Paesi Bassi
- ‘Ndrangheta: narcotraffico, riciclaggio
- Camorra: gioco illegale, commercio di beni contraffatti
Eroina, marijuana e cocaina entrano nel Paese attraverso il porto di Amsterdam, che con Rotterdam è una delle principali porte d’ingresso delle sostanze stupefacenti in Europa. Nel traffico di droga, in particolare di ecstasy, sono coinvolte anche gang fiamminghe che si trovano al confine con il Belgio nelle province di Limburg e Anversa, oltre a gruppi criminali marocchini. Nel Paese sono attive anche gang di motociclisti, come Motorcycle Mc.
Proprio in relazione al traffico di droga, nei Paesi Bassi si registra una presenza massiccia, in particolare, di 'ndrangheta e camorra. Sul fronte della criminalità calabrese, nel 2005 è stato arrestato per droga ad Amsterdam Sebastiano Strangio, latitante dal 1999 e condannato in contumacia nel 2002. Un altro membro del clan Nirta-Strangio, Giovanni, è stato catturato nella stessa città nel 2009, e nel 2011 la Corte d'Assise di Locri lo ha condannato, insieme a numerosi altri imputati, per la strage di Duisburg (la sentenza è diventata definitiva in Cassazione nel 2016). Era in compagnia di un altro latitante ricercato per traffico di droga, il cognato Francesco Romeo, anche lui arrestato. In casa avevano un'arma, documenti falsi e banconote per un milione di euro, riportano Nicola Gratteri e Antonio Nicaso nel libro Oro Bianco (2015). Si nascondeva invece a Utrecht Francesco Nirta, finito in manette nel 2013, anche lui condannato all'ergastolo, due anni prima, per la strage di Duisburg. Così come Giuseppe Nirta, un altro cognato di Giovanni Strangio, arrestato nel 2008 su mandato della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria dopo una condanna per traffico di droga.
Ma la presenza della 'ndrangheta non si esaurisce con gli esponenti del noto clan di San Luca protagonista della faida contro i Pelle-Vottari che ha portato alla strage di Duisburg. Nel 2009 tocca a Gianluca Racco, già condannato all'ergastolo per associazione mafiosa, traffico di droga e altri reati, affiliato ai Commisso di Siderno (Reggio Calabria), protagonisti del narcotraffico internazionale e noti per una rilevante presenza in Canada. Racco era residente in modo stabile nel Paese ed è stato individuato a Hoofdoorp. Già nel 2004, ad Amsterdam, era sta stato arrestato Nicola Polito, di Locri (Reggio Calabria), accusato di rifornire di droga il mercato di Milano. Nel 2007, riportano Gratteri e Nicaso, altre 'ndrine della locride avevano un loro broker che si muoveva fra Paesi Bassi e Belgio. L'anno successivo, su segnalazione del Ros dei carabinieri, la polizia olandese ha intercettato 44 chili di cocaina proveniente dal Venezuela e destinata al clan Aquino-Coluccio di Marina di Gioiosa Ionica.
Ma gli affari delle ‘ndrine non riguardano soltanto il traffico di stupefacenti: nel 2015, l’operazione Acero-Krupy ha fatto emergere il business dell’import-export nel mercato internazionale dei fiori. Negli atti dell'inchiesta, coordinata dalla Procura nazionale Antimafia e dalle Dda di Roma e Reggio Calabria, la famiglia Crupi è definita “saldamente radicata in quel settore merceologico”. “Bisogna uscire dal cliché per cui i proventi della attività illecite vengono reinvestiti solo e necessariamente in settori come centri commerciali, ristoranti e pizzerie”, ha commentato in proposito il sostituto procuratore di Roma Michele Prestipino, uno dei magistrati più esperti in tema di criminalità economica.
La camorra, invece, risulta attiva nelle case da gioco, “anche con lo scopo di riciclare proventi di natura illecita”, riporta Francesco Forgione, già presidente della Commissione antimafia del Parlamento italiano, nel libro Mafia Export (2009). Forgione cita in proposito il clan La Torre di Mondragone (Caserta) e ricorda che Augusto la Torre ha trascorso nei Paesi Bassi parte della sua latitanza. Il settore della contraffazione di marchi, dall'abbigliamento agli utensili, registra “la presenza di persone collegate ai clan Licciardi, Sarno e Di Lauro”. Ancora Forgione ricorda come, negli anni Ottanta, il clan di Cosa nostra Cuntrera-Caruana, protagonista del narcotraffico dell'epoca grazie ai legami diretti con il Sudamerica, abbia “acquistato la maggior parte delle attività economiche” dell'isola di Aruba, nei Caraibi olandesi.
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