L'Alto e il Basso
di Peter Gomez

Informazione e un po’ di memoria, perché vi vogliamo pericolosi

Lo spirito del nuovo Millennium è quello del mensile che da anni conoscete: qui continuiamo a dire ciò che gli altri troppo spesso non dicono. Cambia invece la confezione. Così nelle prossime grandi pagine troverete ancora articoli e storie che in Italia si possono pubblicare solo se si voltano le spalle a molti investitori pubblicitari; se non si scende a patti con poteri che preferiscono celare le proprie magagne; se si coltivano con ostinazione l’ironia, l’amore per la cultura (alta o bassa non importa) e un vizio della memoria ormai fuori moda.

Sono questi gli ingredienti di Millennium. E le banane paradossalmente li rappresentano. Il primo, straordinario, reportage di questo numero nasce proprio da qui: dalle 600 mila tonnellate di questo frutto giallo importate ogni anno nel nostro Paese senza che nessuno sappia quanti veleni e sofferenze vi siano dietro gran parte di esse. Una storia sconvolgente che dimostra quali segreti ci nascondo molti grandi marchi e catene della grande distribuzione tra l’indifferenza interessata dei media e l’insipienza di una politica che vieta in Europa sostanze chimiche in grado di uccidere, ma che ne permette la produzione e l’esportazione verso stati coltivatori di banane poi destinate ad arrivare sulle nostre tavole. Solo uno dei tanti marchi citati nell’inchiesta che leggerete a pagina 20 ha replicato alle domande dei giornalisti. Gli altri, più volte sollecitati, sono rimasti in silenzio. Eppure di banane in Costarica, ma non solo, si muore. A chi spende milioni di euro in pubblicità sulla stampa e in tv, però, non importa. L’importante è che non lo sappia nessuno.

Vi raccontiamo storie che pochi scrivono:
con noi le notizie non sono alla frutta

Pubblicare servizi di valenti colleghi come Sara Manisera e il fotografo Marco Valle è possibile solo se alle spalle si hanno dei lettori. Per questo vi anticipiamo qui quello che vi chiederemo più avanti: abbonatevi e fatelo in tanti. Anzi fatelo tutti. A partire dal prossimo numero Millennium verrà distribuito in libreria e in poche selezionate edicole. Abbiamo scelto questa strada non solo per ragioni economiche, ma anche per avere una base certa di abbonati che ci permetta di trasformare definitivamente il nostro mensile in una rivista d’inchiesta da collezione, quasi un libro d’arte da assaporare con lentezza e conservare per sempre. Perché l’altra faccia del nuovo Millennium vuole essere la bellezza. Convinti come siamo che il bello non sia nemico del vero, vogliamo premiare il lavoro dei grandi fotografi della nostra epoca, come Gianni Berengo Gardin, che troverete a pagina 126, come i fotoreporter che hanno scattato le immagini del mese destinate ad aprire ogni nuovo numero.

In una nazione come la nostra per tanti anni descritta come una Repubblica delle banane e forse oggi dei meloni, l’unico antidoto per un Paese che rischia di arrivare davvero alla frutta è l’informazione. Un cittadino informato è sempre un cittadino pericoloso. E noi vogliamo che siate pericolosi. Per questo non vi raccontiamo solo l’attualità, ma pure la storia.

Pensate, il primo grande scandalo della nostra repubblica si chiama “scandalo delle banane” (vedi pagina 44). Nel 1963 dietro di esso si muoveva un ministro delle Finanze veronese, il democristiano Giuseppe Trabucchi, diventato potente e intoccabile perché aveva stabilito che non fossero italiani i doganieri addetti all’esame delle merci destinate alle tante basi militari americane ospitate dal nostro Paese. In questo modo, un po’ come accade ora coi missili e i corazzati destinati all’Ucraina, i cittadini per decenni non avrebbero saputo quali armi (altrui) avevano in casa.

Bene, il segretario di Trabucchi era un uomo raccomandato dal futuro sette volte presidente del Consiglio Giulio Andreotti. Si chiamava Franco Bartoli Avveduti. Il ministro lo mette a capo del monopolio delle banane che allora si occupava di importare i frutti solo dalla Somalia. Sarà lui, in cambio di una tangente di 50 milioni di lire, a truccare le gare che dovevano assegnare le licenze di vendita in 124 zone d’Italia. A pagare la mazzetta è un’associazione di distributori che casualmente ha scelto come consulente un ex sottosegretario al ministero delle Finanze, pure lui democristiano.

Il ministro Trabucchi dallo scandalo uscirà pulito. Ma la vicenda racconta bene il pericolo rappresentato da partiti che, allora come oggi, occupano con i loro uomini, famigliari e famigli, ogni ganglio del potere. È l’eterna Banana Republic italiana che fotografia dopo fotografia, articolo dopo articolo, emergerà chiara nelle prossime pagine. Così noi, mentre mandiamo in stampa il nuovo Millennium, guardiamo e pensiamo alle banane. Quelle d’arte di Maurizio Cattelan e Andy Warhol e quelle più grandi che ancor oggi tentano di infilare ai cittadini là dove non batte il sole. Non agitatevi. Ma leggete. In questo modo ne eviterete molte.

Lo spirito del nuovo Millennium è quello del mensile che da anni conoscete: qui continuiamo a dire ciò che gli altri troppo spesso non dicono. Cambia invece la confezione. Così nelle prossime grandi pagine troverete ancora articoli e storie che in Italia si possono pubblicare solo se si voltano le spalle a molti investitori pubblicitari; […]

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