L’Egitto nega che accoglierà 500mila palestinesi
L’Egitto ha negato le indiscrezioni secondo cui avrebbe intenzione di consentire temporaneamente a 500mila abitanti di Gaza di entrare in una città nel Sinai settentrionale. “Si tratta di affermazioni completamente false che contraddicono totalmente la nostra posizione sin dai primi giorni della guerra”, ha affermato l’Egitto in una nota, come riporta Haaretz.
Il governo di Israele discuterà il voto per rimuovere il procuratore generale
Il governo del primo ministro Benjamin Netanyahu discuterà domenica una mozione di sfiducia contro il procuratore generale Gali Baharav-Miara. Lo scrive il Times of Israel. La conferma dell’intenzione del governo di rimuovere Baharav-Miara dal suo incarico arriva solo poche ore dopo che il governo ha approvato il licenziamento del capo dello Shin Bet, Ronen Bar. La magistrata, che è consulente legale del governo e pubblico ministero, si è da sempre opposta alla riforma della giustizia voluta da Netanyahu, e in più occasioni si è trovata più allineata alle posizioni dell’opposizione che a quelle della maggioranza. Netanyahu in passato l’ha definita “un bastian contrario” visto che ha ostacolato disegni di legge del governo che consentirebbero alla maggioranza di bypassare la Knesset e gli stessi giudici. La magistrata a novembre aveva chiesto al primo ministro di riconsiderare Itamar Ben-Gvir (che ha deciso di rientrare nella maggioranza dopo la ripresa dei raid su Gaza, visto che aveva lasciato l’esecutivo, limitandosi all’appoggio esterno, dopo l’approvazione dell’accordo per il cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi, ndr) come ministro della Sicurezza nazionale. Inoltre nel 2023 l’Economist l’aveva definita “l’ultima custode della democrazia israeliana” insieme all’allora presidente della Corte suprema Ester Hayut. Per il settimanale entrambe le giuriste rappresentavano l’estrema difesa della democrazia nello Stato ebraico, contro i tentativi del governo di sottomettere il potere giudiziario.
Nuove proteste a Gerusalemme dopo il licenziamento del capo dello Shin Bet
Nuove proteste da parte dei manifestanti nei pressi della residenza del premier israeliano, Benjamin Netanyahu, a Gerusalemme dopo la sua decisione di licenziare il capo dello Shin Bet, Ronen Bar. La manifestazione è sostenuta anche dai dimostranti contrari alla ripresa dei combattimenti nella Striscia di Gaza e al fallimento dell’accordo di cessate il fuoco e di liberazione degli ostaggi, che ha lasciato incerto il destino dei restanti prigionieri a Gaza. Nonostante la pioggia – scrive il Times of Israel – un gruppo di persone marcia verso Azza Street reggendo uno striscione con la scritta: “La storia è fatta dalle persone”. Secondo l’opposizione, Bar è stato rimosso a seguito dell’indagine avviata dall’intelligence che dirigeva sul Qatargate, lo scandalo su presunti pagamenti di Doha ad assistenti del primo ministro.
Katz minaccia di annettere parte di Gaza se Hamas non libera tutti gli ostaggi
Il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, ha minacciato di annettere aree della Striscia di Gaza a Israele se Hamas si rifiuterà di rilasciare gli ostaggi ancora detenuti. “Se l’organizzazione terroristica Hamas continua a rifiutarsi di rilasciare gli ostaggi, ho ordinato all’Idf di catturare altre aree, evacuare la popolazione ed espandere la zona di sicurezza attorno a Gaza per la protezione delle comunità israeliane e dei soldati, attraverso un controllo permanente dell’area da parte di Israele”, le sue parole riportate dal Times of Israel. “Finché Hamas continuerà a rifiutarsi, perderà sempre più terra che verrà aggiunta a Israele“, ha aggiunto spiegando che Israele farà ricorso a “tutte le pressioni militari e civili, tra cui l’evacuazione della popolazione di Gaza verso sud e l’attuazione del piano di migrazione volontaria del presidente degli Stati Uniti Trump per i residenti di Gaza“.
Istanza dell’Alta Corte contro il licenziamento del capo dello Shin Bet
In Israele i partiti di opposizione Yesh Atid, National Unity, Yisrael Beytenu e i Democratici hanno presentato una petizione all’Alta Corte di Giustizia affinché intervenga sul licenziamento del capo dello Shin Bet, Ronen Bar, scrive il Times of Israel. Il leader dell’opposizione, Yair Lapid, scrive che la petizione sostiene che il licenziamento di Bar da parte del Primo Ministro Benjamin Netanyahu sia in conflitto di interessi, poiché l’agenzia di sicurezza sta attualmente indagando su diversi membri dello staff dell’ufficio del Primo Ministro per presunti legami impropri con il Qatar.
Sanchez: “Ferma condanna agli atroci attacchi su Gaza”
“Dalla Spagna condanniamo con forza l’attacco atroce e inaccettabile contro i civili di Gaza. La morte di centinaia di bambini, il blocco degli aiuti umanitari o i tagli dell’elettricità e di risorse essenziali sono assolutamente inaccettabili per una mera questione di umanità”. E’ quanto ha affermato il premier spagnolo, Pedro Sanchez, in un videomessaggio su X nella conferenza stampa dopo il Consiglio europeo di giovedì, in cui ha difeso nuovamente la soluzione dei due stati in Medio Oriente.
“Coloro che dicono di non volere questa soluzione che alternativa mettono sul tavolo? La deportazione in massa dei gazawi? ha chiesto Sanchez. Nel dibattito sul rafforzamento delle capacità di sicurezza e difesa europee, il presidente del governo ha segnalato che oltre all’importanza “esistenziale” di proteggere il fianco est dell’Unione, i Ventisette devono anche fare attenzione “alla situazione del nostro vicinato mediterraneo: Gaza, Siria e Libano“.
Al Jazeera: “Oltre 590 palestinesi uccisi dalla fine della tregua”
Oltre 590 palestinesi sono stati uccisi in attacchi sulla Striscia di Gaza da quando, martedì, lo Stato ebraico ha rotto la tregua: lo rivelano fonti sanitarie palestinesi citate dall’emittente qatariota Al Jazeera. Le fonti dicono che a causa dei raid aerei e dell’offensiva terrestre dell’Idf il numero di vittime continua a salire.
L’Egitto accoglierà mezzo milione di residenti di Gaza
Il presidente egiziano, Abdelfattah al-Sisi, ha informato gli altri leader arabi che il Cairo è pronto ad approvare l’evacuazione temporanea di mezzo milione di abitanti di Gaza verso una città nel nord del Sinai nel periodo della ricostruzione della Striscia. Al-Sisi lo ha annunciato durante gli incontri dei leader arabi nelle ultime settimane in Arabia Saudita e Qatar. Lo riferisce il quotidiano libanese al Akhbar, vicino a Hezbollah. La mossa ha suscitato preoccupazione in Giordania, che ha dichiarato di essere disposta ad assistere solo le famiglie dei feriti e per un breve periodo. Al momento non ci sono conferme ufficiali.