Starmer: “Da Putin promesse vane sul cessate il fuoco”
Il primo ministro britannico Keir Starmer ha accusato il presidente russo Vladimir Putin di fare “promesse vuote” sull’accordo di cessate il fuoco in Ucraina, mentre partecipa al vertice della cosiddetta “coalizione dei volenterosi” a Parigi. “A differenza del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, Putin ha dimostrato di non essere una controparte seria in questi colloqui di pace. Gioca con il cessate il fuoco navale concordato nel Mar Nero, nonostante la partecipazione in buona fede di tutte le parti, mentre continua a infliggere attacchi devastanti al popolo ucraino”, ha aggiunto Starmer.
Von der Leyen: “Armare l’Ucraina affinché si difenda”
A Parigi, nel summit sull’Ucraina, “stiamo lavorando per rafforzare la sicurezza dell’Ucraina e dell’Europa nel suo complesso. Rafforzare l’Ucraina perché si difenda è il punto di partenza”. Lo dice la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, che partecipa al summit. “Abbiamo anche bisogno di un piano comune e a lungo termine: è il nostro piano Readiness 2030”, conclude.
Costa (Ue): “Continuare con la pressione sulla Russia con le sanzioni”
“Il modo migliore per sostenere l’Ucraina è rimanere coerenti con il nostro obiettivo di raggiungere una pace giusta e duratura. Ciò significa mantenere la pressione sulla Russia attraverso le sanzioni. Trasmetterò questo messaggio all’incontro odierno dei leader sulla pace e la sicurezza per l’Ucraina organizzato dal Presidente Emmanuel Macron a Parigi.” Lo scrive su X il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa.
Nessun attacco a siti energetici dal 25 marzo
L’Ucraina e la Russia non hanno più colpito i rispettivi impianti energetici da martedì 25 marzo, giorno in cui la Casa Bianca, il Cremlino e il governo di Kiev hanno pubblicato gli accordi raggiunti nei colloqui in Arabia Saudita. Lo ha detto all’Afp un alto funzionario ucraino. “Dal 25 marzo non abbiamo assistito ad alcun attacco diretto da parte della Russia al settore energetico, quindi non li abbiamo colpiti”, ha affermato il funzionario.
Mosca: “Soldati Nato in Ucraina provocherebbero un confronto”
La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha dichiarato che Mosca è “categoricamente contraria” al dispiegamento di militari di Paesi Nato in Ucraina come parte di una operazione di “peacekeeping” e che uno scenario del genere “rischia di provocare un confronto militare diretto tra Russia e Nato”. Lo riporta la Tass.
Mosca: “Piani militari di Francia e Regno Unito mascherati da peacekeeping”
“Londra e Parigi continuano a escogitare piani per l’intervento militare in Ucraina. Tutto questo è mascherato da una sorta di missione di mantenimento della pace”: lo ha dichiarato la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, citata dalla Tass.
Meloni arrivata all’Eliseo
La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, è arrivata all’Eliseo, dove è stata accolta – nel cortile della presidenza – dal capo dello stato francese, Emmanuel Macron. Macron ha stretto la mano a Giorgia Meloni, che poi si è avviata verso l’interno del palazzo dell’Eliseo dove comincerà fra pochi minuti il Vertice sulla pace e la sicurezza per l’Ucraina. All’incontro partecipano una trentina di capi di stato, di governo e rappresentanti di istituzioni europee oltre al capo della Nato, Mark Rutte.
Raid russo su Kharkiv: 12 feriti
Dodici persone, tra cui due bambini, sono rimaste ferite in seguito a un attacco di droni russi ieri sera a Kharkiv che ha provocato incendi a edifici e auto: lo riporta il capo della regione di Kharkiv Oleg Synegubov su Telegram come riporta Ukrainska Pravda. L’attacco è avvenuto con 8 droni e ha provocato 4 focolai di incendio, “l’incendio più grande con una superficie di 2.500 metri quadrati, ha colpito una fabbrica”.
Al via a Parigi il vertice dei volenterosi
Nuovo vertice dei “volenterosi” questa mattina a Parigi, attorno ad Emmanuel Macron nei saloni dell’Eliseo, con la partecipazione di una trentina di paesi alleati dell’Ucraina, fra i quali l’Italia, rappresentata dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Sul tavolo, la “finalizzazione” delle garanzie di sicurezza da offrire a Kiev nel caso di un accordo di pace con la Russia. Accanto a Macron, c’è il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, già ricevuto ieri sera all’Eliseo, dove Macron gli pubblicamente annunciato ulteriori aiuti militari della Francia per un ammontare di 2 miliardi di euro. Fra i partecipanti al vertice, oltre a Meloni, il premier britannico Keir Starmer, il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il vicepresidente turco Cevdet Yilmaz. Attesi anche il capo della Nato, Mark Rutte, e i vertici dell’Unione europea. La presidenza francese ha parlato di un ordine del giorno della riunione articolato attorno a 4 grandi punti: il proseguimento degli aiuti militari all’Ucraina e il contributo di ogni paese, le modalità di un cessate il fuoco “completo”, la preparazione di un potenziale “dopo-tregua” e le condizioni del dispiegamento di una forza europea in Ucraina per garantire la pace, iniziativa che vede in prima linea la coppia franco-britannica. Per l’Eliseo, “la miglior garanzia di sicurezza sono i mezzi che daremo all’Ucraina per difendersi”. La presidenza francese ha tenuto a precisare che “tutto sarà fatto in perfetta trasparenza con i nostri partner americani” e che Macron informerà Donald Trump dei risultati del vertice fin dalla stessa giornata di oggi.
Crosetto: “Devo pormi il problema se sapremo reggere un attacco”
“Il ministro della Difesa non deve porsi la domanda di rispondere ogni giorno alle provocazioni giornalistiche, ma deve chiedersi: se l’Italia domattina subisse un attacco di tre ore come quello ricevuto da Israele sarebbe in grado di difendersi? Se la risposta è no, deve agire”. Lo ha detto il ministro della Difesa Guido Crosetto in audizione alle commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato sulle missioni internazionali. “Il suo compito è impedire che quelle bombe cadano sulle città, sugli ospedali, sull’Italia. Il tempo con cui deve rispondere, tre ore, sei ore, due giorni, un mese, è una risposta politica. Ma la necessità di rispondere a un attacco di quel tipo non è un fatto politico, ma quello che deve fare il ministro della Difesa, qualunque sia la coalizione che lo regge”. “La scelta politica è sulla quantità di tempo, che deriva dal giudizio che quella maggioranza dà sulle prospettive di peggioramento delle crisi nazionali – ha detto poi – Ci sono paesi europei convinti che saranno in guerra tra due-tre anni: i baltici, la Polonia, agiscono come se la guerra fosse alle porte. Nessuno può pensare di ricostruire la difesa di un paese prevedendo scenari bucolici, anche se li vorremmo. La pace è un equilibrio di forze. Quello a cui tendiamo e quello in cui nbessuna delle forze in campo ha armi, è il disarmo da due parti. Un equilibrio verso il basso, che garantisce la pace. Ma quando una delle due parti è armatissima, se l’altra parte non mantiene l’equilibrio, allora è difficile mantenere la pace – ha concluso Crosetto – E’ il dramma dei tempi in cui viviamo”.