Visto da Sud
di Horacio Verbitsky

Delirio argentino: l’abbuffata di Milei

In soli otto mesi il governo dei fratelli Milei ha trasformato l’Argentina in un Paese delle banane. L’economista Javier Milei ha fatto campagna elettorale sfruttando il malessere per le cattive condizioni economiche, che ha attribuito alla corruzione e all’inettitudine della leadership politica tradizionale. Si è vestito da supereroe, ha usato una motosega come simbolo dei cambiamenti annunciati e ha distrutto a colpi di martello un modello della Banca Centrale, che ha promesso di chiudere. Single a 53 anni, con relazioni molto pubblicizzate con attrici mature e lussuriose la cui veridicità è messa in dubbio, è accompagnato dalla sorella Karina, che da bambino lo difendeva dalle brutali percosse ricevute dal padre, un imprenditore dei trasporti che si è arricchito con le sovvenzioni statali che l’inaspettato presidente denuncia come una delle cause dell’inflazione.

Le dichiarazioni pubbliche di Milei sono un catalogo di iperboli e imprecazioni. Sostiene che sta realizzando il più grande risanamento nella storia dell’umanità, sostiene che quando si è insediato, nel dicembre 2023, l’inflazione correva al ritmo del 17% all’anno e che ora è stata ridotta all’8%: due affermazioni false. Dice che il suo ministro delle Finanze Luis Caputo è il migliore della storia, quando in realtà è responsabile del più grande debito della storia: quando ricopriva la stessa carica con Maurizio Macri, ha contratto un prestito di 55 miliardi di dollari con il Fmi, che oggi costringe a continue rinegoziazioni che aggravano la situazione.

Boom di disoccupazione, parolacce à gogo:
il Paese di Borges e Maradona affonda

L’Argentina produce ed esporta reattori nucleari, piazza satelliti nello spazio, produce radar, si distingue per la qualità dei suoi scienziati. I fratelli Milei hanno interrotto bruscamente gli investimenti in questi settori, hanno paralizzato le opere pubbliche, hanno defiscalizzato le università nazionali, hanno svalutato la moneta in modo da provocare un aumento verticale dei prezzi, che ha ridotto il potere d’acquisto dei salari. Hanno inoltre causato il licenziamento di oltre 200 mila lavoratori e un notevole aumento della povertà (che è già intorno al 60% della popolazione) e dell’indigenza, che supera il 20%. Secondo l’Unicef un milione di bambini va a letto senza mangiare in Argentina.

Mai un capo di Stato argentino ha parlato in modo così sboccato come Milei, che ha un’ossessione per il sesso anale. Riferendosi a una banca che aveva fatto un investimento opposto a quello voluto dal governo, ha detto che “gli abbiamo lasciato il buco del culo come un babbuino”. Ha detto a un convegno di uomini d’affari che “parlerò in latino. Vale a dire, darò un tremendo schiaffo in faccia” a “quel gruppo di figli di puttana che mi dicono che dovrei rompere il culo al popolo argentino con l’imposta inflazionistica per pagare il debito. Ecco perché sono un branco di figli di puttana” (sic!).

Il Paese di Borges, di Evita, delle madri di Plaza de Mayo, di papa Francesco, di Lucrecia Martel, Messi, Maradona e Lautaro, merita di meglio.

In soli otto mesi il governo dei fratelli Milei ha trasformato l’Argentina in un Paese delle banane. L’economista Javier Milei ha fatto campagna elettorale sfruttando il malessere per le cattive condizioni economiche, che ha attribuito alla corruzione e all’inettitudine della leadership politica tradizionale. Si è vestito da supereroe, ha usato una motosega come simbolo dei […]

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