Roma, 17 apr. (Adnkronos) - "Nel Cpr di Gjader, realizzato nell’ambito dell’accordo tra Italia e Albania, sono stati sistematicamente violati i diritti fondamentali delle persone migranti. Abbiamo riscontrato gravi criticità: assenza di informazioni, accesso limitato alla difesa legale, trasferimenti improvvisi da otto diversi CPR italiani, senza alcuna comunicazione preventiva e senza che venisse indicata la destinazione. Tutto questo è inaccettabile in un Paese che si definisce democratico". Lo dichiarano in una nota congiunta Marco Simiani e Nadia Romeo, deputati del Partito Democratico, e Sandro Ruotolo, europarlamentare dem e responsabile Informazione del Pd, attualmente in missione ispettiva presso il centro di detenzione albanese, insieme all’eurodeputata dei Verdi, Benedetta Scuderi.
"I racconti che abbiamo raccolto - proseguono gli esponenti dem - parlano da soli: persone ammanettate per oltre dodici ore durante il viaggio, poi immobilizzate con fascette di plastica sulla nave, senza sapere dove stessero andando. Una volta arrivate, sono state trasferite nel Cpr albanese. In soli sei giorni abbiamo documentato 22 episodi critici: autolesionismo, proteste, gravi disagi psichici e numerose richieste di psicofarmaci. Tre migranti sono già tornati in Italia, nonostante i problemi di salute già presenti alla partenza o a ridosso di una sentenza attesa il giorno successivo".
"La totale assenza di documentazione sui criteri di selezione - concludono Simiani, Romeo e Ruotolo - rende evidente l’arbitrarietà di queste procedure. Tutto è avvenuto senza trasparenza, senza criteri chiari, senza alcuna garanzia legale. È consentita una sola telefonata al giorno, da dividere tra avvocati e familiari. È una violazione inaccettabile dei diritti umani. Per questo chiediamo la chiusura immediata del Cpr albanese e stiamo valutando l’invio di un esposto alla Corte europea dei diritti dell’uomo. Non possiamo accettare che vere e proprie deportazioni vengano camuffate da atti amministrativi. L’Italia e l’Europa non possono voltarsi dall’altra parte di fronte a tutto questo".