Romania

Come per altri Paesi dell’area balcanica, la relazione Dia del primo semestre 2016 segnala l'attività dei gruppi camorristi nel settore del contrabbando di tabacchi lavorati all'estero, e nel riciclaggio di capitali illeciti nel settore immobiliare e in attività commerciali. Gli investigatori antimafia riportano in particolare l'avvio di una rogatoria internazionale finalizzata al sequestro di beni riconducibili a un imprenditore edile, già sorvegliato speciale, con precedenti per reati contro il patrimonio e per reati riguardanti le armi e il narcotraffico.

Così è scattato il sequestro di due rapporti finanziari del valore, rispettivamente, di circa 230mila e due milioni di euro. Il Paese ha ospitato inoltre i server telematici utilizzati dal gruppo trasversale – composto fra gli altri da genovesi vicini alla 'ndrangheta attivo nel settore del gioco illegale online. Nel 2014 la procura di Roma ha arrestato quattro imprenditori: l'italiano Romano Tronci, Sergio Pileri, di Rieti ma residente in Romania, Victor Dombrovschi, rumeno, e Raffaele Valente, di Termoli ma residente in Montenegro.

Sono accusati di aver tentato di riciclare i capitali riconducibili al cosiddetto tesoro accumulato da Vito Ciancimino, ex sindaco di Palermo legato al clan mafioso dei corleonesi, guidato da Totò Riina. I quattro avrebbero tentato di vendere la società rumena Ecorec, che gestisce la più grande discarica d'Europa, quella di Glina, già sequestrata dalle autorità italiane nel 2013. La Romania, sottolinea il professor Ernesto Savona, responsabile del progetto Transcrime intervistato per questo progetto, presenta un'alta criticità sul fronte della corruzione, che rischia di agevolare i traffici criminali nel Paese.

Mafie Unite d’Europa