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Gaza | Israele rompe la tregua: “400 morti, oltre 130 bimbi”. Netanyahu: “Hamas avvertito, solo l’inizio”. La replica: “Stavamo trattando”

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IL PUNTO – Israele attacca e fa 400 morti. Netanyahu: “Hamas ha rifiutato la proposta Usa”, la replica: “Era sul tavolo delle trattative”

A due mesi di distanza dal cessate il fuoco del 19 gennaio, Israele rompe la tregua e torna ad attaccare in modo massiccio la Striscia di Gaza. La stima è di oltre 400 morti e di questi oltre 130 bambini, secondo l’Unicef. Un massacro innescato dallo stallo degli ultimi giorni nei negoziati sull’estensione del cessate il fuoco, che lo Stato ebraico imputa ad Hamas. Il premier Benjamin Netanyahu ha dato l’ordine di agire “con forza” contro l’organizzazione palestinese, che “si è ripetutamente rifiutata di rilasciare i nostri ostaggi e ha respinto tutte le proposte ricevute dall’inviato del presidente degli Stati Uniti, Steve Witkoff, e dai mediatori”.

Ma non solo, il primo ministro ha minacciato un ulteriore uso della forza. “Questo è solo l’inizio” ha avvertito sottolineando che la pressione militare “è una condizione necessaria per il rilascio di ulteriori ostaggi”. Netanyahu ha rimarcato di aver “avvertito” Hamas, e che d’ora in avanti i negoziati avverranno “sotto il fuoco”. I raid sono portati avanti dall’Aeronautica militare e riguardano tutta la Striscia.

Fra le vittime anche alcune figure apicali fra cui Issam Al-Dalis, capo del governo di Gaza. La Casa Bianca ha fatto sapere che l’amministrazione Trump “è stata consultata dagli israeliani” prima degli attacchi. Washington ha puntato il dito contro Hamas, che “avrebbe potuto rilasciare gli ostaggi per estendere il cessate il fuoco, ma invece ha scelto il rifiuto e la guerra”. Nonostante l’attacco sia stato sorprendente, soprattutto nella sua portata, alcune avvisaglie erano giunte nei giorni scorsi, in particolare dopo il fallimento degli ultimi colloqui a Doha sulla fase due dell’accordo. In quella occasione Hamas aveva respinto la proposta dell’inviato americano Steve Witkoff, che prevedeva la restituzione immediata di 11 ostaggi vivi e di metà di quelli deceduti in cambio di una prosecuzione dei colloqui e del cessate il fuoco fino a Pasqua. L’organizzazione palestinese aveva risposto dicendosi disponibile a liberare l’ostaggio israelo-americano Edan Alexander. Una mossa che aveva allarmato Israele, preoccupata di una trattativa parallela fra Usa e Hamas, e che ufficialmente anche gli Stati Uniti avevano bollato come “inaccettabile”. Hamas ha risposto agli attacchi israeliani dicendo di “non aver respinto” la proposta degli Stati Uniti, che “era sul tavolo delle trattative”.

L’organizzazione palestinese ha quindi accusato Netanyahu di aver “ripreso la guerra per ostacolare l’accordo” e di “esporre gli ostaggi a Gaza a un destino ignoto”. Uno dei prigionieri, secondo fonti palestinesi, sarebbe morto nei raid e altri due sarebbero rimasti feriti. Dal mondo arabo, e anche dall’Onu, è arrivata una condanna unanime alla decisione di Israele. Alcuni Paesi, a partire dal Qatar, hanno invitato Netanyahu a fermare subito le ostilità per evitare di “incendiare la regione”, mentre altri, come la Turchia, hanno parlato apertamente di “genocidio”. Durissima la reazione dell’Iran, che ha accusato gli Stati Uniti di essere “direttamente responsabili dei crimini commessi dal regime sionista”. L’Idf ha fatto sapere che i raid andranno avanti “fino a quando sarà necessario”. “Agiremo con una potenza militare sempre maggiore”, ha avvertito Netanyahu.

Il primo ministro ha anche incassato un dividendo politico interno con l’imminente rientro nel governo di Itamar Ben Gvir e del suo partito Otzma Yehudit. L’esponente dell’estrema destra aveva lasciato l’esecutivo, limitandosi all’appoggio esterno, dopo l’approvazione dell’accordo per il cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi. Proprio dai familiari delle persone ancora nelle mani di Hamas, e da molti ex ostaggi, sono arrivate invece le critiche più dure a Netanyahu. “Siamo inorriditi, furiosi e spaventati”, ha dichiarato in una nota il Forum dei familiari, accusando il primo ministro di aver “scelto di rinunciare alla vita degli ostaggi”. 

Momenti chiave

  • Gli obiettivi di Israele
    • 11:42

      Hamas: “Raid a Gaza frutto del sostegno Usa a Israele”

      Il “sostegno politico e militare illimitato” dell’amministrazione statunitense a Israele è responsabile dell’ondata mortale di attacchi aerei a Gaza, afferma Hamas.
      “Con il suo sostegno politico e militare illimitato all’occupazione (Israele, ndr), Washington ha la piena responsabilità per i massacri e l’uccisione di donne e bambini a Gaza”, ha affermato il movimento in una dichiarazione. 

    • 11:41

      59 gli ostaggi ancora prigionieri a Gaza, solo 24 sarebbero vivi

      Sono 59 gli ostaggi ancora trattenuti nella Striscia di Gaza da Hamas e altri gruppi attivi nell’enclave palestinese. Si ritiene solo 24 siano vivi, come riportano i media israeliani. Per tutti loro torna con forza la mobilitazione dei parenti che accusano il governo di Benjamin Netanyahu di averli “abbandonati” dopo i nuovi raid aerei israeliani che nella notte hanno colpito l’enclave palestinese, finita nel 2007 in mano a Hamas. Stamani un esponente di Hamas citato da Al-Alaby Al-Jadeed parlava dell’uccisione di uno degli ostaggi e del ferimento di altri nei nuovi raid dopo che per mesi la Striscia è stata teatro di operazioni dei militari israeliani scattate in risposta all’attacco del 7 ottobre 2023 in Israele quando vennero fatte prigioniere 251 persone. Il 19 gennaio era entrato in vigore l’accordo per un fragile cessate il fuoco tra Israele e Hamas, con la prima fase conclusasi dopo 42 giorni. E nelle ultime ore Netanyahu ha dato ordine di attaccare Gaza accusando Hamas di aver “ripetutamente rifiutato di rilasciare” gli ostaggi e di aver respinto “le proposte che ha ricevuto dall’inviato del presidente Usa, Steve Witkoff, e dai mediatori”. 

    • 11:02

      Gli obiettivi di Israele

      Secondo fonti della sicurezza citate dai media israeliani, l’attacco a sorpresa dell’Idf a Gaza della notte tra lunedì e martedì – che ha causato oltre 350 morti, di cui molti donne, anziani e bambini – ha tre obiettivi principali. Il primo è creare una pressione militare che superi la situazione di stallo nei negoziati sul rilascio degli ostaggi. I bombardamenti aerei sono stati effettuati in luoghi in cui l’Idf e i servizi segreti ritengono di non aver messo in pericolo la vita degli ostaggi. Il secondo obiettivo è far capire che Israele agirà non solo contro Hamas come organismo militare, ma anche come governo civile. Nella notte, infatti cinque alti funzionari dell’amministrazione civile e politica dell’organizzazione sono stati eliminati dimostrando che Israele non fa distinzioni tra i vertici di Hamas, sia militari che politici. L’attacco serve anche come segnale ai mediatori, e in particolar modo all’Egitto, che Israele si oppone al fatto che Hamas rimanga come organismo governativo o militare nella Striscia di Gaza “il giorno dopo”. Terzo obiettivo è quello di creare una forte pressione militare, in coordinamento e in congiunzione con gli Stati Uniti, su tutti gli elementi rimanenti nell’asse della resistenza sciita. Vale a dire, sugli Houthi, Hamas e l’Iran. Il coordinamento con gli Stati Uniti deriva, tra le altre cose, dal desiderio dell’amministrazione statunitense di mostrare agli attori regionali e ad altri che la minaccia di Donald Trump di “aprire le porte dell’inferno” non era una frase vuota, e che questi sono passi pratici che esigeranno un prezzo elevato da Hamas, dagli Houthi e anche dall’Iran stesso. 

    • 10:48

      Guterres: “Sconvolto dagli attacchi”

      Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, si dice “sconvolto” dopo i nuovi raid israeliani sulla Striscia di Gaza. Da Guterres arriva “con forza” un appello affinché venga rispettata la tregua concordata a gennaio tra Israele e Hamas. “Il segretario generale è sconvolto per gli attacchi aerei israeliani a Gaza con un numero significativo di civili rimasti uccisi”, ha detto il vice portavoce Farhan Haq, sottolineando “l’appello con forza” del Segretario Generale affinché venga “rispettato il cessate il fuoco”, venga “ripristinata l’assistenza umanitaria senza ostacoli” e vengano “liberati senza condizioni gli ostaggi” ancora prigionieri nella Striscia

    • 10:42

      Turchia: “Nuova fase politica del genocidio”

      La Turchia ha definito l’ondata di nuovi attacchi di Israele a Gaza come “una nuova fase” della sua “politica di genocidio”, affermando che il governo del primo ministro Benjamin Netanyahu ha sfidato l’umanità violando il diritto internazionale. “Il massacro di centinaia di palestinesi negli attacchi israeliani a Gaza… dimostra che la politica di genocidio del governo Netanyahu è entrata in una nuova fase”, ha affermato il ministero degli Esteri turco in una nota.

    • 10:38

      Ucciso il capo del governo di Gaza

      Hamas ha annunciato che il suo capo di governo a Gaza è stato ucciso negli attacchi lanciati la notte scorsa dall’esercito israeliano.  

    • 10:36

      Cremlino “preoccupato” per l’escalation

      “Un’altra escalation” in una “spirale di crescenti tensioni”: per questo il Cremlino esprime “preoccupazione” dopo i nuovi raid aerei israeliani sulla Striscia di Gaza. E il portavoce Dmitry Peskov, riportano i media russi, ha parlato anche di “preoccupazione” per le notizie di vittime tra i civili. “Naturalmente, un altro inasprimento della situazione, il riemergere di una spirale di tensioni crescenti è qualcosa che ci preoccupa. Naturalmente, le informazioni che arrivano sulle tante vittime tra la popolazione civile sono particolarmente preoccupanti”, ha detto il portavoce di Putin, Dmitri Peskov, secondo l’agenzia di stampa ufficiale russa. 

    • 09:33

      Famiglie degli ostaggi: “Netanyahu smetta di uccidere i nostri cari”

      Il Families Forum, la più grande associazione di familiari di ostaggi in Israele, ha chiesto al primo ministro Benjamin Netanyahu di “smettere di uccidere” i loro cari, dopo i raid lanciati nella notte dall’Idf su Gaza. “Le famiglie degli ostaggi chiedono un incontro questa mattina con il primo ministro, il ministro della Difesa e il capo della squadra negoziale, durante il quale verranno chieste garanzie su come gli ostaggi saranno protetti dalla pressione militare e come ci si aspetta che vengano riportati indietro”, afferma l’associazione in un comunicato stampa, prima di concludere: “Smettete di ucciderli (…) adesso!”. 

    • 09:15

      Hamas: “Al lavoro per fermare l’aggressione”

      Hamas “sta lavorando con i mediatori per frenare l’aggressione di Israele“. Lo ha detto una fonte del movimento, dopo gli oltri 350 morti provocati dalla ripresa dei raid israeliani sulla Striscia di Gaza.

    • 08:55

      Crosetto: “Molto preoccupati dalla ripresa del conflitto”

      “Siamo molto preoccupati”. Lo ha detto il ministro della Difesa, Guido Crosetto, intervistato da RTL 102.5 sulla ripresa del conflitto a Gaza. “Era evidente che c’era un innalzamento dei toni da parte di Israele – ha sottolineato -. È la conseguenza di un atteggiamento di Hamas sul rientro degli ostaggi. Si interrompe così non solo la tregua ma anche il percorso per riportare tutti gli ostaggi a casa. Speriamo di riuscire a ripristinare una tregua ma non sono ottimista, noi lavoreremo per farlo”.  

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