Israele-Iran, Gallant agli Usa: “Non c’è scelta se non rispondere”. Netanyahu: “Lo faremo con saggezza e non di pancia”
Nuovo summit a Tel Aviv per valutare la risposta all’attacco iraniano. Dopo gli appelli a uno stop immediato delle ostilità, il premier israeliano dice che Teheran dovrà "aspettare nervosamente senza sapere quando potrebbe arrivare" la reazione
Aggiornato: 22:50
I fatti più importanti
- IL PUNTO - Israele "risponderà con saggezza". Gli alleati frenano. Ecco le opzioni in campo
- Netanyahu: "Risponderemo all’Iran, ma dobbiamo farlo con saggezza e non di pancia"
- Media: le difese aeree iraniane in massima allerta
- Nbc: "La risposta israeliana potrebbe essere imminente"
- Biden: "Usa determinati ad evitare l'allargamento del conflitto"
- W. Post: Netanyahu vuole "mandare un messaggio" all'Iran. Ipotesi raid su Teheran o attacchi informatici
- Iran, Gallant agli Usa: "Israele non ha scelta se non colpire"
- Concluso il gabinetto di guerra: "Risposta sarà dolorosa, ma senza una guerra regionale"
- Netanyahu convoca un nuovo gabinetto di guerra
- Iran: "Se Israele attaccherà, reagiremo più duramente"
- Scholz: "Anche Israele partecipi alla de-escalation"
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In Evidenza22:50
IL PUNTO – Israele “risponderà con saggezza”. Gli alleati frenano. Ecco le opzioni in campo
Israele risponderà all’Iran ma “con saggezza”, non “di pancia”. A poco meno di 48 ore dalla pioggia di droni e missili arrivati sul territorio dello Stato ebraico, il governo di Benyamin Netanyahu annuncia la linea: Teheran dovrà aspettare “nervosamente senza sapere quando potrebbe arrivare l’attacco, proprio come ha fatto fare a Israele”. Dall’altra parte si ammonisce che un’eventuale azione armata di Israele stavolta “avrà una risposta molto dura”.
L’operazione verso cui nel medio periodo si dirige Israele si scontra con la forte opposizione Usa e di quella degli alleati che l’hanno affiancato nell’abbattere il 99% dei proiettili lanciati da Teheran. Joe Biden, che aveva frenato la reazione israeliana nelle prime ore, ha ribadito chiaramente che “occorre evitare un’escalation in Medio Oriente” ricevendo il primo ministro iracheno alla Casa Bianca. Mentre il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale John Kirby, dopo che erano filtrate indiscrezioni su un possibile coordinamento tra Gerusalemme e Washington, ha chiarito che “il governo israeliano deciderà da solo se ci sarà e quale sarà la risposta” all’affronto iraniano. “Gli Stati Uniti non sono coinvolti”, ha sottolineato Kirby, definendo poi “uno spettacolare fallimento” l’offensiva di sabato di Teheran, quasi a blandire l’alleato israeliano, smentendo peraltro che Teheran “avesse fornito agli Usa tempi e target” dei raid.
“Non c’è altra scelta se non quella di rispondere all’attacco di Teheran”, ha detto il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant al capo del Pentagono Austin. E anche il comandante dell’Idf, Herzi Halevi, ha confermato che “la risposta ci sarà”. “Il lancio di così tanti droni e missili sul nostro territorio avrà la sua risposta”, ha avvertito.
Se la reazione armata appare a questo punto scontata, cruciale sarà capire come reagirà Teheran. Il gabinetto di guerra – che al dossier Iran ha già dedicato due riunioni e un’altra è in programma martedì – sta studiando “diverse opzioni”. Ognuna delle quali, è stato spiegato, rappresenta “una risposta dolorosa” per gli iraniani, senza tuttavia rischiare di scatenare “una guerra regionale”. Nel ristretto gruppo di ministri – da Netanyahu a Gallant a Benny Gantz – che deve prendere la decisione, l’obiettivo è quello di scegliere un’opzione che “non sia bloccata dagli Usa” e che rientri in una strada praticabile. Israele, fanno notare molti analisti anche in patria, non può ignorare del tutto le preoccupazioni degli Stati Uniti e degli altri alleati occidentali su un’escalation che avrebbe conseguenze devastanti per la regione e non solo. Così i vari scenari vanno da un contrattacco diretto sul territorio iraniano a operazioni che colpiscano gli alleati del regime degli ayatollah nella regione fino ad azioni mirate sui capi delle Guardie rivoluzionarie. Nella prima ipotesi, la più pericolosa, nel mirino potrebbero finire addirittura i siti legati al nucleare iraniano il cui programma, secondo il premier britannico Rishi Sunak, “non è mai stato a uno stadio così avanzato”.
L’Iran da parte sua ha messo in guardia Israele. “L’attacco limitato di sabato sera – ha affermato il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amirabdollahian in un colloquio telefonico con l’omologo russo Serghei Lavrov – mirava ad avvertire, scoraggiare e punire il regime sionista. Ma se Israele intraprenderà una nuova azione contro l’Iran, dovrà affrontare una risposta molto più forte”. -
22:50
IL PUNTO – Israele “risponderà con saggezza”. Gli alleati frenano. Ecco le opzioni in campo
Israele risponderà all’Iran ma “con saggezza”, non “di pancia”. A poco meno di 48 ore dalla pioggia di droni e missili arrivati sul territorio dello Stato ebraico, il governo di Benyamin Netanyahu annuncia la linea: Teheran dovrà aspettare “nervosamente senza sapere quando potrebbe arrivare l’attacco, proprio come ha fatto fare a Israele”. Dall’altra parte si ammonisce che un’eventuale azione armata di Israele stavolta “avrà una risposta molto dura”.
L’operazione verso cui nel medio periodo si dirige Israele si scontra con la forte opposizione Usa e di quella degli alleati che l’hanno affiancato nell’abbattere il 99% dei proiettili lanciati da Teheran. Joe Biden, che aveva frenato la reazione israeliana nelle prime ore, ha ribadito chiaramente che “occorre evitare un’escalation in Medio Oriente” ricevendo il primo ministro iracheno alla Casa Bianca. Mentre il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale John Kirby, dopo che erano filtrate indiscrezioni su un possibile coordinamento tra Gerusalemme e Washington, ha chiarito che “il governo israeliano deciderà da solo se ci sarà e quale sarà la risposta” all’affronto iraniano. “Gli Stati Uniti non sono coinvolti”, ha sottolineato Kirby, definendo poi “uno spettacolare fallimento” l’offensiva di sabato di Teheran, quasi a blandire l’alleato israeliano, smentendo peraltro che Teheran “avesse fornito agli Usa tempi e target” dei raid.
“Non c’è altra scelta se non quella di rispondere all’attacco di Teheran”, ha detto il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant al capo del Pentagono Austin. E anche il comandante dell’Idf, Herzi Halevi, ha confermato che “la risposta ci sarà”. “Il lancio di così tanti droni e missili sul nostro territorio avrà la sua risposta”, ha avvertito.
Se la reazione armata appare a questo punto scontata, cruciale sarà capire come reagirà Teheran. Il gabinetto di guerra – che al dossier Iran ha già dedicato due riunioni e un’altra è in programma martedì – sta studiando “diverse opzioni”. Ognuna delle quali, è stato spiegato, rappresenta “una risposta dolorosa” per gli iraniani, senza tuttavia rischiare di scatenare “una guerra regionale”. Nel ristretto gruppo di ministri – da Netanyahu a Gallant a Benny Gantz – che deve prendere la decisione, l’obiettivo è quello di scegliere un’opzione che “non sia bloccata dagli Usa” e che rientri in una strada praticabile. Israele, fanno notare molti analisti anche in patria, non può ignorare del tutto le preoccupazioni degli Stati Uniti e degli altri alleati occidentali su un’escalation che avrebbe conseguenze devastanti per la regione e non solo. Così i vari scenari vanno da un contrattacco diretto sul territorio iraniano a operazioni che colpiscano gli alleati del regime degli ayatollah nella regione fino ad azioni mirate sui capi delle Guardie rivoluzionarie. Nella prima ipotesi, la più pericolosa, nel mirino potrebbero finire addirittura i siti legati al nucleare iraniano il cui programma, secondo il premier britannico Rishi Sunak, “non è mai stato a uno stadio così avanzato”.
L’Iran da parte sua ha messo in guardia Israele. “L’attacco limitato di sabato sera – ha affermato il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amirabdollahian in un colloquio telefonico con l’omologo russo Serghei Lavrov – mirava ad avvertire, scoraggiare e punire il regime sionista. Ma se Israele intraprenderà una nuova azione contro l’Iran, dovrà affrontare una risposta molto più forte”. -
21:50
Netanyahu: “Risponderemo all’Iran, ma dobbiamo farlo con saggezza e non di pancia”
“Risponderemo all’Iran, ma dobbiamo farlo con saggezza e non di pancia. Dovranno aspettare nervosamente senza sapere quando potrebbe arrivare l’attacco, proprio come ha fatto fare lo stesso a Israele”. Lo ha dichiarato il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ai ministri del Likud, il suo partito, secondo quanto riportano i media dello Stato ebraico.
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20:38
Media: le difese aeree iraniane in massima allerta
Le difese aeree dell’Iran sono state poste in stato di massima allerta, in previsione di un possibile attacco israeliano che potrebbe essere “imminente”. Lo riferiscono alcuni media iraniani rilanciati su X da analisti e osservatori.
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20:18
Media: “Netanyahu rifiuta i colloqui con leader stranieri che vogliono convincerlo a non reagire”
Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha respinto la richiesta di colloquio di diversi leader stranieri che volevano convincerlo a non reagire all’attacco dell’Iran. Lo riferiscono i media locali.
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20:10
Stati Uniti: noi non coinvolti in eventuale reazione di Israele
“Il governo israeliano deciderà da solo se ci sarà una risposta” all’attacco iraniano “e quale sarà la risposta”. Lo ha detto il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale Usa John Kirby, sottolineando che gli Stati Uniti “non sono coinvolti nell’eventuale risposta” israeliana.
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19:50
“Hamas pronta al rilascio di una ventina di ostaggi per sei settimane di tregua”
Hamas sarebbe pronta a rilasciare meno di 20 ostaggi in cambio di una tregua di sei settimane, ha reso noto Channel 12. Hamas chiede tuttavia il rilascio di un numero più alto di detenuti nelle carceri di sicurezza, incluse persone condannate per reati di sangue.
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19:48
Nbc: “La risposta israeliana potrebbe essere imminente”
La risposta di Israele all’attacco di sabato dell’Iran potrebbe essere “imminente”. Lo riferisce una fonte israeliana citata dalla Nbc dopo la riunione del gabinetto di guerra israeliano.
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18:52
Biden: “Usa determinati ad evitare l’allargamento del conflitto”
“Siamo determinati ad evitare l’allargamento del conflitto in Medio Oriente”. Lo ha dichiarato il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, incontrando alla Casa Bianca il primo ministro iracheno, Shyaa al-Sudani. “Gli Stati Uniti sono impegnati per la sicurezza di Israele” e “per un cessate il fuoco che riporti a casa gli ostaggi” ha detto Biden. Riferendosi poi al raid iraniano di sabato notte, Biden ha aggiunto: “Insieme ai nostri alleati abbiamo sconfitto quest’attacco”.
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18:40
Bozza vertice Ue: i 27 condannano con forza l’Iran
“Il Consiglio Europeo condanna con forza e senza equivoci l’attacco dell’Iran contro Israele e rinnova la sua piena solidarietà con il popolo israeliano e l’impegno alla sicurezza di Israele“. Lo si legge nella bozza di conclusioni del vertice dei leader del 17-18 aprile. Nel documento è stato aggiunto un intero capitolo sul Medio Oriente. I leader chiedendo alle parti di “esercitare la massima moderazione”, rinnovano anche la volontà di “lavorare con i partner” per mettere fine alla crisi a Gaza, “raggiungendo una tregua immediata e il rilascio degli ostaggi”.