5. Un osso davanti ai cani
Dopo la morte dell’amico Falcone, la vita di Borsellino cambia completamente: diventa irrequieto, dice che deve fare presto, che il tempo per lui sta finendo. Il racconto degli ultimi 57 giorni del magistrato.
Dopo la morte dell’amico Falcone, la vita di Borsellino cambia completamente: diventa irrequieto, dice che deve fare presto, che il tempo per lui sta finendo. Il racconto degli ultimi 57 giorni del magistrato.
Il 23 maggio 1992 Giovanni Falcone viene ucciso mentre percorre l’autostrada che collega Palermo al suo aeroporto. Cinquantasette giorni dopo, in via d’Amelio, Paolo Borsellino fa la stessa fine. I due magistrati più famosi d’Italia vengono spazzati via da Cosa nostra. Ammazzati per vendetta, per aver osato sfidarla. Ma è davvero solo questa la verità?
Questa è la storia della stagione più nera della Repubblica Italiana: di un sistema politico sull’orlo del collasso, di un Paese bombardato. Il racconto di un piano che nasce come una vendetta di mafia, ma che si trasforma presto in qualcosa di molto più grande. Di molto più inquietante. Un progetto fatto di stragi e omicidi, che già nell’inverno del 1992 inizia a circolare tra personaggi lontanissimi dal mondo mafioso. Perché Riina diede l’ordine di uccidere Falcone a Palermo e non a Roma, dove il magistrato si muoveva spesso senza scorta? Cosa c’è dietro quell’attentato senza precedenti che influenza l’elezione del presidente della Repubblica? E ancora: perché la mafia decide di compiere un’altra strage, altrettanto clamorosa, a meno di due mesi di distanza? Perché Riina ha deciso di sfidare di nuovo lo Stato, rischiando di “rovinare” la sua stessa organizzazione, come gli fanno notare i suoi fedelissimi quando dà l’ordine? Su cosa stava indagando Borsellino? Cosa aveva scoperto di così eclatante da provocare l’accelerazione del piano studiato per eliminarlo?
Domande, segreti e misteri. Questo è Mattanza, le stragi del ‘92 come non ve le hanno mai raccontate. Un podcast di 8 puntate, prodotto dal Fatto Quotidiano, che grazie a interviste esclusive e testimonianze inedite cerca di fare luce su due attentati che hanno cambiato per sempre la storia del nostro Paese. Trent’anni dopo sulle stragi di Capaci e di via d’Amelio crediamo di sapere tutto: esecutori, mandanti e moventi. Ma è davvero così?
CHI C’ERA
Paolo Biondo (era il barbiere di Paolo Borsellino)
Salvatore Borsellino (fratello di Paolo, fondatore del movimento Agende Rosse)
Angelo Corbo (ex poliziotto, faceva parte della scorta di Falcone. È sopravvissuto alla strage di Capaci)
Maria Falcone (sorella di Giovanni, presidente della Fondazione Falcone)
Franco Lannino (fotoreporter, tra i primi ad arrivare in via d’Amelio)
Gaetano Murana (condannato per la strage di via d’Amelio, ha scontato 18 anni di carcere da innocente).
Giovanni Paparcuri (ex perito informatico del pool antimafia. È sopravvissuto alla strage in cui morì Rocco Chinnici)
Antonino Vullo (ex poliziotto, faceva parte della scorta di Borsellino. È l’unico sopravvissuto alla strage di via d’Amelio).
CHI HA INDAGATO
Antonino Di Matteo (componente del Csm, già pm di Caltanissetta e Palermo, ha vestito per la prima volta la toga durante la veglia funebre di Falcone)
Gioacchino Genchi (ex esperto informatico della polizia di Stato, ha indagato sulle stragi)
Francesco Messina (capo dell’Anticrimine della Polizia di Stato, ha indagato sulle stragi del ’93)
Gabriele Paci (procuratore di Trapani, già aggiunto a Caltanissetta, è stato pm al processo Borsellino quater)
Roberto Scarpinato (già procuratore generale di Palermo e Caltanissetta, ha lavorato con Falcone e Borsellino)
LE ALTRE VOCI
Salvatore Cusimano (ex giornalista Rai, primo cronista a dare la notizia della strage di Capaci)
Rosalba Di Gregorio (avvocata)
Claudio Fava (presidente della commissione Antimafia Sicilia, giornalista)
Angelo Garavaglia Fragetta (Agende Rosse)
Stefania Limiti (giornalista, autrice del saggio Doppio Livello, ha seguito le indagini su Capaci)
Sandra Rizza (giornalista e scrittrice, ha scritto numerosi libri d’inchiesta sulle stragi. Il più noto è L’Agenda Rossa di Paolo Borsellino)
Peter Gomez (direttore de ilfattoquotidiano.it, nel ’92 era cronista di giudiziaria de Il Giornale)
Marco Travaglio (direttore del Fatto Quotidiano, nel ’92 lavorava a Il
Giornale)
Antonio Padellaro (fondatore e primo direttore del Fatto Quotidiano, nel ’92 era vicedirettore del settimanale L’Espresso)
Marco Lillo (vicedirettore del Fatto Quotidiano e responsabile libri Paper First)