Volantini Idf in Cisgiordania: “Chi dà rifugio a terroristi pagherà”
L’Idf ha distribuito volantini nel campo profughi di Al-Ain a Nablus, in Cisgiordania, in cui si legge che “gli abitanti del campo, così come quelli di Jenin, Tulkarem e Nur Shams, hanno pagato un prezzo pesante per aver permesso ai terroristi di operare nelle loro aree. Ogni luogo che darà rifugio ai terroristi pagherà un prezzo elevato, le forze di sicurezza israeliane li elimineranno con la forza e con tutti i mezzi disponibili”, è l’avvertimento.
Nell’attacco di ieri colpiti ottanta obiettivi in dieci minuti
Nell’attacco su larga scala di martedì a Gaza, l’aeronautica militare israeliana ha colpito ottanta obiettivi di Hamas e della Jihad islamica in circa dieci minuti. Sono stati presi di mira i comandanti di medio livello dei due gruppi e alcuni alti funzionari politici, ma non gli alti comandanti come Mohammed Sinwar, che potrebbero avere con sè alcuni ostaggi. Lo riferiscono i media israeliani. Finora l’Idf ha evitato di colpire zone del centro della Striscia, poiché, in diversi momenti della guerra, ci sono state segnalazioni di ostaggi tenuti prigionieri in quelle aree.
Migliaia in protesta contro Netanyahu a Gerusalemme
Diverse migliaia di persone stanno prendendo parte a una protesta antigovernativa a Gerusalemme marciando verso la residenza del primo ministro Benjamin Netanyahu. I manifestanti si oppongono al licenziamento del capo dello Shin Bet (i servizi segreti interni) Ronen Bar e alla ripresa dei combattimenti a Gaza. “È tempo di porre fine a questa follia prima che non ci sia più nessuno da salvare, prima che non ci sia più un Paese”, ha detto alla folla la leader della protesta, la fisica e attivista Shikma Bressler.
L’Idf lancia un nuovo ordine di evacuazione a Gaza
L’esercito israeliano ha lanciato un nuovo appello alla popolazione di Gaza affinché siano evacuate le “zone pericolose di combattimento” nel nord e nel sud del territorio palestinese, all’indomani degli intensi bombardamenti che hanno causato la morte di oltre quattrocento persone. L’ordine di evacuazione si applica alle regioni di Beit Hanoun (nord), Khirbet Khuzàa, Abasan al-Kabira e Abasan al-Jadida (sud), dove l’esercito “ha iniziato le sue operazioni contro gruppi terroristici”, ha scritto su X il portavoce di lingua araba dell’esercito, Avichay Adraee, invitando i residenti a “spostarsi in rifugi nella parte occidentale di Gaza City e nella città di Khan Younis”.
Idf: “Colpiti obiettivi di Hamas e Jihad islamica”
L’Idf (le forze armate israeliane) conferma di aver condotto raid della notte sulla Striscia di Gaza “contro obiettivi di Hamas e della Jihad islamica palestinese”. L’aeronautica militare afferma di aver colpito circa venti obiettivi, tra cui un sito militare di Hamas nel nord di Gaza, dove ha individuato preparativi per attacchi missilistici contro Israele. Inoltre, la marina israeliana ha preso di mira diverse imbarcazioni appartenenti alla Jihad islamica palestinese al largo della costa dell’enclave, che secondo l’Idf venivano utilizzate per attività terroristiche.
Hamas: “Non chiudiamo la porta ai negoziati”
Hamas “non ha chiuso la porta ai negoziati, ma insistiamo sul fatto che non c’è bisogno di nuovi accordi”. Lo ha ribadito oggi all’agenzia di stampa Afp un leader del movimento, Taher al-Nounou, dopo i massicci bombardamenti effettuati ieri dall’Idf sulla Striscia di Gaza. “Non abbiamo precondizioni, ma chiediamo che Israele sia costretto a cessare immediatamente le ostilità e ad avviare la seconda fase dei negoziati” previsti dall’accordo di tregua entrato in vigore il 19 gennaio, ha aggiunto. Già ieri, il portavoce del movimento Abdel-Latif al-Qanoua aveva affermato che Hamas “continuerà a trattare in modo flessibile e positivo con i mediatori per respingere l’aggressione”.
Arrestato a Gerusalemme attivista anti-Netanyahu
Questa mattina la polizia israeliana ha arrestato a Gerusalemme il noto attivista antigovernativo Amir Haskel, un generale in pensione. L’uomo stava urlando con un megafono di fronte alla residenza privata del premier Netanyahu, accusandolo di “aver distrutto il cessate il fuoco e la possibilità di salvare gli ostaggi” ordinando il maxi-raid di ieri sulla Striscia di Gaza. Una poliziotta gli ha confiscato il megafono, dopodiché è stato fermato e portato alla stazione di polizia di Moria.
Il governo israeliano approva il ritorno di Ben-Gvir

Il governo israeliano ha approvato nella notte il ritorno di Itamar Ben-Gvir alla carica di ministro della Sicurezza nazionale. Lo afferma in un comunicato stampa l’ufficio del primo ministro Benjamin Netanyahu: “Il governo ha approvato all’unanimità la proposta del primo ministro Benjamin Netanyahu di rinominare il deputato Itamar Ben Gvir ministro della Sicurezza nazionale”, si legge. Ben-Gvir si è dimesso dal suo incarico il 19 gennaio, in disaccordo con la decisione di firmare la tregua con Hamas, che aveva definito “scandalosa”.
Nuovi raid di Israele sulla Striscia, 13 morti

La Protezione civile della Striscia di Gaza ha reso noto che la notte scorsa 13 persone sono state uccise in seguito ai nuovi raid delle forze armate israeliane. Israele “ha effettuato diversi attacchi aerei che hanno causato la morte di 13 persone e decine di feriti, tra cui donne e bambini, a Khan Younis”, nel sud della Striscia, “e nella città di Gaza”, ha detto all’agenzia di stampa Afp il portavoce del servizio di soccorso, Mahmoud Bassal.