Pre-Verità
di Luca Mercalli

Pesticidi, la scienza non basta: frutto perfetto o no?

In Italia vengono utilizzate attualmente circa 116.000 tonnellate all’anno di agrofarmaci (fungicidi, insetticidi ed erbicidi), quindi poco meno di 2 kg per abitante. In realtà l’effettiva quantità di principi attivi, al netto dei coformulanti, cioè delle sostanze inerti disperdenti, bagnanti e diluenti, è dell’ordine di 50.000 tonnellate, cioè circa 0,8 kg per abitante. Non è né il peggiore né il miglior valore al mondo, ma certamente è una quantità da ridurre per diminuire l’impatto sulla biodiversità, sulle acque e sulla salute umana. Un’agricoltura priva dell’ausilio della chimica di sintesi sarebbe molto meno produttiva e in balia delle alternanze dovute agli attacchi parassitari spesso molto dipendenti dall’andamento meteorologico.

Quindi l’idea di trasformare l’intera produzione agricola in colture “biologiche” prive di trattamenti fitosanitari è ancora impraticabile. La produzione certificata senza uso di prodotti tossici è in espansione, ma per il momento è riservata a prodotti di nicchia, come orticole o frutta per consumo diretto e smercio attraverso gruppi d’acquisto o mercati locali, mentre per la grande produzione industriale si è ancora lontani da questo obiettivo.

Tuttavia ci sono alcuni sviluppi importanti. La ricerca scientifica oltre a studiare molecole sempre più mirate e prive di residui e danni collaterali, è già intervenuta sulle modalità di distribuzione, con irroratori dotati di ugelli di precisione in grado di disperdere meno prodotto possibile nell’aria o sul suolo e con l’aiuto di telerilevamento da satellite e droni volto a distribuire il trattamento solo dove necessario. Le previsioni meteorologiche aiutano a evitare i trattamenti quando non vi sono le condizioni per lo sviluppo dei patogeni – soprattutto fungini – o a evitare di sprecarli quando è prevista pioggia o vento. La ricerca genetica sta producendo cultivar resistenti ad alcune malattie, in modo da evitare a priori la necessità di proteggere la vegetazione.

In viticoltura ci sono ormai molte varietà di vitigni resistenti alla peronospora e all’oidio, che permettono una straordinaria riduzione del numero di trattamenti con fungicidi. Per quanto riguarda gli insetti, la lotta biologica con trappole a feromoni, il lancio di insetti antagonisti o la protezione delle piante con reti che impediscono la deposizione delle uova su frutti e foglie, aiuta a ridurre gli interventi con insetticidi. E quanto agli erbicidi, nuovi attrezzi di lavorazione del terreno, anche robotizzati, contribuiscono a eradicare le malerbe in modo meccanico.

Gli agrofarmaci ancora necessari, ma non usiamoli per l’’occhio’

Progressi dunque se ne fanno, ma hanno bisogno di tempo e investimenti massicci in ricerca e sviluppo. Nel frattempo, cerchiamo almeno di diminuire l’uso di presidi chimici per futili motivi: va bene difendere il raccolto, ma l’esasperazione dei caratteri estetici di frutta e verdura che troviamo sui banchi dei supermercati potrebbe anche essere rivista al ribasso. Vero che si compra con l’occhio, ma la salute vale di più di un frutto perfetto

In Italia vengono utilizzate attualmente circa 116.000 tonnellate all’anno di agrofarmaci (fungicidi, insetticidi ed erbicidi), quindi poco meno di 2 kg per abitante. In realtà l’effettiva quantità di principi attivi, al netto dei coformulanti, cioè delle sostanze inerti disperdenti, bagnanti e diluenti, è dell’ordine di 50.000 tonnellate, cioè circa 0,8 kg per abitante. Non è […]

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