Fruttarola della Garbatella. È uno degli epiteti più diffusi con cui hater e antipatizzanti di Giorgia Meloni si rivolgono a lei sui social. Certo, la premier ci mette del suo quando si fa riprendere con due poponi (sinonimo di meloni, of course) oppure con ciliegie rossissime per aggirare le vigilie silenziose delle urne. In ogni caso, la banana repubblicana non è più sola. Senza dimenticare che Fratelli d’Italia ha persino riciclato l’ex forzista Pera in Senato, laddove i due rami del Parlamento hanno dato rigogliosi frutti alle presidenze: il medesimo Pera a Palazzo Madama (2001-2006) e poi il pentastellato Fico a Montecitorio (2018-2022). Come già a suo tempo con Gianfranco Fini, però a Silvio Berlusconi la destra postfascista e postmissina non è mai piaciuta sino in fondo. E la foto della pagina seguente conferma che l’ex Cavaliere i meloni li gradiva solo a fette, da mangiare. A dire il vero, lui ci aveva provato a sbucciare Giorgia, dopo la vittoria delle destre alle Politiche autunnali del 2022. Era la metà di ottobre e Berlusconi mise nero su bianco, su un foglietto, i difetti di Meloni: “Supponente, prepotente, arrogante, offensiva”. Lei gli diede una risposta che fulminò uno dei caratteri prevalenti del berlusconismo: “Ha dimenticato un punto. Che non sono ricattabile”. Uno a zero e palla al centro, anzi a destra. Adesso c’è che, morto un anno fa il dante causa, la guerriglia anti-meloniana di Forza Italia e della Famiglia Berlusconi ha trovato una nuova linfa vitale nei diritti civili, in attesa che Pier Silvio ripeta la discesa in campo paterna. Riusciranno questi nuovi campioni “progressisti” a mangiarsi Meloni? Vada come vada, l’Italia resterà un Paese alla frutta.
La mela marcia
Sgarbi, la capra espiatoria
Grazie alla meritoria campagna del “Fatto”, Vittorio Sgarbi è per il momento l’unico componente del governo a essersi dimesso, da sottosegretario alla Cultura, affondato da consulenze, tasse non pagate e quadri falsi o rubati. A destra, l’attuale ministro Adolfo Urso di FdI: vent’anni fa da viceministro liberal e finiano di B. mangiava il melone bianco. Con Meloni si è riscoperto di nuovo di destra, in particolar modo sovranista
Tante angurie a te
Pedagogia comunista del cocomero
Da decenni, ormai, l’indomito Fausto Bertinotti, già presidente della Camera, tenta di esportare nei ricchi salotti romani il comunismo con un’azzeccata pedagogia dell’anguria: qui è con una delle sorelle Fendi, Carla (1937-2017). Nella pagina precedente: Francesco D’Onofrio, già ministro della Pubblica Istruzione in quota Ccd nel governo Berlusconi I, alle prese con un’impegnativa anguria
Macedonia trasformista
Il posto delle fragole (in bocca)
Dalla banana alla macedonia è un attimo, per la nostra povera Repubblica Macedonia come sinonimo colorato dell’atavico trasformismo parlamentare, che neanche il bipolarismo della Seconda Repubblica ha attenuato. Camera e Senato oggi hanno meno seggi dopo il taglio voluto dal M5S, ma quando sarà il momento l’albero poltronista darà i suoi frutti. Non è questione di numeri, ma di opportunità
Fruttarola della Garbatella. È uno degli epiteti più diffusi con cui hater e antipatizzanti di Giorgia Meloni si rivolgono a lei sui social. Certo, la premier ci mette del suo quando si fa riprendere con due poponi (sinonimo di meloni, of course) oppure con ciliegie rossissime per aggirare le vigilie silenziose delle urne. In ogni […]