Israele-Libano, la diretta – Iniziato l’attacco iraniano contro Israele: “Lanciati almeno 100 missili, contraerea in azione a Gerusalemme”

Nel giorno in cui l'esercito israeliano ha portato la guerra nel territorio libanese, è arrivata la temuta - e a lungo annunciata - rappresaglia iraniana per la morte di Nasrallah e per l'esplosione dei cercapersone a Beirut. Uomini armati aprono il fuoco sulla folla a Tel Aviv: "4 morti"

Aggiornato: 19:16

I fatti più importanti

  • 15:39

    Fonti Usa e Idf: “L’Iran lancerà presto un missile balistico contro Israele”

    Gli Stati Uniti hanno indicazioni che l’Iran si sta preparando a un imminente lancio di un missile balistico contro Israele”. Lo scrive Axios, citando una fonte “di alto livello della Casa Bianca”. La fonte prosegue spiegando che Washington sta “aiutando attivamente i preparativi militari per difendere Israele da questo attacco iraniano. Un attacco militare diretto dall’Iran contro Israele avrebbe conseguenze disastrose per l’Iran”.

    Contemporaneamente, anche la radio militare dell’Idf ha comunicato che ci sarebbero “segnali” che Teheran sarebbe “intenzionata a lanciare un missile” contro Israele.

  • 15:29

    Idf: “Al momento non ci sono combattimenti diretti con Hezbollah”

    “Al momento non ci sono combattimenti diretti” con Hezbollah. Lo ha indicato il portavoce delle Forze di difesa israeliane, Daniel Hagari, nel corso di un punto stampa. Hagari, tuttavia, ha assicurato che le Idf sono pronte a combattere contro i miliziani sciiti, sottolineando che i militari non entreranno a Beirut o in altre città del sud del Libano.
    “Questo è un raid, un raid esteso e lo faremo il più velocemente possibile, elimineremo la minaccia”, ha aggiunto Hagari, che si è detto convinto che le forze di Tel Aviv riusciranno ad allontanare Hezbollah dal confine.

    Le forze israeliane hanno annunciato di aver individuato diversi depositi di armi, e di aver bombardato numerose postazioni militari di Hezbollah.

  • 15:14

    L’Idf mobilita altre quattro brigate per il Libano: “Concluderemo l’operazione il più rapidamente possibile. Non puntiamo a Beirut”

    L’esercito israeliano ha dichiarato che sta richiamando altre quattro brigate di riservisti per portare avanti “missioni operative nell’arena settentrionale”, ossia al confine tra Israele e Libano. Il portavoce dell’Idf Daniel Hagari ha detto che i raid di terra continueranno fino a quando i circa 60 mila israeliani sfollati dalle comunità del nord al confine libanese non potrano tornare a casa, ma che l’obiettivo dei militari è concludere le operazioni il più velocemente possibile. “Non andremo a Beirut. Non andremo nelle città del sud del Libano. Ci stiamo concentrando sull’area dei villaggi vicini al confine”, ha detto Hagari.

  • 14:45

    L’Idf rivela di aver effettuato 70 incursioni via terra nell’ultimo anno

    L’esercito israeliano ha rivelato di aver già effettuato più di 70 piccole incursioni con le forze speciali in Libano dall’inizio della guerra, il 7 ottobre scorso, per distruggere numerose postazioni di Hezbollah, tunnel e migliaia di armi. Lo riporta il Times of Israel. Secondo l’Idf, le truppe hanno raggiunto silenziosamente circa 1.000 siti di Hezbollah nel Libano meridionale, alcuni dei quali a diversi chilometri dal confine, tra cui tunnel e bunker dove il gruppo libanese immagazzinava armi. L’esercito ha aggiunto che i siti si trovavano sia all’interno di villaggi che in aree boschive. Le incursioni condotte a volte duravano tre o quattro giorni. In tutto, sono state effettuate in 200 notti di operazioni.

  • 14:42

    Che cos’è la “Linea blu” che separa Israele dal Libano e il ruolo dell’Unifil

    La blue line è una linea tracciata dalle Nazioni Unite per 120 km lungo la frontiera meridionale del Libano e separa il Paese dei Cedri da Israele e dalle Alture del Golan occupate dallo Stato ebraico. Non si tratta di un confine internazionale ufficiale, ma di una linea di demarcazione (o “di ritiro”) fissata nel 2000 per confermare il ritiro delle forze israeliane dal Libano meridionale.

    Originariamente, si trattava del confine stabilito da Gran Bretagna e Francia negli anni 20 tra Libano, Siria e Palestina. Oggi, qualsiasi attraversamento non autorizzato della Linea Blu, via terra o via aerea, costituisce una violazione della risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza.
    Le forze di pace delle Nazioni Unite sono dispiegate per pattugliare il confine meridionale del Libano con Israele dal 1978 e hanno mandato di far rispettare il confine in qualità di Forza di Interposizione delle Nazioni Unite in Libano (Unifil). Il mandato viene rinnovato ogni anno dal Consiglio di Sicurezza dell’Onu. A seguito di una guerra durata un mese tra Israele e i militanti libanesi di Hezbollah nel 2006, il mandato dell’Unifil è stato ampliato quando il Consiglio ha adottato la Risoluzione 1701.

    L’area di operazioni dei caschi blu è delimitata dal fiume Litani a nord e dalla Linea Blu a sud. La missione conta più di 10.000 truppe provenienti da 50 Paesi, di cui 1.200 dall’Italia. Si aggiungono circa 800 membri del personale civile.

    La Linea Blu si basa su diverse mappe storiche, alcune risalenti a quasi 100 anni fa, ma non sempre si traduce in chiarezza sul terreno. Dopo la guerra del 2006, l’Unifil ha lavorato con le parti per installare dei marcatori visivi, i famosi “barili blu”, per delineare il percorso preciso della Linea Blu.

    Ognuno dei 272 barili blu che attualmente segnano la linea è stato posizionato dopo un complesso esame e l’accordo di entrambe le parti.

  • 14:23

    Appelli alla de-escalation da Mosca all’Italia: le reazioni internazionali

    La Turchia ha dichiarato che l’offensiva di terra israeliana in Libano è un “tentativo illegale di occupazione” che viola l’integrità territoriale libanese e che l’operazione deve terminare immediatamente con il ritiro di Israele dal Libano. Il presidente Recep Tayyp Erdogan ha detto che Ankara “aiuterà i fratelli libanesi in ogni modo”.

    La Russia ha chiesto a Israele di “ritirare immediatamente le truppe dal Libano”, di “mettere fine alle ostilità” e lavorare alla soluzione del conflitto in Medio oriente, ha fatto sapere il ministro degli Esteri Sergej Lavrov, che manifesta preoccupazione anche per l’attacco dell’Idf in Siria.

    La Francia ha chiesto lunedì sera a Israele di astenersi dall’operazione di terra in Libano, e martedì ha disposto l’invio di una portaelicotteri per evacuare i civili.

    Il Regno Unito ha chiesto “un cessate il fuoco un cessate il fuoco immediato e una soluzione diplomatica dei problemi” e ha avviato i preparativi per l’evacuazione dei connazionali. Il ministro degli Esteri britannico David Lammy ha dichiarato che il prezzo di una guerra regionale in Medio Oriente sarebbe “enorme”. “Nessuno di noi vuole tornare agli anni in cui Israele si è trovato impantanato nel sud del Libano”, ha detto Lammy alle emittenti. “Nessuno di noi vuole vedere una guerra regionale”.

    Il ministro degli Esteri della Spagna Jose Manuel Albares ha dichiarato ai giornalisti che Israele dovrebbe cessare i raid di terra nel sud del Libano per evitare un’escalation del conflitto in tutta la regione. “Insistiamo sul fatto che l’incursione di terra debba essere fermata, poiché stiamo ricevendo informazioni molto preoccupanti”, ha detto Albares, aggiungendo che è “necessario raggiungere una tregua in Libano e un cessate il fuoco a Gaza”.

    Di soluzione diplomatica parlano anche gli Stati Uniti.

    L’Italia, in qualità di presidente di turno del G7, ha fatto sapere attraverso una dichiarazione della premier Giorgia Meloni che continuerà a lavorare per la de-escalation in Medio Oriente.

     

     

  • 14:14

    600 persone rifugiate in un monastero cristiano a Rmeish, al confine tra Libano e Israele

    Almeno 600 persone hanno cercato rifugio in un monastero al confine tra Libano e Israele martedì, dopo che l’esercito israeliano ha intimato loro di fuggire dal villaggio cristiano di Ain Ebl, in Libano, secondo quanto riferito dai residenti locali.

    Un portavoce dell’esercito israeliano ha avvertito i residenti di Ain Ebl e di almeno altre 20 città di evacuare immediatamente le loro case per almeno 60 km, perché l’esercito ha dichiarato che avrebbe preso di mira le abitazioni utilizzate dal gruppo armato Hezbollah.

    I residenti  allorasi sono rifugiati nel monastero della città di Rmeish, che non ha ricevuto l’avvertimento israeliano, e stanno aspettando che un convoglio dell’esercito libanese venga a prenderli per scortarli fino a Beirut. Così alcuni degli sfollati all’agenzia Reuters.

  • 14:06

    L’Idf allarga le restrizioni su scuole e assembramenti fino a Tel Aviv e Gerusalemme

    In conseguenza degli attacchi missilistici subiti dal Libano e dallo Yemen come risposta all’operazione via terra al sud del Paese dei cedri, l’Idf ha esteso le restrizioni agli assembramenti in gran parte dello Stato ebraico, dal nord fino a Tel Aviv e Gerusalemme, inclusa Haifa e parte della Cisgiordania occupata. Secondo il dispositivo militare, le riunioni e i servizi possono essere tenuti con un limite di 30 persone in un’area aperta e di 300 persone in spazi chiusi. Inoltre, le attività educative possono essere tenute e che i luoghi di lavoro possono operare se si trovano in prossimità di rifugi antiatomici.

  • 13:57

    Idf: 30 razzi contro Israele nelle ultime ore

    L’esercito israeliano ha affermato che nelle ultime ore sono stati lanciati circa 30 razzi dal Libano verso la Galilea settentrionale e occidentale, nel nord di Israele, e che tutti sono caduti in aree aperte. L’Aeronautica militare informa di aver bombardato i lanciatori di Hezbollah puntati contro e alcuni depositi di armi.

  • 13:48

    Israele colpisce una stazione radar in Siria

    Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, Israele ha colpito una stazione radar e un aeroporto nella città di Daraa, nella Siria meridionale.