Cipro
- Riciclaggio
Nel 1997 il trafficante di eroina turco-cipriota Huseyin Baybasin descriveva il settore turco dell'isola come un paradiso per il riciclaggio dei profitti della droga. Con l'adesione alla Ue le cose sono via via migliorate, come riconoscono per esempio i report, anche recenti, di Transparency e Ocse. Secondo il Basel Aml Index 2016, oggi il Paese è al quinto posto in Europa per rischio riciclaggio, dopo Lussemburgo, Grecia, Italia e Germania. Nuove accuse, però, sono arrivate dagli Stati Uniti dopo la scoperta che il segretario al Commercio statunitense, Wilbur Ross, nominato da Donald Trump, quando era vicepresidente di Bank of Cyprus è stato coinvolto in affari con un businessman russo legato al presidente Vladimir Putin.
È emerso poi che un membro dello staff elettorale di Trump, Paul Manfort, ha effettuato transazioni a Cipro. La documentazione è in possesso di agenti del Tesoro. Da qui il rilancio, da parte della stampa Usa, delle accuse all'isola di essere la “lavatrice” della mafia e degli oligarchi russi. Accusa confermata dal servizio segreto Bnd, a quanto riporta la stampa tedesca, secondo i quali mafiosi e oligarchi russi detengono nelle banche cipriote fondi per 25 miliardi di euro.
Nel 2016 Cipro e Russia hanno firmato un accordo sulla lotta al crimine organizzato. Nei primi anni 2000, inoltre, si registrava la presenza sull'isola di diversi boss della criminalità britannica ricercati per traffico di droga. L'isola è indicata inoltre dal Dipartimento di Stato come meta di vittime di tratta avviate poi alla prostituzione nei locali notturni e al lavoro forzato.