LA VALORIZZAZIONE DEL TERRITORIO:il caso Gela
A Gela, in Sicilia, l’impegno di Eni per lo sviluppo del territorio viene riconfermato nel 2014 con la firma del Protocollo d’Intesa con le istituzioni locali e le Organizzazioni Sindacali per il rilancio delle attività economiche e industriali dell’area. Oltre a ciò Eni contribuisce alla valorizzazione del territorio grazie a progetti storico-culturali.
Un esempio è l’allestimento di una sala espositiva presso il Museo Archeologico di Gela per l’accoglimento dei reperti della nave greca di Gela, uno dei ritrovamenti di archeologia marina più importanti d’Europa, al quale Jacopo Fo si è ispirato per lo spettacolo teatrale “Gela, le radici del futuro”.
A Gela, in una delle città simbolo della storia industriale di Eni in Sicilia, è in corso un articolato programma di riqualifica e rilancio del territorio. All’interno di questo rinnovato spirito d’impresa all’insegna dei temi dell’energia sostenibile si è appena concluso il campionato green economy oriented che ha coinvolto le scuole superiori gelesi in un percorso di alternanza scuola/lavoro.
Ore e ore di formazione in aula, e-learning, training teorici su tematiche tecnico/gestionali e visite in campo presso la raffineria, gli impianti di produzione di Enimed e il Safety Competence Center, il centro di eccellenza Eni sulla sicurezza aziendale. E poi workshop di orientamento, seminari e simulazioni di colloqui di lavoro. L’iniziativa, organizzata da Eni Corporate University, è diventata un’esperienza formativa in grado di far sperimentare le pratiche del lavoro attraverso un percorso didattico ad hoc. I vincitori saranno premiati a settembre, ma nel frattempo questi i loro racconti.
“Ho visto l’Eni da una prospettiva migliore. La raffineria spesso è considerata come qualcosa che inquina e basta. Da oggi so che non è così: la sicurezza e l’ambiente sono aspetti prioritari per Eni. E’ stata una bellissima esperienza e un gran privilegio partecipare a questo progetto. Ho imparato tantissime cose e ho avuto modo di mettermi in gioco per la prima volta nella mia vita”. (Martina Lo Chiano – Istituto Majorana Gela)
La raffineria spesso è considerata come qualcosa che inquina e basta. Da oggi so che non è così: la sicurezza e l’ambiente sono aspetti prioritari per Eni.
Siamo a Gela, in una delle città simbolo della storia industriale di Eni in Sicilia, dove è in corso un articolato programma di riqualifica e rilancio del territorio con un impegno economico superiore a due miliardi di euro e dove è in fase di realizzazione la riconversione della raffineria a ciclo tradizionale in bioraffineria, sul modello di quanto già realizzato a Porto Marghera.
E’ proprio questo rinnovato spirito d’impresa all’insegna dei temi dell’energia sostenibile e della tecnologia ad aver caratterizzato il campionato green economy oriented che si è appena concluso. Una competizione ben assortita – 200 alunni, 31 docenti (tutti made in Eni), 10 tutor scolastici – che vale 16.000 ore di formazione e che si chiude con 23 tesine e 10 video, gli elaborati di un happy end che suona già come au revoir.
Tra questi, a salire su un podio figurato, i migliori cinque, ciascuno in rappresentanza delle scuole superiori che hanno preso parte ai gironi di gara alternatisi tra formazione in aula, e-learning, training teorici su tematiche tecnico/gestionali e visite in campo presso la raffineria, gli impianti di produzione di Enimed (la controllata del gruppo di base a Gela) e il Safety Competence Center, il centro di eccellenza Eni sulla sicurezza aziendale. E poi workshop di orientamento, seminari e simulazioni di colloqui di lavoro. Perché se la teoria è importante, è la pratica a determinarne il vero significato, soprattutto se comporta indossare il caschetto giallo targato “cane a sei zampe”.
L’iniziativa, organizzata da Eni Corporate University, è figlia de “La Buona scuola”, la legge 107/2015 che ha reso obbligatorio per gli studenti dell’ultimo triennio delle scuole secondarie di secondo grado il compimento di una esperienza formativa in grado di far sperimentare, seppur in maniera rudimentale, le pratiche del lavoro attraverso un percorso didattico ad hoc.
Eni in Sicilia, dove è in corso un articolato programma di riqualifica e rilancio del territorio con un impegno economico superiore a due miliardi di euro
Un’occasione cui Eni non poteva sottrarsi e che ha ispirato lo scorso 8 giugno 2016 la firma del Protocollo di Intesa con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca per promuovere l’integrazione tra impresa e istituzioni scolastiche attraverso iniziative e progetti orientati alla formazione e all’apprendistato. Un ricco programma – il primo in Italia firmato tra azienda e istituzioni – destinato a coinvolgere nel prossimo biennio scolastico circa 2.300 studenti su scala nazionale.
Con premesse di questo tipo, l’esperienza pilota di Gela guadagna un riuscitissimo “buona la prima” a giudicare dai risultati di una maratona di due mesi – il progetto è iniziato il 3 maggio e si è concluso il 14 luglio – corsa sui toni dell’entusiasmo e della creatività, con occhio vigile ai contenuti e sotto le buone influenze dell’indirizzo scolastico di appartenenza.
Primo traguardo raggiunto: che cos’è l’Eni e cosa fa. L’obiettivo era capirlo in 8 giorni, non male come ambizione. Esperimento riuscito per Antonio Schillaci del Liceo Scientifico Vittorini: “Ho avuto modo di capire che Eni, nonostante le difficoltà dell’industria, sta continuando a investire nel nostro territorio con impegni economici molto importanti, non solo relativamente alla riconversione della raffineria ma anche in tante iniziative a supporto di un progetto industriale di grande rilievo per il nostro territorio”.