Femminicidio Cecchettin, la procura chiede l’ergastolo per Turetta. I messaggi dell’imputato a Giulia: “Ti farò pentire del male che mi fai”

Davanti alla corte d'Assise di Venezia la requisitoria della procura per l'assassinio della ragazza uccisa con 75 coltellate, nel novembre 2023. Per il 23enne chiesto il carcere a vita con l'accusa di omicidio volontario. Per il pm Andrea Petroni sussistono tutte le aggravanti contestate: la premeditazione, la crudeltà e lo stalking. In aula letti i messaggi mandati dall'imputato alla vittima: "Smettila di pensare alla tua inutile carriera. Se la mia vita finisce, la tua non vale niente"

Aggiornato: 14:36

  • 11:54

    Pm: “Se avesse nevicato staremmo ancora cercando Giulia”

    Il corpo di Giulia Cecchettin, coperto da sacchi neri, e abbandonato vicino al Lago di Barcis è stato ”trovato in una nicchia, non so come l’abbia trovata l’imputato di notte. Se quella settimana avesse nevicato noi il corpo lo staremmo ancora cercando”. È uno dei passaggi della requisitoria, davanti alla corte d’Assise di Venezia, del Andrea Petroni che è pronto a chiedere l’ergastolo per Filippo Turetta, imputato per omicidio volontario pluriaggravato, sequestro di persona e occultamento di cadavere.

  • 11:53

    Pm: “Giulia aggredita ripetutamente, 25 ferite da difesa”

    Giulia Cecchettin è stata aggredita ”ripetutamente” già dal parcheggio di Vigonovo e fino ai venti minuti dopo quando la sagoma della ventiduenne viene ripresa, a terra, nell’area industriale di Fossó. Lo afferma nella requisitoria, davanti alla corte d’Assise di Venezia, il pm Andrea Petroni che è pronto a chiedere l’ergastolo per Filippo Turetta, imputato per omicidio volontario pluriaggravato, sequestro di persona e occultamento di cadavere dell’ex fidanzata. Nel parcheggio “non c’è stato il tempo di una discussione, tutto è durato sei minuti: sono state trovate diverse macchie di sangue, la lama di un coltello senza impugnatura, il sangue è sicuramente della persona offesa. C’è un’aggressione dinamica, Giulia era cosciente e chiedeva aiuto”. Viene costretta a risalire in auto e prima di arrivare a Fossó, “è stata colpita più volte: sanguina copiosamente come dimostrano le tracce di sangue nell’auto” aggiunge il pm. “L’aggressione nell’area industriale “dura pochissimo”, il video della telecamera di una ditta mostra soprattutto “la persona inerme in terra che significa che tutta una serie di lesioni, in particolare le 25 lesioni sulle mani, l’immobilizzazione e il silenziamento (uso di scotch, ndr) sono avvenute prima, non hanno ragione di essere dopo”.

  • 11:52

    Pm: “Aggressione di Giulia durata sei minuti”

    La Fiat Grande Punto arriva a Vigonovo alle 23.08 “dopo aver attraversato i valichi“, alle 23.18 arriva una telefonata alle forze dell’ordine. Un uomo “chiama le forze dell’ordine e descrive una ragazza picchiata che chiede aiuto. Se ne stanno andando e gridava aiuto, dice”. A parlare in aula davanti alla Corte d’Assise di Venezia, presieduta da Stefano Manduzio, è il pm Andrea Petroni nel corso dell’udienza del processo sul caso dell’omicidio di Giulia Cecchettin. Oggi è il giorno della richiesta di condanna da parte del pm nei confronti dell’imputato Filippo Turetta. “L’aggressione è durata sei minuti – afferma – Alle 23.18 è già finita”. Il “lungo dialogo che sarebbe poi sfociato in discussione viene meno perché non c’è stato, tutto è durato sei minuti”. Il giorno successivo, in quel piazzale a Vigonovo, vengono rilevate “tracce di sangue che evidenziano una aggressione dinamica”.

  • 11:49

    Pm: “Omicidio di Giulia è ultimo atto di controllo di Turetta”

    L’omicidio di Giulia Cecchettin è l’ultimo atto del controllo esercitato dall’ex fidanzato Filippo Turetta alla sbarra per l’omicidio della ventiduenne di Vigonovo. “Il rapporto tra Giulia Cecchettin e l’imputato è caratterizzato da forte pressione, dal controllo sulla parte offesa, le frequentazioni, le amicizie, le uscite” quanto accade l’11 dicembre del 2023 è ”l’ultimo di quegli atti” di controllo.

  • 11:41

    Turetta presente in aula

    Filippo Turetta, omicida reo confesso di Giulia Cecchettin, è presente anche oggi nell’aula della Corte d’Assise di Venezia, per seguire la terza udienza del processo a suo carico. Il pm Andrea Petroni terrà la requisitoria, a seguire parleranno le parti civili che tutelano padre, fratello e sorella di Giulia, nonché nonna e zio. Non è invece presente Gino Cecchettin. Turetta era comparso per la prima volta davanti ai giudici il 28 ottobre scorso, per essere interrogato.

  • 11:41

    Pm: “Nessuna riflessione su femminicidio, processo contro Turetta”

    “Non ci saranno riflessioni sul femminicidio come tematica o alla Giornata di oggi, simbolo contro la violenza contro le donne, perché in questa sede si accertano solo responsabilità individuali”. Inizia così la requisitoria, davanti alla corte d’Assise di Venezia, con cui il pm Andrea Petroni è pronto a chiedere l’ergastolo per Filippo Turetta, imputato per omicidio volontario pluriaggravato, sequestro di persona e occultamento di cadavere dell’ex fidanzata Giulia Cecchettin. “Noi siamo stati sempre prudenti nelle imputazioni, ma la richiesta finale di condanna è la conseguenza inevitabile dell’esito delle indagini” aggiunge il pubblico ministero che sta ricostruendo l’ultimo giorno di vita della ventiduenne di Vigonovo (Padova).

  • 11:40

    Cecchettin, attesa richiesta di condanna per Turetta

    Si torna in aula per il processo a carico di Filippo Turetta, reo confesso della morte della ex fidanzata Giulia Cecchettin, uccisa con 75 coltellate, nel novembre 2023, in un parcheggio a Fossò, in provincia di Venezia. È attesa per la richiesta di condanna del pm Andrea Petroni nei confronti del 23enne di Torreglia, nel Padovano, che rischia l’ergastolo. Turetta deve rispondere dell’accusa di omicidio volontario aggravato deve rispondere dell’accusa di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, crudeltà, efferatezza, di sequestro di persona, di occultamento di cadavere e di stalking. La difesa del giovane – avvocati Giovanni Caruso e Monica Cornaviera – puntano a scongiurare l’ergastolo, sostenendo la tesi che non vi sarebbe stata premeditazione, anche se, dall’esame dell’imputato in aula, davanti alla Corte d’Assise di Venezia, era emerso che lo scotch serviva per legare la vittima e i coltelli utilizzati per uccidere Giulia Cecchettin, erano stati messi nella Fiat Grande Punto prima dell’11 novembre, quando la ragazza è stata uccisa. In questa direzione anche la lista di cose da fare, trovata nel telefono dell’imputato, che risale al 7 novembre. Da qui quella che appare come una conferma della premeditazione. La crudeltà, invece, emerge dall’autopsia: Giulia Cecchettin è stata uccisa con 75 coltellate. Dopo Petroni, che depositerà una memoria relativa all’inchiesta, sarà la volta degli avvocati della famiglia: Stefano Tigali, che rappresenta Gino Cecchettin, papà della vittima, Nicodemo Gentile per Elena Cecchettin, Piero Coluccio che rappresenta lo zio Andrea Camerotto, Antonio Cozza per la nonna paterna. Martedì è invece atteso l’intervento in aula dell’imputato. La sentenza del processo di primo grado è attesa per il 3 dicembre.