Crisi Siria, “milizie sostenute dall’Iran verso il nord”. Assad: “Usa e Occidente vogliono ridisegnare la regione”. Raid russi: uccisi 400 miliziani
L'esercito siriano: "Si tratta di nuovi rinforzi inviati per aiutare i nostri compagni in prima linea nel nord". Intanto Usa, Francia, Germania e Gran Bretagna chiedono “de-escalation. Urgente necessità di una soluzione politica”
Aggiornato: 12:51
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12:49
L’Iran offre pieno sostegno ad Assad
L’Iran è pronto a “fornire ogni forma di sostegno alla Siria per eliminare il terrorismo ed impedire” che “i sostenitori” del terrorismo raggiungano i loro “obiettivi”. Lo ha dichiarato il presidente iraniano, Masoud Pezeshkian, nel corso di un colloquio telefonico con il suo omologo siriano, Bashar al-Assad, dopo l’attacco sferrato dai miliziani jihadisti di Hayat Tahrir al-Sham contro Aleppo. Pezeshkian, secondo una nota della presidenza siriana, ha espresso il “rifiuto totale da parte dell’Iran di tutti i tentativi di minare l’unità e la stabilità della Siria”, sottolineando che “danneggiare l’unità della Siria è un duro colpo alla stabilità della regione”. Il presidente iraniano ha quindi affermato che “quello che sta avvenendo in Siria è il volto delle ambizioni sioniste-americane che prendono di mira i Paesi e i popoli della regione”.
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12:48
Iran: “Instabilità in Siria crea insicurezza in tutta la regione”
“L’insicurezza e l’instabilità in Siria sono un colpo anche alla sicurezza e alla stabilità della regione”. Lo ha affermato il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, definendo “preoccupante” l’attuale situazione, durante una conferenza stampa congiunta con l’omologo turco, Hakan Fidan, ad Ankara, trasmessa dalla tv di Stato Trt. “La Siria non dovrebbe essere un centro per organizzazioni terroristiche, riteniamo che questo sia un progetto sionista e nessuno può ignorare il ruolo dei sionisti in questi sviluppi”, ha aggiunto Araghchi, citando il rischio che le tensioni in Siria potranno colpire tutti i Paesi con cui lo Stato arabo confina.
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12:45
Assad accusa: “Usa e occidente vogliono ridisegnare la regione”
“L’escalation terroristica” in corso in Siria riflette gli obiettivi di “dividere la regione, frammentare i suoi Paesi” e “ridisegnare la mappa geografica secondo gli interessi dell’America e dell’Occidente”. Lo ha dichiarato il presidente siriano, Bashar al-Assad, nel corso di un colloquio con il suo omologo iraniano, Masoud Pezeshkian, dopo l’offensiva lanciata dalle milizie jihadiste di Hayat Tahrir al-Sham contro Aleppo. “Questa escalation non farà altro che aumentare la determinazione della Siria e del suo esercito nel contrastare il terrorismo su tutto il territorio siriano”, ha aggiunto Assad, secondo una nota della presidenza siriana.
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12:21
Iran: “Presto incontro con Turchia e Russia sulla Siria”
Il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, ha affermato che si terrà un nuovo incontro con gli omologhi di Turchia e Russia riguardo alla crisi siriana nel formato di Astana, ovvero la serie di colloqui tra delegazioni di Ankara, Teheran e Mosca per tentare di risolvere i problemi in Siria che si tengono a partire dalla fine del 2016. Araghchi ha detto che il processo di Astana “non dovrebbe essere fermato” e ha annunciato l’incontro durante una conferenza stampa congiunta con l’omologo turco, Hakan Fidan, ad Ankara, trasmessa dalla tv di Stato Trt. “Presto si terrà una conferenza (nel formato di) Astana”, ha detto Fidan.
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12:21
Nuovi raid russo-siriani a sud-est di Aleppo
Jet siriani e russi hanno lanciato attacchi aerei contro i ribelli siriani che avanzano dopo aver preso il controllo di Aleppo. Lo riporta Sky News sottolineando che almeno 25 persone sono state uccise. L’agenzia di stampa siriana Sana – secondo quanto riporta il Guardian – riferisce che “aerei da guerra congiunti siriani e russi hanno condotto attacchi su siti terroristici alla periferia della città di al-Safira, lasciando decine di feriti e morti tra le loro fila”. Al-Safira si trova a sud-est di Aleppo.
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12:09
Turchia: “Le violenze in Siria non sono legate a interventi stranieri”
Il ministro degli Esteri turco, Hakan Fidan, ha affermato che le attuali tensioni in Siria, con l’offensiva dei jihadisti filo turchi su Aleppo, non si basano sull’intervento di Paesi stranieri ma su questioni risalenti alla guerra civile iniziata nel 2011 che non sono ancora state risolte. “Sarebbe sbagliato spiegare questi eventi parlando di interventi stranieri”, ha detto Fidan, durante una conferenza stampa congiunta con l’omologo iraniano, Abbas Araghchi, ad Ankara, trasmessa dalla tv di Stato Trt. “La ripresa dei problemi in Siria si basa su questioni che non sono state risolte negli ultimi 13 anni”, ha detto Fidan, aggiungendo che “i recenti attacchi contri i civili hanno fatto ripartire la guerra civile”. Fidan ha aggiunto che “Damasco deve trovare un riconciliazione con l’opposizione” e ha sottolineato che la Turchia può aiutare a questo proposito.
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11:57
Raid russi ad Aleppo e Idlib: uccisi 400 miliziani jihadisti
Oltre 400 terroristi sono stati eliminati nelle ultime ore durante gli attacchi aerei russi e siriani ad Aleppo e Idlib. Lo sostiene il comando dell’esercito siriano, come riporta Tass. L’aviazione siriana, sostenuta dalle forze aerospaziali russe, ha eliminato 5 posti di comando dei terroristi, 7 depositi nelle province di Aleppo e Idlib in 24 ore, riporta ancora Tass.
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10:24
Iran: “Presenza militare degli Stati Uniti in Siria è una violazione”
“La presenza militare degli Stati Uniti in Siria è una violazione di alcuni principi e leggi della Siria e la continua presenza di terroristi in Siria è il risultato della presenza degli Stati Uniti in quel Paese”. Lo ha affermato il portavoce del Ministero degli Esteri iraniano, Ismail Baghaei, sostenendo che l’Isis non ha mai rappresentato una minaccia per gli Stati Uniti e i suoi interessi. “Se lo scopo della presenza militare degli Stati Uniti in Siria è combattere Daesh (sigla utilizzata per indicare l’Isis), allora cosa sta facendo questo gruppo in Siria e come sta operando il gruppo Tahrir al-Sham in Siria?”, ha detto il funzionario, come riferisce Irna, aggiungendo che è necessaria un’azione rapida per fermare le “attività terroristiche” in corso in Siria. “Il ministro degli Esteri (dell’Iran, Abbas Araghchi) ha iniziato il suo viaggio dalla Siria ieri e oggi è in Turchia. È necessaria un’azione urgente per fermare le attività dei terroristi in Siria”, ha detto il portavoce del ministero degli Esteri di Teheran.
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10:17
Combattimenti tra le forze sostenute dalla Turchia e l’ala siriana del Pkk nei distretti a nord di Aleppo
Proseguono i combattimenti in Siria tra le forze sostenute dalla Turchia e l’ala siriana del Pkk nei distretti a nord di Aleppo e nel quartiere aleppino di Shaykh Maqsud per spingere i curdi a lasciare il nord-ovest del Paese. Al tempo stesso, da ieri sono in corso negoziati, mentre i portavoce dell’offensiva militare sostenuta da Ankara nel nord hanno precisato che le forze jihadiste siriane filo-turche sono pronte a evacuare un numero imprecisato di miliziani curdi da Aleppo e dalla zona a nord di Aleppo verso la città orientale di Raqqa, a est dell’Eufrate.
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09:56
Teheran sulla Turchia: “Ruolo chiave per ridurre le tensioni in Siria”
La Turchia ha svolto “un ruolo chiave” per ridurre le tensioni in Siria. Lo ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Ismail Baghaei, sottolineando la presenza di Ankara nel processo di Astana, ovvero una serie di incontri, in corso dalla fine del 2016, tra rappresentanti di Turchia, Russia e Iran per cercare di trovare una soluzione alla crisi siriana e ridurre le tensioni nel Paese in guerra dal 2011. “La Turchia è uno dei Paesi più importanti tra i vicini della Siria e svolge un ruolo chiave nel processo di Astana e l’attuale situazione nella regione richiede strette consultazioni con le autorità turche”, ha detto il funzionario, come riferisce Isna, a proposito della visita del capo della Diplomazia di Teheran, Abbas Araghchi, oggi ad Ankara dove ha in programma colloqui con l’omologo turco, Hakan Fidan, e con il presidente Recep Tayyip Erdogan, nel contesto dell’offensiva da parte delle milizie jihadiste filo turche nel nord ovest della Siria. “Il processo di Astana è ancora vivo e la comunità internazionale è consapevole dell’importanza di questo processo per ridurre la tensione in Siria e come strumento e veicolo per realizzare azioni umanitarie”, ha detto Baghaei, aggiungendo che Ankara e Teheran condividono la stessa preoccupazione rispetto alle tensioni siriane. “Il ministro degli Esteri turco ha affermato chiaramente che queste questioni non hanno nulla a che fare con la Turchia e che sono preoccupati per la situazione”, ha detto il funzionario.