Cecchettin, attesa richiesta di condanna per Turetta
Si torna in aula per il processo a carico di Filippo Turetta, reo confesso della morte della ex fidanzata Giulia Cecchettin, uccisa con 75 coltellate, nel novembre 2023, in un parcheggio a Fossò, in provincia di Venezia. È attesa per la richiesta di condanna del pm Andrea Petroni nei confronti del 23enne di Torreglia, nel Padovano, che rischia l’ergastolo. Turetta deve rispondere dell’accusa di omicidio volontario aggravato deve rispondere dell’accusa di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, crudeltà, efferatezza, di sequestro di persona, di occultamento di cadavere e di stalking. La difesa del giovane – avvocati Giovanni Caruso e Monica Cornaviera – puntano a scongiurare l’ergastolo, sostenendo la tesi che non vi sarebbe stata premeditazione, anche se, dall’esame dell’imputato in aula, davanti alla Corte d’Assise di Venezia, era emerso che lo scotch serviva per legare la vittima e i coltelli utilizzati per uccidere Giulia Cecchettin, erano stati messi nella Fiat Grande Punto prima dell’11 novembre, quando la ragazza è stata uccisa. In questa direzione anche la lista di cose da fare, trovata nel telefono dell’imputato, che risale al 7 novembre. Da qui quella che appare come una conferma della premeditazione. La crudeltà, invece, emerge dall’autopsia: Giulia Cecchettin è stata uccisa con 75 coltellate. Dopo Petroni, che depositerà una memoria relativa all’inchiesta, sarà la volta degli avvocati della famiglia: Stefano Tigali, che rappresenta Gino Cecchettin, papà della vittima, Nicodemo Gentile per Elena Cecchettin, Piero Coluccio che rappresenta lo zio Andrea Camerotto, Antonio Cozza per la nonna paterna. Martedì è invece atteso l’intervento in aula dell’imputato. La sentenza del processo di primo grado è attesa per il 3 dicembre.
