Milano, 10 apr. (Adnkronos Salute) - Il tema della resistenza agli antibiotici "è molto complesso e va approcciato da tanti punti di vista. E' un problema non solo italiano, ma globale. E a questi problemi globali dobbiamo dare risposte coordinate, mirate ed efficaci. Perché i numeri sono preoccupanti". Parola di Robert Nisticò, presidente dell'Agenzia italiana del farmaco Aifa. L'antimicrobico-resistenza, spiega in un videomessaggio inviato in occasione dell'evento 'Salute e sanità, il doppio binario', in corso al Palazzo dell'Informazione Adnkronos a Roma, "è una situazione che ci preoccupa perché nel 2050, se non agiamo oggi, potrà essere considerata la prima causa di morte nel mondo. Inoltre l'antimicrobico-resistenza oggi al nostro Paese costa tanto: i danni" collegati a questo fenomeno "pesano circa 2,4 miliardi di euro all'anno. Abbiamo 2,7 milioni di posti letto occupati a causa dell'antimicrobico-resistenza. Quindi certamente dobbiamo fare molto di più".
"L'Aifa è impegnata su questo fronte - assicura Nisticò - Recentemente abbiamo fatto insieme al ministero della Salute anche una campagna di comunicazione diretta al cittadino su un uso consapevole e prudente degli antibiotici e degli altri farmaci che fanno parte di questo tema dell'antimicrobico-resistenza. Abbiamo anche sviluppato un'App, diretta ai medici che prescrivono ma anche ai cittadini, in cui diamo delle informazioni che sono state concertate con le maggiori società scientifiche su quelle che sono le infezioni più comuni sia in ambito pediatrico che in ambito adulto". Obiettivo: promuovere "un uso più appropriato degli antibiotici". Perché "oggi non sono usati molto bene, come rileva anche l'Osmed di Aifa", l'Osservatorio sull'impiego dei medicinali, nel report "pubblicato l'anno scorso relativamente ai dati del 2023".
Per esempio, emerge che "sono usati di più gli antibiotici che dovremmo usare di meno, ovvero quelli del gruppo Reserve di questa classificazione dell'Oms", cioè i farmaci che secondo l'indicazione dell'Organizzazione mondiale della sanità sarebbero da considerare come ultima scelta, evidenzia il presidente dell'ente regolatorio italiano. "E sono usati di meno quelli che invece dovrebbero essere usati di più, ovvero" gli antibiotici "del gruppo Access", raccomandati come prime scelte per la maggior parte dei casi.
"Quindi l'uso più appropriato" di questi strumenti "è una delle priorità - rimarca Nisticò - insieme allo sviluppo anche di test diagnostici che possano guidare la scelta dell'antibiotico giusto" per le varie infezioni "ed evitare il rischio che si possano creare germi multiresistenti. Dobbiamo inoltre lavorare anche a livello internazionale e implementare strategie 'push and pull' che vedono da un lato una promozione nell'ambito della ricerca di nuovi antibiotici, e dall'altro incentivi regolatori, quindi creare un ecosistema regolatorio conveniente per chi vuole investire in questo settore e anche incentivi economici. Sono temi su cui l'Aifa è oggi molto concentrata. Chiaramente serve un'azione coordinata tra tutte le istituzioni - l'Aifa, il ministero della Salute, tutte le società scientifiche e tutti i medici - ma anche con il cittadino, che deve essere messo al centro e capire come poter utilizzare al meglio questi farmaci".