Femminicidio Cecchettin, la procura chiede l’ergastolo per Turetta. I messaggi dell’imputato a Giulia: “Ti farò pentire del male che mi fai”
Davanti alla corte d'Assise di Venezia la requisitoria della procura per l'assassinio della ragazza uccisa con 75 coltellate, nel novembre 2023. Per il 23enne chiesto il carcere a vita con l'accusa di omicidio volontario. Per il pm Andrea Petroni sussistono tutte le aggravanti contestate: la premeditazione, la crudeltà e lo stalking. In aula letti i messaggi mandati dall'imputato alla vittima: "Smettila di pensare alla tua inutile carriera. Se la mia vita finisce, la tua non vale niente"
Aggiornato: 14:36
I fatti più importanti
- Pm: "Oggi non opportune riflessioni sul femminicidio"
- Pm: "Spiecevole sensazione di essere preso in giro da Turetta"
- Il pm chiede l'ergastolo per Turetta
- Pm: "Turetta manipolava Giulia"
- Le chat di Turetta a Giulia: "Smettila di pensare alla tua inutile carriera"
- Le chat di Turetta a Giulia: "Ti farò pentire del male che mi fai"
- "Turetta non si costituisce, si prepara all'arresto"
- Pm: "Se avesse nevicato staremmo ancora cercando Giulia"
- Pm: "Giulia aggredita ripetutamente, 25 ferite da difesa"
- Pm: "Aggressione di Giulia durata sei minuti"
- Pm: "Omicidio di Giulia è ultimo atto di controllo di Turetta"
- Turetta presente in aula
- Pm: "Nessuna riflessione su femminicidio, processo contro Turetta"
- Cecchettin, attesa richiesta di condanna per Turetta
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In Evidenza12:00
Il pm chiede l’ergastolo per Turetta
Condannare all’ergastolo Filippo Turetta. E’ la richiesta pronunciata dal pm di Venezia Andrea Petroni nella requisitoria contro l’ex fidanzato di Giulia Cecchettin.
Per il pubblico ministero sussistono tutte le aggravanti contestate: la premeditazione, la crudeltà e lo stalking. Nessun isolamento diurno, nella richiesta del pubblico ministero. Una questione tecnica visto che gli altri due reati contestati (sequestro di persona e occultamento di cadavere) non comportano una pena superiore ai cinque anni.
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14:36
Legale della notta della vittima: “È omicidio punitivo”
Parla di “omicidio punitivo” Antonio Cozza, avvocato di parte civile che rappresenta Carla Gatto, la nonna di Giulia Cecchettin, nel processo a carico di Filippo Turetta, reo confesso della morte della ex fidanzata. “Giulia Cecchettin muore nel momento in cui vuole ricominciare a vivere – ha affermato – Dal momento in cui decide di tornare a vivere scatta per lei il conto alla rovescia. Inizia l’escalation”. “Turetta è un ragazzo come tanti in Italia, non ha alcun tipo di problema – ha sottolineato – Questo omicidio è punitivo e lo indicano la modalità di esecuzione e la rabbia che ha montato”. “Non vi è stato un solo momento in cui Turetta abbia fatto un passo indietro, Turetta ha mentito, ha continuato a mentire”, ha concluso.
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13:16
Pm: “Difficile credere a un omicidio non premeditato”
“E’ difficile credere a null’altro che a un omicidio premeditato, testimoniato da tutti gli elementi raccolti, non perché forniti da Filippo, ma recuperati attraverso l’attività di indagine dalle memorie dei vari dispositivi elettronici”. Lo ha sottolineato il pm Andrea Petroni nel corso della requisitoria del processo a venezia per l’omicidio di Giulia Cecchettin. Il delitto, ha ricostruito in aula il pm, si è consumato in due fasi entrambe violente, durante meno di 20 minuti, prima della fuga con l’occultamento del cadavere. Sul corpo di Giulia sono state trovate almeno 75 coltellate di cui 25 lesioni da difesa alle braccia, anche con delle fratture, e almeno altre 50, tra cui quella sicuramente mortale che ha reciso un’arteria del collo e una vertebra.
Invitando il collegio giudicante a “vedere e rivedere” i video che documentano dettagliatamente il delitto, Petroni ha riassunto il fatto che comincia a Vigonovo, nei presi della casa di Giulia, quando la ragazza ha già detto a Turetta – lo testimonia la messaggistica – che fin da quella sera non aveva intenzione di tornare con lui. Filippo la aggredisce, la colpisce con il coltello che si spezza, trascina Giulia ferita in auto e poi si dirige a Fossò. Qui Giulia tenta di fuggire ma viene raggiunta, scaraventata a terra, accoltellata fin quando le immagini la mostrano priva di vita e in ginocchio crollare esanime al suolo, con Filippo che infierisce. Poi l’omicida la carica sui sedili posteriori dell’auto, si allontana per poi fermarsi un attimo, nel quale cancella parte dei dati dal proprio telefono, quindi la fuga.
Una corsa verso il Piancavallo, in Friuli, e nelle prime ore del 12 novembre l’occultamento del corpo con gli oggetti di Giulia, l’arma del delitto ma anche le scarpe rosse che la ragazza aveva perso nel tentativo di fuga. Raggiunta la Germania, Filippo non si consegna alle forze dell’ordine – sostiene il pm – ma ha solo finito la benzina, e prima di chiedere soccorso si è premurato ancora di eliminare tutti i dati informatici che lo riguardavano, ha gettato telefono e pc di Giulia, si è cambiato di abito e ha buttato quanto poteva ricondurre all’omicidio.
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12:19
Pm: “Oggi non opportune riflessioni sul femminicidio”
“In questa carte non ci sono riflessioni sul femminicidio e sulla Giornata contro la violenza sulle donne. In questa sede non le riteniamo opportune”. Lo ha detto il pm di Venezia Andrea Petroni, nel corso della requisitoria del processo a Filippo Turetta. Per il pm “qui si parla di un’indagine condotta con la massima prudenza, con capi d’accusa che sono gli stessi da inizio indagine, perché non è cambiato nulla. Ci si è basati solo sui fatti, tutto si basa su quanto ricostruito”. In particolare, Petroni ha tenuto a sottolineare come nei giorni antecedenti al delitto, ovvero tra il 7 e l’11 novembre 2023, Turetta abbia stilato la lista degli acquisti da fare per il delitto, contestando l’ipotesi di un rapimento di Giulia. Ha puntualizzato il costante aggiornamento della lista, compreso il giorno dell’omicidio, quando si preoccupava, per i giorni seguenti, di far sparire tracce informatiche, modalità di individuazione della sua posizione durante la fuga, nonché il fatto di essere riuscito a nascondere il corpo di Giulia, alle tre di notte, in un anfratto della roccia difficilmente raggiungibile, e che rientrava tra i vari luoghi occulti cercati in internet. Contestata dal pm anche la presunta volontà suicidaria di Turetta, in base a visite psichiatriche fatte tra settembre e ottobre 2023, ma anche perché fin dal suo arresto in Germania era parso evidente che non ne manifestasse le intenzioni. In aula Turetta, vestito con una felpa rossa, è stato sempre a capo chino, seduto tra i propri avvocati. La requisitoria si è snodata nel silenzio e massima attenzione da parte del pubblico e dei giornalisti.
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12:18
Pm: “Spiecevole sensazione di essere preso in giro da Turetta”
“Durante il primo incontro in carcere ho avuto la spiacevole sensazione di essere preso in giro: ha detto di aver prelevato i soldi per fare shopping, di avere il nastro per attaccare la pergamena della laurea di Giulia e i coltelli in auto per il suo suicidio. Esco dall’interrogatorio della scorsa con la stessa spiacevole sensazione”. Lo afferma il pm di Venezia Andrea Petroni nella requisitoria contro Filippo Turetta per il quale ha chiesto l’ergastolo.
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12:00
Il pm chiede l’ergastolo per Turetta
Condannare all’ergastolo Filippo Turetta. E’ la richiesta pronunciata dal pm di Venezia Andrea Petroni nella requisitoria contro l’ex fidanzato di Giulia Cecchettin.
Per il pubblico ministero sussistono tutte le aggravanti contestate: la premeditazione, la crudeltà e lo stalking. Nessun isolamento diurno, nella richiesta del pubblico ministero. Una questione tecnica visto che gli altri due reati contestati (sequestro di persona e occultamento di cadavere) non comportano una pena superiore ai cinque anni.
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12:00
Pm: “Turetta manipolava Giulia”
Filippo Turetta quando ha ucciso l’ex fidanzata Giulia Cecchettin non ha mai pensato davvero di suicidarsi, così come ha usato questa finta minaccia in altre occasioni per tenere a sé la ventiduenne. Lo sostiene nella sua requisitoria il pm di Venezia Andrea Petroni nel processo che vede Turetta alla sbarra per omicidio. Il suicidio va letto “in chiave ricattatoria” è uno strumento “dell’azione manipolatoria nei confronti di Giulia” sostiene in aula. Se l’imputato compila un diario dei problemi di coppia – che si riscontrano anche nelle chat chilometriche tra i due -, anche la vittima scrive un ‘memorandum’ per ricordarsi i difetti e continuare a restare lontana sentimentalmente da Turetta. “Ha idee strane su farsi giustizia da solo, i miei spazi non esistono, dice cattiverie pesanti e minacce quando litighiamo, mi controlla”.
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11:59
Le chat di Turetta a Giulia: “Smettila di pensare alla tua inutile carriera”
In aula, il pm Petroni legge stralci delle conversazioni tra Cecchettin e Turetta che “trasmettono la rabbia che li anima quando vengono scritti”. Cecchettin è più avanti negli studi, la laurea per lei si avvicina, la seduta era già fissata quando la ragazza sparisce e viene ammazzata. “O ci laureiamo insieme o la vita è finita, smettila di pensare alla tua inutile carriera. Se la mia vita finisce, la tua non vale niente”, è uno dei messaggi che Petroni legge in aula, nel corso del processo a carico di Turetta per l’omicidio Cecchettin. La ragazza lo lascia il 16 marzo 2023, ma la relazione “riprende quasi subito”, tra la fine di quello stesso mese e gli inizi di aprile. Cecchettin scrive a un amico, raccontando una serie di “brutti episodi”, come lei stessa scrive “quando esco con due amiche universitarie che sono anche amiche sue”. “Non l’ho invitato al compleanno di mia sorella. L’ultima volta non ha mangiato per tre giorni, questo mi fa paura”, racconta la 22enne. Ed è lo stesso amico che le risponde: “È manipolatorio”. Il 31 luglio, i due si lasciano di nuovo, lei scrive un memorandum: “Abbiamo litigato perché non l’ho invitato al compleanno di mia sorella Elena, ha sostenuto che è mio dovere aiutarlo a studiare, si arrabbia se metto meno cuori del solito, ha idee strane riguardo al farsi giustizia da solo, tendenzialmente i tuoi spazi non esistono”.
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11:58
Le chat di Turetta a Giulia: “Ti farò pentire del male che mi fai”
“Ti farò pentire di tutto il male che mi stai facendo”. È uno dei messaggi che Filippo Turetta ha inviato a Giulia Cecchettin e che viene letto in aula dal pm di Venezia Andrea Petroni per dimostrare lo stalking esercitato dall’imputato alla sbarra per omicidio. “Se la mia vita finisce la tua non vale niente” è un altro messaggio scritto dallo studente che ne invia diverse decine al giorno. Il lungo elenco riguarda gli studi – Turetta chiede a Cecchettin di rallentare negli studi – e la volontà che la fidanzata non dedichi tempo alle amiche. Quando sa che sta per uscire per andare a mangiare una pizza, Turetta scrive “non lo fare, è tantissimo, è il limite”. Un’ossessione che porta a crisi di ansia nella vittima.
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11:56
“Turetta non si costituisce, si prepara all’arresto”
Quando dopo una settimana di fuga, Filippo Turetta viene fermato in Germania e confessa di aver ucciso l’ex fidanzata Giulia Cecchettin “non si sta costituendo, ma ha finito i soldi e si prepara all’arresto cancellando le prove sul suo cellulare”. Ne è convinto il pm di Venezia Andrea Petroni che sta tenendo la sua requisitoria. Più che a quanto trovato in auto, il pubblico ministero pone l’attenzione sulle cose di cui si è disfatto l’imputato: “Non c’è il cellulare della vittima, non ci sono i vestiti insanguinati di Turetta” alcuni degli esempi citati dal pm in aula.