“Libano, 40 mezzi di Israele vicino a base Onu”. Unifil: “Implacabile campagna militare, effetto umanitario catastrofico” | La diretta

Hezbollah: “Respinto un attacco israeliano vicino a una postazione Onu”. Esercito israeliano: “Oltre 200 miliziani di Hezbollah uccisi nell’ultima settimana”. Per la prima volta che una divisione di riserva dell’Idf si unisce alle altre tre coinvolte nell’offensiva terrestre

Aggiornato: 18:29

  • In Evidenza
    17:55

    Hezbollah: “Respinto un attacco israeliano vicino a una postazione Onu”

    Hezbollah ha affermato di aver ucciso e ferito soldati israeliani che attraversavano il confine libanese nei pressi di una postazione Onu nei pressi della foresta di al-Labouneh, nella sezione occidentale dell’area di confine con Israele. Lo riporta il Guardian. L’organizzazione ha affermato che l’attacco ha costretto i soldati israeliani a ritirarsi dietro il confine.

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  • 18:29

    Guterres (Onu): “Gaza è un ground zero di sofferenze umane”

    “Nell’ultimo anno, dopo l’orrendo attacco di Hamas il 7 ottobre, Gaza è diventato ground zero di sofferenze umane difficili da immaginare”, con oltre 41 mila palestinesi uccisi, “soprattutto donne e bambini, migliaia dispersi sotto le macerie e l’intera popolazione sfollata”. Lo ha detto il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres, parlando della situazione in Medio Oriente dopo il 7 ottobre davanti all’aula del Consiglio di Sicurezza. Guterres ha detto che “questo è stato un anno di crisi. Crisi umanitaria. Crisi politica. Crisi diplomatica. E crisi morale“.

  • 17:59

    Esercito israeliano: “Oltre 200 miliziani di Hezbollah uccisi nell’ultima settimana”

    Oltre 200 miliziani di Hezbollah sono stati uccisi nell’ultima settimana durante l’operazione di terra nel sud del Libano. Lo ha riferito l’esercito israeliano. Le Israel Defense Forces hanno anche demolito diversi tunnel e localizzato centinaia di armi nei villaggi situati vicino al confine con lo Stato ebraico che Hezbollah era pronta a usare per colpire il nord di Israele. La 98esima divisione dell’Idf, riporta The Times of Israel, ha utilizzato più di 100 tonnellate di esplosivo per demolire i siti di Hezbollah in superficie e sottoterra.

  • 17:55

    Hezbollah: “Respinto un attacco israeliano vicino a una postazione Onu”

    Hezbollah ha affermato di aver ucciso e ferito soldati israeliani che attraversavano il confine libanese nei pressi di una postazione Onu nei pressi della foresta di al-Labouneh, nella sezione occidentale dell’area di confine con Israele. Lo riporta il Guardian. L’organizzazione ha affermato che l’attacco ha costretto i soldati israeliani a ritirarsi dietro il confine.

  • 17:52

    Bob Woodward: “Biden ha definito Netanyahu un figlio di p…”

    Joe Biden ha definito il premier israeliano Benjamin Netanyahu “son of a bitch” (figlio di p…) e “bad fucking guy” (str…): lo rivela nel suo ultimo libro il leggendario giornalista del “caso Watergate” Bob Woodward. Il presidente Usa si sarebbe lasciato scappare questo commento con un collaboratore nella primavera di quest’anno mentre il conflitto a Gaza si intensificava.

    Woodward descrive il rapporto teso di Biden con Netanyahu. Mentre pubblicamente sosteneva Israele, Biden esprimeva privatamente frustrazione per la strategia di Bibi a Gaza. “Qual è la tua strategia, amico?”, gli avrebbe chiesto durante una telefonata di aprile. Il libro racconta i tentativi di Biden di frenare le azioni di Netanyahu, in particolare dopo che l’Iran aveva lanciato missili contro Israele in risposta a un attacco israeliano in Siria. “Non devi fare un’altra mossa. Non fare nulla”, consigliò Biden al premier israeliano, secondo Woodward.

    Mentre il conflitto si aggravava, la frustrazione del presidente Usa nei confronti di Netanyahu sarebbe esplosa. “È un fottuto bugiardo“, disse in privato dopo che Israele era entrato a Rafah, scrive Woodward. In una conversazione di luglio successiva a un attacco aereo israeliano a Beirut, Biden avrebbe urlato a Netanyahu, “Bibi, che cazzo?”.

  • 16:42

    Basi Unifil italiane a livello di allarme massimo

    La situazione delle basi Unifil italiane in Libano in queste ore – con continui bombardamenti che si sentono a decine di chilometri di distanza – oscilla tra il livello 2 e il livello 3 di allarme, ovvero il livello massimo. I militari, in base al livello di allarme attivato, utilizzano elmetto e giubbetto protettivo. Talvolta rifugiandosi nei bunker e altre volte limitando semplicemente le operazioni al minimo. È quanto riferiscono fonti militari in merito alla situazione nelle basi italiane di Unifil in Libano.

  • 16:39

    Bandiera israeliana in un villaggio del sud del Libano

    La bandiera israeliana è stata issata a Maroun el Ras, villaggio del sud del Libano, dove l’Idf ha preso il controllo di un intero complesso e dei terreni circostanti dove Hezbollah si era impadronito di una vasta area trasformandola in quartier generale con lanciatori di razzi puntati su Israele. La bandiera viene mostrata dalle tv locali. I genieri hanno utilizzato centinaia di chili di esplosivo per distruggere tunnel e strutture sotterranee dei miliziani del gruppo sciita. Carri armati e commando hanno operato in tre aree centrali nel sud del Libano.

  • 16:17

    Hezbollah: “Respinte truppe Israele infiltrate vicino Unifil”

    Hezbollah afferma di aver respinto le truppe israeliane che si erano “infiltrate” vicino ad una postazione dell’Unifil, le truppe Onu che presidiano la linea blu al confine tra i due Paesi.

  • 16:16

    Tajani sente Katz: “Assicurata massima tutela Unifil”

  • 15:38

    Sindaco di Beirut: “Qui non c’è un posto sicuro”

    “Non c’è posto sicuro a Beirut“. Parla così il sindaco della capitale libanese Abdallah Darwich in un’intervista alla Bbc dal suo ufficio in città, nel mirino delle operazioni israeliane contro Hezbollah. Secondo il sindaco, i bombardamenti israeliani in alcune zone di Beirut significano che potenziali obiettivi di Tel Aviv sono ora sparsi per la città. “Non si sa chi vive in questo o quell’edificio, quindi non si sa se lì c’è un obiettivo – ha affermato – Non si può più dire che Beirut sia sicura. Nessuno sa dove sia il prossimo obiettivo israeliano“. Il sindaco ha fatto riferimento a due recenti attacchi nel cuore di Beirut, che – ha detto – hanno dimostrato che non sono a rischio solo le aree legate ai gruppi di combattenti. Il riferimento, ricorda la Bbc, è alle operazioni a Bachoura e Cola, che – secondo le forze israeliane (Idf) – hanno preso di mira Hezbollah e Hamas. In un’operazione è stata distrutta una struttura sanitaria.