria Cherubini in stato di incoscienza per il colpo subito, era salita nella sua casa, la sua tana per rifugiarsi”, dove morì, come detto dal consulente in primo grado. Rispoli ha contestato che nelle consulenze scientifiche sulla scena del delitto della difesa della criminologa Roberta Bruzzone siano state usate metodologie che all’epoca dei fatti non esistevano. “Le macchie si sangue e la scena del crimine sono elementi già in possesso dei giudici precedenti ed erano già stati analizzati compiutamente”. 

  • 11:22

    Il procuratore generale di Brescia: “Pista droga? Marzouk mai aggredito prima”

    Il procuratore generale di Brescia, Guido Rispoli, riferendosi alla pista di droga, sostiene che la criminalità organizzata e i presunti spacciatori che, secondo alcune ricostruzioni avrebbero massacrato quattro persone tra cui “un povero bambino”, prima di agire in quel modo avrebbero dovuto avvertire Azouz Marzouk: minacce o ferimenti. Comportamenti tipici in questo ambito. Invece “nulla”. Ma non solo il magistrato ricorda che dopo la strage in una intercettazione si diceva felice perché gli venivano offerti lavoro e “sesso” e sosteneva che quello fosse il periodo migliore della sua vita: “Sono i giorni più belli della mia vita”.

    Se avesse avuto paura di qualcosa, sostiene il magistrato, non sarebbe stato così tranquillo. Per il pg, quindi, un regolamento della criminalità organizzata è “assolutamente inverosimile” .”Devo fuggire da secondo piano, vado a mettermi in una corte chiusa, con la macchina lontano; le armi sono state spranghe e un coltellino di piccolo cabotaggio. Poi uccidere un bambino, per quale motivo?”, “Mando a fare una cosa di questo genere per un ergastolo infamante come lo sono tutti, ma questo ancor di più?”. “È odioso mettere in mezzo la famiglia Castagna, sono parti lese che hanno subito un crimine efferato” ha detto il procuratore. 

  • 11:07

    Il procuratore generale di Brescia mostra la piantina con i corpi

    Il procuratore generale di Brescia, Guido Rispoli, mostra la piantina con i corpi per ricostruire le fasi della strage rifacendosi alla consulenza presentata dalla difesa. Il magistrato ricorda come dopo gli omicidi, tra cui quello di un bambino di due anni, la casa fosse così pieno di fumo che il primo ad intervenire, un vigile del fuoco volontario che sapeva della presenza del piccolo, non riesce a entrare, per il troppo fuoco e per il fumo, nel salotto dove si trovava il corpo della vittima. Il procuratore generale di Brescia Guido Rispoli ha spiegato che la cartina serve per spiegare l’illogicità di sostenere certe vie di fuga da parte degli aggressori della strage.

    Pensare che chi ha compiuto la strage di Erba sia scappato dai tetti o dal terrazzino di casa Castagna “è illogico” ha detto il pg. “Gli assassini sono mantidi di sangue e sono armati, la corte di via Diaz è già piena di persone e quindi la difesa ipotizza la fuga dall’alto”, ma “abbandona” la fuga dall’abbaino di casa Frigerio-Cherubini perché inverosimile, quindi si ritiene che la fuga viene effettuata dal terrazzino di casa Castagna “ma qui non c’è nulla: non una macchia di sangue” spiega il procuratore generale che mostra le immagini del terrazzino e di una pianta neppure spostata dai killer. “È un’offesa alla logica pensare che siano passati da quel terrazzino, su quella terrazza e su quella grondaia non è passato nessuno”.

  • 10:45

    Strage di Erba, l’avvocato dello Stato: “Non ci sono fatti nuovi dal punto di vista probatorio”

    Quelli presentati dalla difesa di Olindo e Rosa per chiedere la revisione del processo sulla strage di Erba “non sono fatti nuovi dal punto di vista probatorio” secondo l’avvocato dello Stato Domenico Chiaro, così come le intercettazioni che “non assurgono a dignità di prove”. Per quanto riguarda il presunto deficit mentale di Rosa Bazzi “c’è il sospetto che ci fosse interesse” da parte dell’imputata a rispondere in modo scorretto ai consulenti. Non sa dove è il Brasile, in Spagna, ha risposto”. E Olindo “inizialmente era apparso non avere rimorsi, poi la ritrattazione. Dategli l’Oscar a questo punto”. 

  • 10:40

    Il presidente della Corte d’appello di Brescia: “Possiamo ancora dichiarare inammissibilità”

    Il presidente della Corte d’appello di Brescia, che presiede l’udienza per l’istanza di revisione del processo, ha specificato a una domanda della difesa che, come prescrive la Cassazione, anche in questa fase i giudici possono dichiarare inammissibili le istanze presentate da difesa, tutore e il pg di Milano, Cuno Tarfusser. 

  • 10:37

    Strage di Erba, l’avvocato dello Stato sulla testimonianza di Frigerio: “Non cambia”

    L’avvocato dello Stato, Domenico Chiaro, è intervenuto anche sulla testimonianza di Mario Frigerio, unico sopravvissuto alla mattanza dell’11 dicembre 2006. Il magistrato ha ricordato che Frigerio indicò subito Olindo Romano nel responsabile della sua aggressione. Riconoscimento poi confermato in dibattimento quando il sopravvissuto indicò in aula l’imputato e lo accusò definendolo: “Disgraziato”. Chiaro ha specificato che la sua versione è rimasta sempre la stessa: “Non cambia”. Per Chiaro non ci fu “nessun falso” ricordo nella testimonianza di Mario Frigerio che fece subito il nome di Olindo. “Lo disse tre volte” ha detto il magistrato. Le sue dichiarazioni non cambiano, non perdono pezzi”, come sostenuto dalla difesa.